In libreria dal 27 gennaio, Avrai i miei occhi è un distopico appassionato e appassionante. Edizioni Zona42
Si parla molto, in questo ultimo periodo di fantascienza, di distopia e di scrittori che, oggi, continuano a scriverne e a movimentare un genere tra i più discussi di sempre. In libreria seguiamo con molta attenzione le evoluzioni di questo scenario e per questo, il primo consiglio di lettura di questa settimana è dedicato a una autrice che, da lunedì 27 gennaio sarà nuovamente in libreria con il suo nuovo romanzo: Avrai i miei occhi edizioni Zona42. Lei si chiama Nicoletta Vallorani e, da sempre scrive e ha fatto della scrittura una parte importante della sua vita. Premio Urania nel 93 con il romanzo cyberpunk, Il cuore finto di DR, scrive gialli come Le sorelle sciacallo [ed. Il Gattaccio] e romanzi intensi come Le madri cattive [Salani], ma anche saggi e libri per l’infanzia. Ogni suo libro o racconto è un mondo fatto di relazioni, personaggi a tutto tondo, di visioni e, soprattutto, prima anche del genere di storie. |
Ascolta le prime pagine del libro
Con Avrai i miei occhi ci consegna non solo un nuovo romanzo di fantascienza, non solo un noir profondo e denso, non solo un distopico dei più genuini. Avrai i miei occhi è tutti questi elementi, messi insieme da una narrazione potente e perturbante, che ha il potere di sedimentarsi nel nostro animo di lettori e di farci riflettere, di porci domande, di farci smarrire (e non necessariamente di farci ritrovare), di farci scavare nel profondo di noi stessi per trovare quel po’ di Nigredo e di Olivia – le due voci del romanzo – che c’è in noi. Tra le pagine scritte da Nicoletta Vallorani, come in quelle di altri bravi autori come Miller e Mieville, si percepisce la necessità del racconto di non essere solo storia, solo successione di fatti, ma avamposto, resistenza, urgenza, pensiero. A corredo di tutto ciò, arriva anche l’ambientazione. Siamo a Milano, in una città che anche se fisicamente non è la città dei nostri giorni, potrebbe però benissimo essere metafora dell’anima più nera di questa grande metropoli. |