Per Incipit32, Barbara la scelto La luna è una severa maestra di Robert A. Heinlein
Nuova puntata di Incipit32 e questa volta tutta dedicata alla fantascienza. La nostra Libraia, Barbara, ha saccheggiato gli scaffali del Covo e ci legge le prime pagine di La luna è una severa maestra di Robert A. Heinlein.
Un romanzo affascinante che ci porta su una luna/colonia penale a caccia di libertà e indipendenza, con l’ausilio di un super computer, MIKE – alias Mycroft Holmes – dall’intelligenza unica e anche ironica.
E come spesso accade, un romanzo che ci porta fuori dai confini del contemporaneo, per farci riflettere sul contemporaneo. Anche quando il romanzo in questione è stato scritto nel 1964.
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La recensione della Grande B
2075. La Terra ha colonizzato la Luna già da qualche decennio, inviando lassù quelli che ritiene indesiderabili e costoro lavorano per mantenere se stessi, ma soprattutto, la madrepatria a cui inviano acqua, grano e molto altro per la sua sopravvivenza. La parte tecnica dell’attività é supervisionata da un computer, Mike, creato flessibile per poter affrontare anche gli avvenimenti più inusuali. Mike ha sviluppato empatia nei confronti dei “non stupidi” (e all’inizio ha un solo amico, il suo tecnico di fiducia) e una sorprendente auto-coscienza.
Mi fermo qui con la storia, il resto ve lo leggerete, se vi va. Io ci tengo a evidenziare la bellissima costruzione di questo romanzo che fin dall’inizio ci fa allunare sul nostro satellite e osservare la Terra da lontano, con una netta sensazione di alterità: non siamo più seduti in poltrona a leggere, ma ci stiamo aggirando nei meandri sotterranei del nostro satellite in compagnia di un vecchio professore, della bella Wyoming e del tecnico Manuel, tre pazzoidi che – supportati materialmente e moralmente dal “cervellone” Mike – progettano la rivoluzione.
Romanzo bellissimo anche se a volte un po’ lento e tendente alla cura eccessiva del particolare, con un tocco estremamente attuale, nonostante sia stato concepito nel 1964.
L’unica perplessità é legata agli avvenimenti del nostro oggi, perché il racconto è ambientato in un periodo ormai prossimo e la domanda che mi pongo è: lo vedrà qualcuno, data l’aria che tira?
La vera fantascienza è, ormai, il nostro presente.