“La voce a te dovuta” di Pedro Salinas è un componimento delicato e quotidiano, un poema dedicato all’amore ed alla sua essenza più vera.

Penso ci sia un tempo per ogni cosa, così come penso ci sia un genere letterario per ogni animo e per ogni età della vita. Quanta poesia ho letto in età adolescenziale! Mi perdevo letteralmente tra centinaia di versi e componimenti, bevendo da quella fonte come una assetata nel deserto. Per me, certa poesia, è valsa come educazione sentimentale alla vita (e questo non sempre con esiti positivi!).

Poi è accaduto qualcosa, non saprei dirvi di preciso, e la poesia ha cominciato a piacermi di meno. Il mio animo era, oramai, disincantato e certi slanci lirici mi facevano quasi sorridere. Alcuni autori sono stati dimenticati sul fondo della libreria, altri, invece, sono riusciti a sopravvivere alle età ed alle “morte stagioni” 😛

Uno di questi è proprio La voce a te dovuta. Testo spagnolo a fronte
di Pedro Salinas. Una raccolta di 70 poesie che, come spiega anche il sottotitolo in frontespizio, costituiscono un vero e proprio poema unitario. Tanti i riferimenti classici e non, tante le note letterarie e di stile che potremmo fare su questo che viene considerato, a ragione, un capolavoro. Ma quello di cui noi oggi parleremo non è tutto ciò. Oggi noi scopriremo il senso profondo del vero amore. Così come ci viene raccontato da Salinas.

Svegliati. Il giorno ti chiama
alla tua vita: al tuo dovere.
A nient’altro che a vivere.

Siamo abituati alla poesia romantica, ai grandi slanci amorosi di Neruda, fatti di passione e carne, o all’amore “da bacio perugina” che banalizza e riduce tutto ad uno sterile “per sempre”, ad un amore idealizzato, empireo, quasi platonico.  La verità è che nulla di tutto ciò si avvicina veramente a quello che è l’amore così come lo viviamo quotidianamente. Quello con cui ci ritroviamo a confrontarci ogni giorno, svegliandoci accanto alla nostra metà, che spesso è tutto fuorché dolce. Quello che vive nell’incertezza dei sentimenti dell’altro, della possibilità che un giorno, più o meno inspiegabilmente, la vita possa portarci via l’uno all’altro, senza neppure soffrire così come ci aspetteremmo. Quello fatto di caffè e spremute la mattina, di rigurgiti sulla spalla di neonati accentratori, di serate con amici ad ingresso riservato, di piccole bugie, di continui compromessi o sottili litigi.

Quella di Salians, in questo senso, può essere definita una “poesia della memoria”, che non racconta una storia di senso, consequenziale, fatto di avvenimenti, ma di piccole tracce di quotidianità, di piccoli gesti e ricordi. Una poesia delle piccole cose, ma non necessariamente una poesia piccola.

Tu vivi sempre nei tuoi atti.
Con la punta delle dita
sfiori il mondo, gli strappi,
aurore, trionfi, colori,
allegrie: è la tua musica.
La vita è ciò che tu suoni.

Perché l’anelito di Salinas, leggendo tra le righe, trascende quella stessa memoria di cui si fa portavoce e diventa simbolo di un altro amore e di un altro sentimento: quello della costante ricerca della conoscenza, dell’altro, di noi stessi e, soprattutto, della scoperta a cui inevitabilmente la ricerca stessa conduce. Ce lo dice l’autore quando sostiene che “L’arte è una costante scoperta; non si concede sosta nella sua ansia esploratrice, nella sua sete di rinnovamento, anche quando navighi per mari molto solcati…“. Quindi, non solo una poesia d’amore e di affetti personali, ma un componimento che ci parla di memoria e di ricerca, entrambe azioni che il poeta fa nel presente, nel reale, ben lontano dal mondo platonico degli assolutismi.

Che allegria, vivere
e sentirsi vissuto.
Arrendersi
alla grande certezza, oscuramente,
che un altro essere, fuori di me,
molto lontano,
mi sta vivendo.

Se l’amore è doloroso quando viene idealizzato, possiamo dire che quello reale lo sia meno? No, e Salinas lo conferma parlandoci, nei suoi versi, di tutte le gioie e i dolori, le ansie dei non detti e delle paure che gli innamorati, ogni giorno vivono e alle quale devono sopravvivere.

E sto abbracciato a te
senza chiederti nulla, per timore
che non sia vero
che tu vivi e mi ami.


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