L’arrivo di un secondo figlio è una novità per tutti, grandi e piccini. Ce lo racconta e lo illustra Marianne Vidoq nel suo Aspetto un fratellino, edizioni Babalibri.


Quando io e il mio compagno abbiamo scoperto di essere in dolce attesa per la seconda volta, la prima cosa a cui abbiamo pensato è stata: “e adesso chi lo dice a MicroNinja?”. Non che non ce lo aspettassimo, ma ti accorgi di ciò che accade, e della sua complessità, solo quando quel qualcosa accade veramente. Ecco, realizzammo davvero cosa volesse dire rendere partecipi la nostra primogenita di questo avvenimento, solo quando scoprimmo di aspettare Capitan Falco. Per davvero.

E la prima cosa che ci venne in mente fu…leggere, e documentarsi, ovvero trovare degli strumenti che aiutassero noi genitori, e lei bimba, ad affrontare questo evento a dir poco sconvolgente. Tra i libri trovati, oggi voglio parlarvi di uno che ci ha colpito molto e che ha aiutato molto MicroNinja a capire cosa stesse accadendo. Il libro si intitola Aspetto un fratellino ed è stato scritto da Marianne Vilcoq, o meglio, dovrei dire illustrato, perché la Vilcoq è una illustratrice dal tratto delicato e gentile, dai colori pieni e dalle composizioni che giocano con la pagina e l’impaginato.

Camilla è una bimba che potrebbe avere tra i tre e i quattro anni. Un giorno la mamma le comunica che avrà un fratellino. Da quel momento in poi, sembra cambiare tutto nella sua mente di bambina. Non sarà più sola, dovrà dividere tutti i suoi giochi con un altro bambino. Dovrà dividere persino la sua mamma e, per questo, vorrebbe tornare piccola piccola anche lei. Ma, poi, la curiosità, e l’amore, avrà la meglio!

Ma perché ve lo sto consigliando? Ecco quattro motivi che hanno convinto me e papà GiganteMax.

Primo. Invoglia alle prime letture in autonomia. Si tratta di un libro illustrato che, con il suo corredo di poche e brevi battute e il gioco di “alza e scopri” di ogni pagina, permette ai più piccoli di poterlo sfogliare in autonomia, ricreando da soli dialoghi e storie, in totale autonomia. Si prospetta, quindi, come un libro di facile interpretazione, dove il testo è spesso una didascalia offerta a noi grandi che non sempre sappiamo parlare la lingua dei più piccoli, inventando nuove storie da una semplice illustrazione.

Secondo. Narra un percorso di crescita, ovvero quello che ogni piccolino, per quanto educato e buono possa essere, compie in nove mesi di gestazione. E ne mette a nudo ogni singolo passaggio: dal rifiuto, alla rabbia, dalla regressione, alla ribellione, dalla timidezza all’amore. E chi ha avuto due figli molto vicini tra loro, sa che queste sono proprio le fasi che i nostri piccoli attraversano nel lungo cammino verso la nascita. Come un viaggio all’interno della mente del bimbo, ci ritroviamo a vivere le emozioni contrastanti che la stessa Camilla sta vivendo; ad assistervi da spettatore, a parteggiare ora per lei, ora per il nuovo fratellino.

Terzo. Serve anche a noi adulti. Io e GiganteMax lo abbiamo usato come una sorta di promemoria, una lista degli atteggiamenti e dei comportamenti che avrebbe potuto seguire la nostra MicroNinja durante questi nove mesi di gestazione. Lo abbiamo fatto perché troppo spesso siamo fagocitati dagli impegni quotidiani e ci dimentichiamo i piccoli dettagli che fanno la differenza, come la capacità di ascoltare quello che ci sembra un capriccio e che, invece, è la misura della sua frustrazione. In questo caso, un libro come quello della Vilcoq ci ha aiutato ad ascoltare i suoi piccoli, grandi problemi.

Quarto. Insegna l’amore. E insegna ai nostri piccoli ad imparare ad amare, a crescere nonostante le proprie paure, ad accettare l’altro, in questo caso un fratellino, e a trasformare la rabbia in curiosità scoprendo l’amore incondizionato. Ci insegna, anche, che quando in una famiglia la mamma aspetta un cucciolo, è tutta la famiglia ad attenderlo, e tutti sono partecipi a questo grande miracolo della vita che è la nascita di un cucciolo d’uomo.


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