Fiorenza Pistocchi recensisce per il Covo il romanzo “La curva dell’oblio” di Gian Andrea Cerone – Guanda
La donna che pochi minuti prima gli era sfrecciata accanto nei pressi della fonte esce correndo da un intrico di ginepri ingrigiti dall’autunno. Incespica sul duro terreno nascosto sotto il tappeto di cerfoglio ed erba tardiva. Si risolleva prontamente, puntellandosi con le mani e osservando terrorizzata il bosco che incombe alle sue spalle. Perfino da lassù, a duecento metri di distanza, si percepisce l’odore acre della sua paura.
…
All’improvviso un fruscio inatteso. Una figura maschile fasciata in una tuta mimetica, il viso celato da un passamontagna nero, prorompe dalla trincea di rovi che sovrasta il lato settentrionale del prato e si precipita giù dalla riva per tagliare la strada alla donna. Forse l’osservatore potrebbe provare ad avvisarla facendo rumore, o magari innescando una pioggia di pietrisco lungo la parete rocciosa. Ma siccome conosce bene il tragico destino delle prede, rimane immobile come una statua e continua a osservare la scena dall’alto, attendendo l’ineluttabile incrocio delle due traiettorie umane.
La curva dell’oblio – Gian Andrea Cerone
La trama de “La curva dell’oblio”
Pochi giorni dopo l’Epifania, due delitti turbano una Milano irrigidita in un gennaio glaciale, nell’attesa di una nevicata che rispecchierebbe finalmente la tradizione, troppo spesso contraddetta dal mutamento climatico. Il primo omicidio è quello di un uomo, trovato in una mansarda a Lambrate, che ha subito un lento dissanguamento, testimoniato dalle sacche di sangue che l’assassino si è compiaciuto di esibire intorno al letto di morte. L’uomo indossa l’inquietante maschera veneziana dei medici al tempo della peste. Il delitto successivo riguarda un altro uomo, trafitto da numerose stoccate inferte con un bisturi. Cosa li collega? La fotografia di una rara rosa bianca, verginale per il contrasto con il sangue, lasciata sui loro cadaveri.
Tutto fa pensare a un serial killer, così il commissario Mario Mandelli e i suoi fedeli collaboratori dell’Unità Analisi dei Crimini Violenti si mettono immediatamente in caccia. Ma Mandelli non ha fatto i conti con la politica, o meglio, con l’uso strumentale dell’influenza politica da parte di un vecchio senatore che, ormai vicino alla fine, vuole conoscere la verità sulla misteriosa morte del figlio, avvenuta dieci anni prima sulle montagne del Trentino. Il commissario viene quindi spedito, con il prezioso ispettore Casalegno, a indagare in Val di Fassa, in un contesto che conserva qualcosa di arcaico e misterioso, dove il taciuto sembra più potente della realtà e dove pare che qualcuno voglia mantenere intatto il velo dell’oblio, steso sulla morte di due ragazze e sulla scomparsa di una terza.
Delle indagini sul serial killer di Milano si devono occupare le poliziotte del gruppo, efficienti, perspicaci, creative e coraggiose, tra cui Caterina Dei Cas, la compagna di Casalegno, ormai al settimo mese di gravidanza.
Nonostante le difficoltà e i pericoli, in apparenza non tutti riconducibili a criminali reali, e perciò perturbanti, Mandelli e i suoi arriveranno alla soluzione di entrambi i casi, anche se in circostanze drammatiche, che li impegneranno anche a salvare la vita di alcuni componenti del gruppo.
Il nostro punto di vista
Quello che non manca in questo pregevole romanzo noir sono i colpi di scena, seminati con perizia dall’autore per mantenere il lettore sempre vigile e interessato allo svolgimento della storia. Anche il continuo alternarsi degli scenari, tra Milano e il Trentino, ottiene questo risultato.
Questo è il quarto romanzo di Cerone che vede all’opera gli stessi personaggi principali. Ne apprezziamo l’evoluzione e la sempre più precisa connotazione caratteriale, oltre all’apporto di nuove figure, che si intuisce potranno far parte dei prossimi romanzi. Ma tra tutti spicca il commissario Mario Mandelli, il cui talento investigativo si accompagna ai momenti in cui dubita di sé stesso, per una certa insicurezza nei rapporti familiari, soprattutto quelli con il figlio, mentre nelle indagini la sua logica è implacabile, supportata spesso dall’intuizione e alimentata dalla capacità di osservare e ascoltare anche quello che ad altri potrebbe sfuggire.
Un altro tema che si svela è quello dell’amicizia e della fiducia che esiste tra i vari componenti dell’Unità: sono uomini e donne che hanno imparato ad aiutarsi e sostenersi in ogni circostanza.
Il romanzo traccia ambientazioni accurate: a Milano si respira un’aria quasi malinconica, tra le strade, i parchi, il Museo Botanico, in cui si spingono a indagare le collaboratrici di Mandelli; il freddo, la spruzzata di neve, la pioggia, ci restituiscono una città più silenziosa, in cui sembra possibile abbandonarsi alla meditazione.
In Trentino la particolare attenzione alla montagna, alle sue atmosfere rarefatte, alla natura che sembra incontaminata, non toccata dal crimine e dalle brutture legate alle perversioni degli umani, fa intuire quanto l’autore ami quei luoghi che diventano protagonisti, descritti con una partecipazione a tratti lirica.
Da leggere, se d’inverno davanti a un camino, per rievocare le atmosfere delle Stübe, con una fetta di strüdel e un bicchierino di grappa. E se lo leggerete a più di 25 gradi, soffermatevi sulle descrizioni della neve, vi rinfrescheranno…
L’autore
Gian Andrea Cerone nasce a Savona nel 1964; vive a Milano. Si occupa di comunicazione, di editoria televisiva, tradizionale e digitale ed è stato responsabile delle relazioni istituzionali presso il ministero dello Sviluppo Economico e presso EXPO 2015. Nel 2018 ha fondato la piattaforma editoriale di podcast Storielibere. Le sue opere precedenti, pubblicate da Guanda, sono Le notti senza sonno, Il trattamento del silenzio, Le conseguenze del male. Ha ricevuto premi e segnalazioni in importanti concorsi letterari.
Scopri il libro

All’inizio di un gennaio milanese in cui c’è aria di neve, una segnalazione anonima porta al ritrovamento di un uomo ucciso in una mansarda in zona Lambrate: indossa una maschera da medico della peste e apparentemente è morto dissanguato; intorno al suo corpo sono appese sacche piene del suo stesso sangue. Il commissario Mandelli e l’ispettore Casalegno capiscono subito di trovarsi di fronte a un’efferatezza destinata a seminare altre vittime, e a un killer che vuole attirare l’attenzione lasciando una firma: la foto in bianco e nero di una rara specie di rosa. Tutta la squadra della UACV, l’Unità di Analisi del Crimine Violento, si attiva per seguire questa pista. Ma Mandelli è costretto a lasciare l’operatività delle indagini a Caterina Dei Cas, l’ombrosa poliziotta valtellinese fidanzata di Casalegno che è ormai al settimo mese di gravidanza. Lui e Casalegno, infatti, vengono chiamati dai superiori a occuparsi di un vecchio caso in Val di Fassa: un senatore molto potente pretende che sia fatta chiarezza sulla morte di suo figlio, avvenuta dieci anni prima e archiviata come accidentale, in un periodo in cui la valle era infestata da misteriosi delitti rituali…
Le due indagini corrono parallele e Mandelli si troverà a combattere pericoli spettrali e altri fin troppo concreti, mentre cercherà di dipanare la matassa del passato liberandola dalla legge implacabile dell’oblio.