LIBRERIA DEL GIALLO E DEL FANTASTICO
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La sconosciuta di Porta Venezia

16,90
Milano, prima settimana di un agosto rovente. Il quartiere di Porta Venezia, solitamente così animato, è semideserto. A catturare l’attenzione di chi osa sfidare il caldo soffocante è un’affascinante sconosciuta, che si aggira per le strade avvolta da un alone di mistero. La sua improvvisa apparizione coincide con una sequenza di morti che insanguina la città, e non solo. Il primo a perdere la vita è Maurizio Del Fa, un affermato immobiliarista del lusso, investito una notte da un’automobile. Nel volgere di pochi giorni si susseguono altri decessi. Le cause non sono apparentemente riconducibili a circostanze criminose. Nel frattempo Delia, l’anziana e bizzarra magliaia di via Lecco con il “vizio” di improvvisarsi detective, è degente in ospedale a seguito di un intervento chirurgico. Ciascun visitatore, incalzato dalla sua fervida curiosità, la ragguaglia sugli eventi. Emerge che le vittime – chi nel presente, chi nel passato – sono tutte legate al microcosmo di Porta Venezia, di cui la magliaia conosce ogni segreto. Lei non crede al caso. È convinta che esista una sola mano assassina. Si confida con l’amico commissario Attilio Masini, ma il suo sospetto viene ritenuto da lui privo di fondamento. L’indagine è delicata, quasi impossibile. Eppure la magliaia Delia, dalla sua camera d’ospedale, riuscirà ancora una volta a risolvere l’enigma. E grazie al suo intuito e alla sua perseveranza, farà emergere una verità inattesa e agghiacciante.
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Milano, prima settimana di un agosto rovente. Il quartiere di Porta Venezia, solitamente così animato, è semideserto. A catturare l’attenzione di chi osa sfidare il caldo soffocante è un’affascinante sconosciuta, che si aggira per le strade avvolta da un alone di mistero. La sua improvvisa apparizione coincide con una sequenza di morti che insanguina la città, e non solo. Il primo a perdere la vita è Maurizio Del Fa, un affermato immobiliarista del lusso, investito una notte da un’automobile. Nel volgere di pochi giorni si susseguono altri decessi. Le cause non sono apparentemente riconducibili a circostanze criminose. Nel frattempo Delia, l’anziana e bizzarra magliaia di via Lecco con il “vizio” di improvvisarsi detective, è degente in ospedale a seguito di un intervento chirurgico. Ciascun visitatore, incalzato dalla sua fervida curiosità, la ragguaglia sugli eventi. Emerge che le vittime – chi nel presente, chi nel passato – sono tutte legate al microcosmo di Porta Venezia, di cui la magliaia conosce ogni segreto. Lei non crede al caso. È convinta che esista una sola mano assassina. Si confida con l’amico commissario Attilio Masini, ma il suo sospetto viene ritenuto da lui privo di fondamento. L’indagine è delicata, quasi impossibile. Eppure la magliaia Delia, dalla sua camera d’ospedale, riuscirà ancora una volta a risolvere l’enigma. E grazie al suo intuito e alla sua perseveranza, farà emergere una verità inattesa e agghiacciante.
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C’è un cadavere sui bastioni di Porta Venezia

14,90
Nel quartiere milanese di Porta Venezia, l’anziana e bizzarra magliaia Delia osserva tutto e tutti dal suo laboratorio di via Lecco. Un giorno, il ritrovamento di alcune vecchie Polaroid in una can- tina, finite per caso nelle sue mani, le riporta alla memoria un delitto del passato: quello di Tommaso Marangon, un diciannovenne veneto trasferitosi a Milano nel 1984 per studiare alla Bocconi, sgozzato con un coccio di bottiglia sui Bastioni di Porta Venezia. All’epoca l’omicidio fu archiviato come un caso di rapina finita male. Ma se Delia aveva già dubitato a suo tempo di quella tesi, ora più che mai è convinta che i fatti andarono diversamente. Comincia così quella che il suo amico commissario Attilio Masini definirà un’indagine impossibile. Tra ricordi, incontri con persone ormai quasi dimenticate, colpi di scena e un nuovo efferato omicidio, che dara ancora più consi- stenza alla versione della magliaia. In una storia che alterna le vicende della Porta Venezia anni Ottanta, quando era definita la casbah, a quelle del presente, con la vivacità dei locali alla moda, Delia riuscirà a ricostruire i pochi mesi di vita di Tommaso a Milano, dove il ragazzo aveva trovato il suo “paese dei balocchi” come un novello Pinocchio. Fino a che, grazie a un intuito investigativo fuori dal comune, la magliaia arrivera a scoprire la tragica verità.
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C’è un cadavere sui bastioni di Porta Venezia

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Nel quartiere milanese di Porta Venezia, l’anziana e bizzarra magliaia Delia osserva tutto e tutti dal suo laboratorio di via Lecco. Un giorno, il ritrovamento di alcune vecchie Polaroid in una can- tina, finite per caso nelle sue mani, le riporta alla memoria un delitto del passato: quello di Tommaso Marangon, un diciannovenne veneto trasferitosi a Milano nel 1984 per studiare alla Bocconi, sgozzato con un coccio di bottiglia sui Bastioni di Porta Venezia. All’epoca l’omicidio fu archiviato come un caso di rapina finita male. Ma se Delia aveva già dubitato a suo tempo di quella tesi, ora più che mai è convinta che i fatti andarono diversamente. Comincia così quella che il suo amico commissario Attilio Masini definirà un’indagine impossibile. Tra ricordi, incontri con persone ormai quasi dimenticate, colpi di scena e un nuovo efferato omicidio, che dara ancora più consi- stenza alla versione della magliaia. In una storia che alterna le vicende della Porta Venezia anni Ottanta, quando era definita la casbah, a quelle del presente, con la vivacità dei locali alla moda, Delia riuscirà a ricostruire i pochi mesi di vita di Tommaso a Milano, dove il ragazzo aveva trovato il suo “paese dei balocchi” come un novello Pinocchio. Fino a che, grazie a un intuito investigativo fuori dal comune, la magliaia arrivera a scoprire la tragica verità.
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La matta di Milano. La prima indagine del commissario Caronte

12,90
Milano, inverno 1964. In una gelida alba, la portinaia di uno stabile di viale Montenero, trova un cadavere sul marciapiede di fronte a casa. Si tratta di un giovane con la testa fracassata, privo di documenti. L'indagine viene subito affidata al commissario Caronte, conosciuto per certe asperità del carattere e uno stile di vita piuttosto originale. Probabilmente non è il poliziotto ideale, soprattutto in un'Italia come quella dei primi anni Sessanta. Poco propenso a retorica e formalità, cerca di svolgere al meglio il proprio lavoro, assistito da alcuni collaboratori fidati, in particolare il buon Perotti, col suo carico di problemi famigliari, una salute non proprio di ferro e il look vagamente alla Bogart. Nel tempo libero, il commissario, oltre a frequentare una donna affascinante e capace di smussare, con eleganza, i suoi lati più ruvidi, ama leggere romanzi classici di avventura e volumi di storia italiana, frequentare sale biliardo, cabaret e soprattutto osterie sul Naviglio, in particolare quella del Tenaglia, alla Ripa di Porta Ticinese: lì si mangiano i piatti tipici, si beve e si cantano le canzoni della Mala fino a notte fonda. Con lui, quasi sempre, i suoi migliori amici: Beppe, giornalista de "La Gazzetta dello Sport", buongustaio tiratardi grande tifoso del Milan di Rocco e Rivera, e Rommel, cronista di nera de "Il Corriere della Sera", dongiovanni, appassionato di jazz, elegante e squattrinato. Con loro, i personaggi di una Milano che sembra sospesa nel tempo, in un mondo che sta rapidamente cambiando, tra grandi mutamenti sociali e forti tensioni politiche. L'indagine prende una direzione precisa quando viene accertata l'identità del giovane morto. Si tratta di Giuseppe Magnaghi, detto Pino, disoccupato residente alla Bovisa. Con lui abitano il padre, la madre, un fratello minore che sogna di "fare il corridore in bicicletta" e una sorella, Maristella, bellissima ragazza di vent'anni che con Pino condivide il desiderio di emanciparsi da quella vita che ritengono squallida.
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Milano, inverno 1964. In una gelida alba, la portinaia di uno stabile di viale Montenero, trova un cadavere sul marciapiede di fronte a casa. Si tratta di un giovane con la testa fracassata, privo di documenti. L'indagine viene subito affidata al commissario Caronte, conosciuto per certe asperità del carattere e uno stile di vita piuttosto originale. Probabilmente non è il poliziotto ideale, soprattutto in un'Italia come quella dei primi anni Sessanta. Poco propenso a retorica e formalità, cerca di svolgere al meglio il proprio lavoro, assistito da alcuni collaboratori fidati, in particolare il buon Perotti, col suo carico di problemi famigliari, una salute non proprio di ferro e il look vagamente alla Bogart. Nel tempo libero, il commissario, oltre a frequentare una donna affascinante e capace di smussare, con eleganza, i suoi lati più ruvidi, ama leggere romanzi classici di avventura e volumi di storia italiana, frequentare sale biliardo, cabaret e soprattutto osterie sul Naviglio, in particolare quella del Tenaglia, alla Ripa di Porta Ticinese: lì si mangiano i piatti tipici, si beve e si cantano le canzoni della Mala fino a notte fonda. Con lui, quasi sempre, i suoi migliori amici: Beppe, giornalista de "La Gazzetta dello Sport", buongustaio tiratardi grande tifoso del Milan di Rocco e Rivera, e Rommel, cronista di nera de "Il Corriere della Sera", dongiovanni, appassionato di jazz, elegante e squattrinato. Con loro, i personaggi di una Milano che sembra sospesa nel tempo, in un mondo che sta rapidamente cambiando, tra grandi mutamenti sociali e forti tensioni politiche. L'indagine prende una direzione precisa quando viene accertata l'identità del giovane morto. Si tratta di Giuseppe Magnaghi, detto Pino, disoccupato residente alla Bovisa. Con lui abitano il padre, la madre, un fratello minore che sogna di "fare il corridore in bicicletta" e una sorella, Maristella, bellissima ragazza di vent'anni che con Pino condivide il desiderio di emanciparsi da quella vita che ritengono squallida.
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Morte a Porta Venezia. La magliaia Delia indaga in una Milano deserta

14,90
Milano, marzo 2020. Anche il vivace quartiere di Porta Venezia cambia volto, dopo le disposizioni governative che invitano la popolazione a restare chiusa in casa. Le strade si svuotano, le convivenze forzate mettono a dura prova i rapporti di coppia e le persone faticano a imparare le regole per contrastare il nuovo virus. Con le saracinesche dei negozi che si abbassano, solo la vecchia e bizzarra magliaia Delia rimane arroccata nel suo laboratorio di via Lecco. Il momento è difficile per tutti. E quando un mattino, all'interno di un appartamento che ha tutto il sapore di una "garçonnière", viene ritrovato il cadavere di un uomo impiccato, si pensa subito al suicidio. La vittima è un pubblicitario di successo, Mirco Ferretti, che abitava con la moglie Bianca nella lussuosa Casa della Fontana. Ma niente è come sembra. A indagare sul caso è il commissario Attilio Masini, uomo malinconico e amante di Schopenhauer, nelle cui pagine cerca conforto all'infelicità che lo affligge. Ben presto verranno alla luce segreti scabrosi: una torbida relazione della vittima con una giovane cinese chiamata Jasmine, conosciuta in un centro massaggi, e il sospetto che la ragazza sia stata segregata in quell'appartamento, che risulterà essere di proprietà del suocero Ludovico Romei. A ingarbugliare la vicenda, lo strano comportamento e le reticenze di ogni personaggio coinvolto. Arrivare a una soluzione sembra difficile, in una Milano deserta e silenziosa. Tanto più che un secondo omicidio scompiglierà le carte in tavola. Ma sarà Delia, grazie al suo intuito e alla sua capacità di andare a fondo nell'animo umano, a far emergere la verità. Sorprendente e dolorosa.
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Milano, marzo 2020. Anche il vivace quartiere di Porta Venezia cambia volto, dopo le disposizioni governative che invitano la popolazione a restare chiusa in casa. Le strade si svuotano, le convivenze forzate mettono a dura prova i rapporti di coppia e le persone faticano a imparare le regole per contrastare il nuovo virus. Con le saracinesche dei negozi che si abbassano, solo la vecchia e bizzarra magliaia Delia rimane arroccata nel suo laboratorio di via Lecco. Il momento è difficile per tutti. E quando un mattino, all'interno di un appartamento che ha tutto il sapore di una "garçonnière", viene ritrovato il cadavere di un uomo impiccato, si pensa subito al suicidio. La vittima è un pubblicitario di successo, Mirco Ferretti, che abitava con la moglie Bianca nella lussuosa Casa della Fontana. Ma niente è come sembra. A indagare sul caso è il commissario Attilio Masini, uomo malinconico e amante di Schopenhauer, nelle cui pagine cerca conforto all'infelicità che lo affligge. Ben presto verranno alla luce segreti scabrosi: una torbida relazione della vittima con una giovane cinese chiamata Jasmine, conosciuta in un centro massaggi, e il sospetto che la ragazza sia stata segregata in quell'appartamento, che risulterà essere di proprietà del suocero Ludovico Romei. A ingarbugliare la vicenda, lo strano comportamento e le reticenze di ogni personaggio coinvolto. Arrivare a una soluzione sembra difficile, in una Milano deserta e silenziosa. Tanto più che un secondo omicidio scompiglierà le carte in tavola. Ma sarà Delia, grazie al suo intuito e alla sua capacità di andare a fondo nell'animo umano, a far emergere la verità. Sorprendente e dolorosa.
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