
Feline di Sarah Bianca – Recensione
Dopo l’esordio in e-book, adesso il modern fantasy Feline di Sarah Bianca è anche in libreria: intrigante, fresco, denso di colpi di scena. Insomma, una ventata di aria fresca in casa fantasy!
Quando il piacere della lettura e una trama più che avvincente sconfiggono lo scetticismo e ti ritrovi alle due di notte all’ultimo capitolo del libro iniziato qualche ora prima. Potrei riassumere così Feline, il primo libro della giovane scrittrice romana Sarah Bianca, pubblicato prima come ebook e ora anche nella sua versione a stampa da Fazi Editore.
SINOSSI
In Germania, nascosta fra le fronde delle foreste più fitte, riparata dai corsi d’acqua più insidiosi, e soprattutto protetta dalla magia, la Tenuta è la comunità segreta che l’anziana Isolde ha costituito anni fa.
Qui, organizzati in clan, alleanze e veri e propri sistemi di governo, vivono i mutaforma, esseri umani con la capacità di assumere sembianze animali. Per Uriel, magnifica tigre bianca, avvenente nipote di Isolde e candidato alla reggenza in seguito al ritiro della nonna, il tempo della spensieratezza e delle avventure amorose sta per finire: deve lasciare la Tenuta e, insieme alla gemella Stella, mettersi alla ricerca della ragazza destinata a diventare la sua compagna; colei che non solo dovrà innamorarsi di lui, ma anche possedere quelle stesse capacità magiche di cui è dotata Isolde. Solo in questo modo Uriel potrà sperare di vincere la lotta per la successione, salire al potere e proteggere il proprio branco dalle minacce del mondo esterno. È così che la giovane Dara – rimasta sola dopo l’incidente stradale che le ha portato via la famiglia – si ritroverà coinvolta in un mondo incredibile, combattuta fra il desiderio di tornare alla sua vita di sempre e l’enorme responsabilità di essere l’unica speranza per la Tenuta e per i suoi membri, ai quali presto si ritroverà indissolubilmente e perdutamente legata.
Che io adori segretamente il genere fantasy non è un segreto. Penso di aver letto qualsiasi libro che potesse essere anche solo lontanamente associato a questa categoria letteraria così particolare. E proprio per questo mi considero una vera e propria “Signorina Rottermaier”. Esigente, severa, alle volte anche crudele.
Quando ho preso in mano Feline, pesava su di me tutto lo scetticismo di aver trovato un modern fantasy, di per sè già più complesso da scrivere, di una scrittrice alla sua prima opera e che avesse come sottofondo una storia d’amore (dove il melenso e il retorico è alle porte). Ma sin dal primo capitolo, mi sono resa conto che questo libro avrebbe potuto darmi molto più di una semplice storia ben scritta. Feline ha tutti i numeri per essere un vero e proprio fantasy.
Vediamo perché:
1) La trama – Feline porta, nel genere, una ventata di aria fresca e di novità di cui si sentiva da tempo il bisogno. É come se l’autrice avesse preso tutte le “regole auree” del fantasy e le avesse rimescolate come si fa con un mazzo di carte, creando nuovi legami, nuove relazioni e un sistema del tutto inaspettato di cause ed effetti. Questo porta il libro ad avere un ritmo veloce sin da subito, in cui l’incalzare degli avvenimenti è scandito dal tic tac del tempo che incombe su tutti i protagonisti della Tenuta: dalla Reggente, ad Uriel e Dara. Ogni capitolo è una rivelazione che ci porta dritti dritti al capitolo conclusivo, come una corsa a perdifiato. Ci ritroviamo a seguire i personaggi attraverso i loro sentimenti, le loro paure e le loro preoccupazione. Viviamo i legami di amore, di odio e di amicizia che li legano gli uni agli altri. Tra tradimenti, bugie e mezze verità, però, le vicende che girano intorno alla lotta politica per la successione mi sono sembrate deboli e male orchestrate. Sarah Bianca inventa uno scenario molto interessante che vede Uriel combattere per il diritto alla discendenza nel governo della Tenuta e, anche se proprio questo elemento è il “MacGuffin” per cui tutto ha inizio, non ha la forza necessaria per emergere come ci si aspetterebbe da un fantasy che ha i sapori del thriller. La trama politica rimane come appollaiata sulla cima di un icebergh, semplice espediente narrativo, soffocato dalla forza degli eventi.
2) Lo stile – A supportare una trama così ben orchestrata, anche lo stile fa la sua parte. Ogni capitolo è narrato in prima persona ora da Dara, ora da Uriel, creando un curioso effetto “stereo” che ci conduce per mano nelle sensazioni ed emozioni dei due personaggi, vere voci narranti del libro. Ci ritroviamo, così, a leggere ogni avvenimento sia con gli occhi di Dara, sia con quelli di Uriel, e con il desiderio bramoso di sapere cosa sta provando l’uno o l’altro in ogni momento del libro. Un meccanismo che scatena la curiosità e la brama di leggere il prossimo capoverso!
3) I personaggi – Uriel e Stella, due gemelli e due vite in comune: seduttori, caparbi, ribelli e bellissimi. Dara, orfana, distrutta da una oscurità che le annebbia i sentimenti ma sorretta da una forza interiore che contrasta con la sua gracilità fisica. A stagliarsi con (o contro) di loro, la vecchia Isolde, la Reggente che nella vita ha dovuto anteporre il dovere ai sentimenti, facendo prevalere troppo spesso la propria ferinità. E non c’è che dire: sono tutti perfetti! Nonostante qualche battuta un po’ telefonata, i loro caratteri sono interessanti, completi, ricchi di quelle sfumature che servono a renderli credibili. Unico elemento che mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca è che a tanta definizione, non corrisponde altrettanta cura nella creazione dei comprimari. Sembrano come smarriti a se stessi, poco curati o, più semplicemente, tralasciati nella narrazione, appena abbozzati.
4) La componente fantasy – E siamo arrivati alla nota che, per il genere, potrebbe traformarsi in “dolente”. E invece, Sarah Bianca riesce a parlarci di fantasy semza far sorridere di ingenuità nessuno, semplicemente calibrando sapientemente il reale all’immaginifico. La natura dei mutaforme, il loro diventare animali eil loro vivere questa divisione interiore tra umano e bestia, non diventa mai banale, mai schiocca, mai sopra le righe. Il contemporaneo vive senza essere soffocato dalla componente fantasy che, anzi, contribuisce a gettare un’aura magica su tutto il narrato. Sarà forse la scelta vincente di ambientare tutto praticamente in un unico luogo, ma devo ammettere, scelta vincente.
Insomma, Feline è un fantasy che convince sotto molti aspetti. Non perfetto, ma come prima opera davvero da leggere!
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