La vita è un sistema complesso, non lineare e potenzialmente trasversale. Ce lo spiega  Fritjof Capra nel suo La scienza della Vita.

La scienza della Vita di Fritjof Capra non è un testo semplice. Chi approccia ad esso, ha bisogno di un pizzico di pazienza, una buona dose di apertura mentale e qualche conoscenza un po’ più approfondita di concetti come “movimento di Seattle“, matematica della complessità e teorie non lineari degli esseri viventi. Ma, cosa ancora più importante, deve saper immaginare sé stesso non come centro di un sistema di relazioni, ma parte di una rete molto più estesa e complessa, piccola cellula di un organismo tentacolare ed esteso di cui non avremmo mai altro che una visione particolare.

Se siete pronti a mettere da parte le teorie scientifiche più antropocentriche a cui siamo abituati, quelle che, per intenderci, si basano su una presunta superiorità dell’uomo sulla natura e sulle altre specie, allora,  La scienza della Vita. Le connessioni nascoste fra la natura e gli esseri viventi di Fritjof Capra potrebbe diventare un testo illuminante. Anche se scritto oramai, quasi un decennio fa, e anche se alcune cose, come i concetti di no-global, sostenibilità ed ecologia sono quasi delle parole “alla moda” nei nostri tempi, quello che ci sembra ancora oggi attuale è la base scientifica su cui Capra poggia le proprie teorie. Ma di cosa parla, in sostanza, questo libro?

La tesi dimostrata dallo studioso statunitense è molto semplice: l’uomo è parte di un organismo in perenne relazione e scambio, di un sistema in cui tutta la natura è messa in comunicazione. Come parte di questo sistema, anche le sue espressioni sociali potrebbero essere regolate dalle stesse leggi che regolano la Natura e quindi essere più efficienti se lette, e vissute, in questi parametri. In questo modo, non esisterebbe più una divisione tra scienza sociale e scienza naturale, ma un unico punto di partenza che dalla materia, dal microscopico delle relazioni tra cellule e dell’organizzazione del DNA, passa al teorico, e al macroscopico, delle componenti sociali, delle relazioni tra essere umani e della società.

Il libro di Capra è fondamentalmente diviso in tre parti. La prima, strettamente teorica e scientifica, passa in rassegna tutte le implicazioni della vita intesa come sistema biologico. Dalla membrana cellulare, e le sue funzioni identitarie, alla rete di cellule ed alla visione di una vita che non si è mai generata dal nulla, o da una identità precisa, ma da un flusso continuo sorretto dalla stessa rete di cellule.

La seconda parte, invece, racconta tutti i casi di studio analizzati in laboratorio da Capra e dal suo staff: casi che partono dall’osservazione delle dinamiche del mondo animale, sino alla raccolta di testimonianze ed avvenimenti particolari, avvenuti nella società contemporanea.

La terza parte, invece, analizza le forme della società contemporanea, dalla globalizzazione alle tesi di Seattle, con la lente di quanto dimostrato nelle prime due parti del libro, lanciando strali per una comprensione del reale davvero innovativa e molto ardita.

Non fermatevi al noto. No accomodatevi nel sapere che avete studiato e appreso sui banchi di scuola. Non abbiate paura di aprire la mente perché, come ci ricorda lo stesso Capra, citando Vaclav Havel, “la cultura sta nell’abilità di cogliere le connessioni nascoste tra i fenomeni”. Lo diceva anche un tal Leonardo Da Vinci.


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