La nostra Ladruncola di storia ha letto per La Biblioteca segreta del Covo: “Paura del Buio” di Hereward Carrington, edito da AbeEditore
AbeEditore ha portato in libreria, nell’ottobre 2025, un testo molto singolare, che la nostra Ladra ha letto l’appuntamento con La Biblioteca Segreta del Covo. Si tratta del breve racconto/testimonianza di Hereward Carrington dal titolo “Paura del Buio” tradotto da Antonella Castello e Lorenzo Incarbone.
“Per tutta la vita ho avuto paura del buio.”
Di cosa si tratta
Ci sono paure che ci accompagnano fin dall’infanzia, sopravvivono alla ragione e restano annidate negli angoli più profondi della coscienza. Una di queste è la paura del buio. A evocarla con sorprendente lucidità fu Hereward Carrington, parapsicologo e scrittore britannico naturalizzato statunitense, nel racconto “The Terror of the Dark” — conosciuto in Italia come “La paura del buio”.
Apparso nel volume True Ghost Stories del 1915, il testo mescola autobiografia, osservazione psicologica e suggestione soprannaturale, offrendo un ritratto di un’epoca in cui la scienza e lo spiritismo convivevano in un equilibrio fragile e affascinante.
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Chi è Hereward Carrington
Hereward Carrington (1880–1958) non era un narratore in senso stretto, ma un ricercatore di fenomeni paranormali. Nato a St. Helier, nell’isola di Jersey, si trasferì negli Stati Uniti giovanissimo e divenne una delle figure più note del movimento spiritista angloamericano.
Fu membro della Society for Psychical Research di Londra e per decenni si dedicò a investigare casi di medium, apparizioni e fenomeni inspiegabili, con un atteggiamento oscillante tra il rigore scientifico e la fascinazione per l’occulto. Pubblicò oltre cento opere su telepatia, vita dopo la morte, ipnosi e “forze sconosciute”, diventando un punto di riferimento nel campo della parapsicologia popolare.
Eppure, Carrington non era un credulone. Anzi, gran parte dei suoi scritti alterna entusiasmo e prudenza, come se fosse costantemente diviso tra la volontà di credere e il bisogno di dimostrare. True Ghost Stories (1915), la raccolta in cui appare The Terror of the Dark, ne è un esempio perfetto: non si tratta di un libro di pura narrativa, ma di un mosaico di esperienze, testimonianze e riflessioni sull’invisibile.
La confessione di una paura
Carrington non introduce una storia di fantasmi nel senso tradizionale, bensì un’esperienza personale. Il narratore — verosimilmente l’autore stesso — racconta di come, sin da bambino, il buio gli abbia sempre ispirato un timore profondo e irrazionale. Una notte, in una vecchia casa, mentre dormiva, si sveglia all’improvviso e vede accanto al letto la figura di un giovane vestito di stracci. La visione è così vivida che per un attimo la prende per reale. Solo dopo qualche istante, la figura svanisce nell’oscurità.
Carrington non descrive la scena con enfasi gotica né con l’intenzione di spaventare. Al contrario, la affronta come un caso di studio. Si chiede se si sia trattato di un’allucinazione ipnagogica, di un sogno a occhi aperti o di un fenomeno psichico autentico. Quel che conta, però, non è tanto stabilire la verità dell’apparizione, quanto riflettere sul potere che il buio esercita sulla mente umana.
Nei reconditi meandri della paura
In La paura del buio, Carrington anticipa temi che diventeranno centrali nella psicologia del Novecento. L’oscurità, scrive, non è temibile di per sé: ciò che spaventa è l’incertezza, l’impossibilità di vedere e quindi di controllare.
Nel buio, la mente proietta le proprie angosce; ogni ombra diventa minaccia, ogni rumore assume un significato sinistro. È una paura “costruita” dal cervello, una suggestione che si alimenta da sola. In questo senso, il racconto non parla soltanto del soprannaturale, ma della potenza dell’immaginazione.
L’autore osserva come il timore dell’oscurità sia un retaggio evolutivo: nei secoli in cui l’uomo viveva in ambienti privi di luce artificiale, la notte rappresentava un reale pericolo. Animali, nemici, disorientamento: tutto ciò che poteva nuocere arrivava dal buio. Con la modernità, spiega Carrington, la paura non è scomparsa, ma si è interiorizzata, trasformandosi in ansia e superstizione.
