Per ComfortBook, Antonella Gonella ha letto e recensito “Qualcuno da amare” di Barbara Pym – La Tartaruga – Baldini+Castoldi.
Chi non vorrebbe Qualcuno da amare? Di sicuro lo desidera la florida ed elegante Harriet Bede che soddisfa il suo desiderio di ammirazione, prodigandosi per il benessere dei giovani curati di volta in volta assegnati alla parrocchia del paese. Poveri, spesso timidi, qualche volta abili opportunisti, i destinatari delle sue cure accolgono riconoscenti le attente premure della benefattrice e ricambiano con una corte galante e priva di rischi. La sorella Belinda, dal carattere più riservato e animata da timide pretese letterarie, si rifugia invece nello sfortunato amore di gioventù per l’arcidiacono in carica, la cui natura egoista, unita alla presenza di una moglie ambiziosa, lo pone adeguatamente al sicuro da concrete mire matrimoniali. Si tratta di un’infatuazione consapevole, “poiché, sebbene Belinda lo amasse fedelmente da più di trent’anni, doveva riconoscere che possedeva ben poche delle virtù più palesi che ci si sarebbe aspettati dal parroco della propria parrocchia”.
Una commedia ironica e un po’ malinconica
La dichiarazione che arriva alla quarta pagina del libro è forse la chiave per comprendere l’intero romanzo edito, tra gli altri, da Baldini & Castoldi (pubblicato nel 2015). Un’allegra e un po’ malinconica commedia, in cui ogni personaggio è tutto sommato piuttosto soddisfatto del proprio ruolo e della parte che si è ritagliato nella piccola comunità. Nessun rimpianto, dunque. Ma dialoghi vivaci e velatamente impertinenti. L’autrice, la britannica Barbara Pym, regala al lettore due figure femminili degne di nota.
 E fotografa da par suo con sottile ironia la società benpensante della campagna inglese. Una tranquilla quotidianità fatta di inviti a pranzi e cene, abiti, lavori a maglia, pettegolezzi e amicizie. 
Oltre al legame solido e incorruttibile tra sorelle che fanno dell’autonomia e dell’indipendenza acquisite nel tempo un solido baluardo contro i cambiamenti e i rischi dell’ignoto. La perdita di un’opportunità di vita più piena non sembra poi così grave, se paragonata con le meschinità altrui che traspaiono da esistenze solo apparentemente perfette. 
La noia delle perfezione (o forse no?)
Il libro diventa così consolante e consolatorio inno al sapersi accontentare e alla capacità di creare un universo fatto di piaceri e comodità per traghettarsi attraverso la società contemporanea. Una certezza che lo rende lettura adatta per un tranquillo pomeriggio. Sai che nulla di male può accadere tra le pagine. Che partito un curato ne arriverà un altro, da conquistare e blandire nel gioco innocente di una seduzione che sfida le malelingue e non punta a nulla. Neppure l’arrivo a sorpresa di un bibliotecario incline alle pinte di birra e del vescovo di un’esotica diocesi africana ansioso di accasarsi potranno scalfire la tranquillità raggiunta.
L’autrice, attraverso una narrazione solo apparentemente disimpegnata, sembra avere molto da dire. Non stupisce la recente scoperta di un possibile coinvolgimento di Barbara Pym nelle attività di intelligence britannica durante la seconda guerra mondiale, annunciato da un articolo del quotidiano inglese The Guardian. L’acuto spirito di osservazione che regala godibilissime istantanee del mondo borghese ben si addice alle qualità richieste ad un agente segreto. Magari, ci dice lei tra le righe, non tutti siamo fatti per grandi imprese. Ma non è forse un atto di coraggio degno della massima ammirazione la capacità di sottomettersi di buon grado alla quotidianità e trarne il meglio? 
Magari in compagnia di un buon libro.
La trama del libro di Barbara Pym

A saperlo un curato dovrebbe richiedere come destinazione la parrocchia dove abita Harriet Bede: calzini e sciarpe fatte a maglia, attenzioni continue ottime cene rallegrerebbero la sua parca esistenza. Harriet ha per i curati un debole inguaribile. La sorella Blinda coltiva invece da trent’anni un amore impossibile per l’arcidiacono, che, sposato a una donna intrigante e ambiziosa, non disdegna talvolta di scaldarsi al tranquillo calore dell’affetto di lei. La vita in paese scorre rassicurante e immobile finché a movimentarla non arrivano due strani personaggi: un bibliotecario incline tanto ai libri quanto alle pinte di birra e un vescovo di un’esotica diocesi africana ansioso di accasarsi.

