Quando il male nasce dal profondo delle nostre viscere, ha la forza inarrestabile delle furie e un nome: ce lo racconta Fabrizio Carcano nel suo ultimo romanzo In nome del male, Mursia Editore.

Fabrizio Carcano torna con il suo commissario Ardigò, milanese fin nel midollo, e lo fa con un nuovo romanzo edito dalla Ugo Mursia Editore: II Nome del male. Una storia dai contorni fin troppo noir, ambientata in una Milano che vorrebbe essere luce, ma che si ritrova immancabilmente avvolta dalle tenebre.

Cosa fareste se, una bel giorno, riceveste un messaggio di morte? E cosa fareste se vi ritrovaste coinvolti in una lunga scia di omicidi, tutti accompagnati da messaggi biblici inequivocabili? Se a queste domande non sapete dare una risposta, il commissario Ardigò, invece, vi si ritrova letteralmente immerso. E comincia così questa  nuova indagine firmata da Fabrizio Carcano che ha la forza di descriverci una Milano capitale del Vizio ma, anche, culla di quei rancori che alle volte possono trasformarsi in furie assassine. L’indagine de Il nome del Male inizia subito, non ha antefatti, non ha divagazioni sul tema. Alterna la narrazione a quelli che ci piace definire “momenti lirici” in cui, pagina dopo pagina, ci mostra frammenti di verità, indizi fondamentali che ci aiutano a ricostruire uno scenario per nulla lineare.

A farla da padrona, dopo l’immancabile Ardigò e la bella Milano, una domanda che è essa stessa fulcro di tutto il romanzo: che cos’è il male e da dove nasce?

E sì, perché spesso quello che noi siamo soliti definire con il nome generico di “male” ha una sua precisa e netta incarnazione, un volto, un movente e, sì, alle volte anche una ragione che tutto rende lecito. Almeno agli occhi di questo nuovo temibile assassino. Meno a quelli di Ardigò che troviamo quasi stanco di questa sua vita da “guardia” a caccia di “ladri”, desideroso di una routine più tranquilla e cittadina. Ma aspirare a questa dimensione pacificata, per un uomo tormentato come lui non è possibile. Così come non sembra esserlo per il suo carnefice, quasi come se entrambe le loro anime non potessero fare altrimenti, rispondendo ad un disegno già definito. Ma non da loro.

Un romanzo che non suggerisce risposte. Una lettura perfetta per queste lunghe notti di mezza estate.