Qual è stato iI primo giallo della storia del genere? In questa prima puntata di Ladri di notte andiamo alla ricerca delle vere origini delle crime stories.

Di cosa parliamo quando parliamo di giallo?
Parliamo di giallo quando ci ritroviamo davanti ad un delitto, ad un mistero e a qualcuno – decetive o privato – colto nel tentativo di risolverlo e di trovarne la soluzione. Il come e il chi porta avanti questa distinzione ha dato vita a molte tipologia di crime-story, di storia criminale. Ma io voglio raccontarvi le discusse origini di questo genere.
Se provate a chiedere in giro qual è stato iI primo giallo della storia del genere, non mancheranno chi vi risponderà con i solito nomi noti: “quelli di Conan Doyle e Sherlock Holmes. Giusto ma non corretto.
Io invece voglio portarvi ancora un po’ indietro nel tempo, diciamo di qualche secolo.

Ascolta la prima puntata

Un dramma di famiglia

Edipo e la Sfinge (coppa attica del V secolo a.C., Musei Vaticani)

Siamo a Tebe e siamo nel 442 a.c. non è che Tebe se la passi molto bene tea pestilenze e carestie c’è poco da stare allegri. Sofocle ci racconta allora che il re della città, un tale Edipo, chiede al fratello della regina sua moglie il cognato, di recarsi dall’oracolo e dal dio FEBO e capire che possono fare per uscire da questo empasse.
L’oracolo risponde loro con un enigma. Che sennò che oracolo sarebbe? Così dice loro che tutto sarebbe tornato a posto quando avrebbero finalmente espulso l’impurità che è cresciuta e si è alimentata in questa terra. Ed è ancora Creonte che ci dice quale sia questa impurità: Laio, l’antico Re, era stato ucciso per mano di ignoti, gettando un’onta sulla città tutta.
Perché non si siano subito cercati I colpevoli, perché non si sia fatta una indagine, ce lo chiediamo noi e se lo chiede anche Edipo che decide di indagare in prima persona. “Io farò luce su tutto. Ricominciando dal principio”.

 

Whodunit? Chi è stato?

Ha inizio così il primo giallo che la letteratura ricordi.
Non solo perché c’è un assassinio. Non solo perché c’è un fatto delittuoso.
Ma perché per la prima volta c’è un personaggio che si pone la fatidica domanda “whodunit – chi è stato” – contrazione dell’inglese Who has done it? – e parte alla ricerca di una risposta. Il nostro eroe è un vero e proprio investigatore: pone domande, raccoglie testimonianze, mette insieme segni e indizi. Ricerca la causa e usa le regole della logica per formulare ipotesi e congetture. Cerca di svolgere l’enigma di questa storia che, come dice Aristotele è proprio “il legar tra loro delle cose che, pur essendo vere, non è possibile che stiamo insieme“.
Che poi l’enigma da risolvere sia davvero ostico e il povero Edipo si ritrovi travolto dal destino beffardo e ingannatore.

The Plague of Thebes di Charles Francois Jalabert

Se Edipo Re non è una crime story perfetta è perché viola una delle prima regole del genere, messe nero su bianco da Va Dine nel 1992: il detective non può essere il colpevole. E il povero Re non solo è patricida, ma si scopre anche incestuoso nel matrimonio con Giocasta, la sua regina ma anche sua madre.
Fa il bravo poliziotto sino a che riesce, tra trame che si innestano nella indagine principale e sotto inchieste che depistano il povero Edipo. Che non può fare altro che abbandonarsi e lasciare spazio all’umanità della sua colpa. La storia di Edipo non si chiude qui: forse abbiamo solo sbagliato a leggere l’indagine.
Forse ci siamo dimenticati di Febo Apollo che, dopo tutto, è il vero detective, il vero eroe della storia: lui che ha tutti gli indizi insieme e li svela passo dopo passo.

Una notte con Sherazade

"The Sultan Pardons Scheherazade", by Arthur Boyd Houghton (1836-1875)

Se stiamo cercando le radici più profonde del genere, non possiamo fermarci a Tebe. Facciamo un altro salto temporale – recuperiamo qualche secolo giusto per dire – e catapultiamoci nel mondo de Le Mille e una Notte.
E sì proprio le novelle arabe, che la bellissima Sherazade racconta al terribile re Shahriyār per frenare la scia di morte di cui il visir si sta macchiando. Le Mille e una notte arrivano in Europa solo nel XVIII secolo, ma la loro origine indo-persiana è molto più antica, forse risalente al IX secolo.
Alcuni racconti appartengono all’antico fondo indiano dell’opera, altri rivelano l’apporto persiano. altri sono ispirati alla civiltà arabo-musulmana. Ma tra questi ce ne sono ben quattro che sembrano proprio costruiti sulla fatidica domanda che da origine a tutte le storie del crime: chi è stato?

Le tre mele, Il mercante e il ladro, Ali Khwaja e Il racconto del gobbo. Non mi dilungo sulle trame, ma vi assicuro che valgono la lettura. Questa sono tre novelle incentrante tutte su una indagine: c’è un delitto e c’è un protagonista che raccoglie indizi, testimonianze e ricostruzioni del delitto. Addirittura in Ali Khwaja e ne Il racconto del Gobbo c’è il primo nucleo di giallo giudiziario perché i detective delle storie si ritrovano a dover ricostruire I fatti proprio davanti a una giuria.
Curioso vero? Sì, ma se credete che sia venuto il momento di parlare di Edgar Alla Poe, vi sbagliate di grosso.
Prima di lui ci sono ancora un paio di romanzi che posso essere definiti dei veri e propri predecessori.

Gli insospettabili

Partiamo dagli insospettabili. È il 1794 è William Godwin scrive un romanzo in tre volumi che nasce, prima di tutto, per dare voce alla sua feroce critica nei confronti di un governo tirannico. Per farlo però, crea il personaggio di Caleb Williams, un giovane, protagonista dell’omonimo romanzo, orfano che ci racconta in prima persona la sua vita fatta di vicissitudini e difficoltà. Così, almeno sino a che non viene assunto da Sir Falkland, ricco possidente, riservato e burbero che, però nasconde un terribile segreto. Il povero Caleb, che non sa farsi gli affari suoi diciamocelo, si ritrova imbrigliato in un brutale caso di omicidio. Il nostro eroe si trova ad attraversare da fuggiasco un paese brumoso e fatiscente, sullo sfondo di una Londra misteriosa e quanto mai gotica, tutta sinistre locande e tetri vicoli, vivendo in prima persona una spietata caccia all’uomo. Tra giallo e escape story, possiamo dire che il buon Godwin abbia messo insieme tutti gli ingredienti giusti per quella che presto diventerà una vera mania per tutti I lettori.

Ma se Godwin è un’insospettabile, lo possiamo dire anche di romanzi come Jane Austen con Emma (1815), Charlotte Brontë con Jane Eyre (1847), Charles Dickens con Casa desolata (1852). O, ancora, 1819 di E. T. A. Hoffmann con la sua Mademoiselle de Scudéri.
Potremmo andare avanti con un discreto elenco di romanzi che cominciano a farci assaporare la suspense e trame da crime story. Ma il passo a quel fatidico 1841, alla prima pubblicazione de I delitti della Rue Morgue creati dal il genio di Edgar Allan Poe, è davvero breve.
Anche se questi anni, a cavallo tra 800 e 900 sono costellati di autrici che, in un modo o nell’altro, hanno fatto del giallo una vera e propria cifra stilistica.

Ma questa è la storia della prossima puntata!