L’insolito lettore del Covo ha letto e recensito per noi il disturbante e scomodo “Storie Parallele di Péter Nádas”
Sono uscito indenne dal dedalo di Storie Parallele ideato dalla mente geniale di Péter Nádas. Parliamo di letteratura scomoda e disturbante, così disturbante da indurmi quasi a gettar la spugna. Non l’ho fatto, sono arrivato fino in fondo, fino all’ultima delle 1888 pagine della trilogia. Forse stremato, ma sicuramente soddisfatto di aver letto una grande opera. Maestosa. Scritta con indiscutibile abilità da uno dei più grandi scrittori della letteratura contemporanea ungherese. Non troverete una trama ben definita, non è necessaria. Basta il mescolarsi dei ricordi dei tanti personaggi per ricostruire il dolore, la sofferenza e gli orrori vissuti in terra magiara dalla Seconda guerra mondiale alla caduta del muro di Berlino. Memorie di campi di sterminio, di deportazioni, di repressione. Memorie della rivoluzione ungherese del ’56. Memorie della violenza prima nazista e poi stalinista.
Un viaggio disturbante
Chi deciderà di immergersi in questo incredibile viaggio disturbante, fatto di continui salti temporali, non si faccia ingannare dall’incipit del primo dei tre volumi. Non è un giallo, un noir o un thriller. Il ritrovamento di un cadavere e l’investigazione iniziale sono solo un espediente per inoltrarsi nel labirinto di Storie parallele affollate di personaggi descritti sin nel profondo. Personaggi sottoposti a un’attenta analisi psicologica. Personaggi caratterizzati dal dolore introspettivo. Ne conosceremo, senza filtri, la sessualità che si presenterà fluida. Le tante pagine dedicate ai loro amplessi potranno sembrare eccessive, qualcuno potrebbe addirittura definirle pagine di pornografia con picchi di feticismo, ma attenzione a non fraintendere. Se arriverete a leggere la trilogia fino in fondo, vi renderete conto che sono pagine necessarie per conoscere ogni singolo personaggio fino al loro intimo sentire. Il sesso è per loro uno strumento di consolazione e conforto, la ricerca del piacere permette di dimenticare, anche solo per qualche attimo, la cruda realtà che li circonda. Cosa dire poi della cifra stilistica dell’autore: pura letteratura. I dialoghi non sono mai distinti dal resto del testo con apici, virgolette o trattini. Le voci dei personaggi spesso si fondono con la voce narrante, sembrano parti di una coscienza collettiva espressa attraverso una prosa tanto elegante e poetica quanto cruda e drammatica. Una coscienza collettiva, una memoria collettiva fatta anche di memorie individuali, di memorie dei singoli che perdono e trovano la propria identità. Spesso fragile e mutevole nel tempo. Modellata dal dolore e dalla mancanza di libertà. Non è un caso che il terzo volume, quello più cospicuo, si intitoli: Il respiro della libertà.
Non aggiungo altro, spero di aver stimolato la vostra curiosità. Solo un ultimo suggerimento: non fatevi scoraggiare dalla mole dell’opera. D’altronde, Péter Nádas, sembra che abbia impiegato solo diciott’anni per scriverla! Di certo, non poteva trattarsi di un romanzo breve…
Leggi il libro

È il 1989, l’anno della caduta del Muro, e qualche giorno prima di Natale uno studente trova il cadavere di un uomo riverso sulla panchina in un malfamato parco berlinese. Mentre la neve volteggia quieta e silenziosa, il dottor Kienast indaga sull’identità della vittima, un uomo curato e distinto, e sulle cause del decesso. Da questa scena parte una trama labirintica che ripercorre la storia di moltissimi europei nel tormentato periodo a cavallo della Seconda guerra mondiale. Al cuore dell’intrigo, tre uomini dai destini indissolubilmente legati: Hans von Wolkenstein, figlio di una collaborazionista del regime tedesco; Ágost Lippay Lehr, figlio di un docente universitario ungherese; e András Rott, personaggio affascinante e misterioso dallo sguardo magnetico.

Non soltanto sei riuscito a stimolare la curiosità sulla storia ma anche sull’autore. Di sicuro i temi trattati non sono facili da digerire ma attraverso la tua analisi sono piacevolmente sospinto verso una realtà che di certo farà vibrare le corde giuste dell’anima.
Grazie per questo suggerimento ed interessante articolo.
Grazie a te Salvatore, sei sempre attento a carpire nuovi stimoli per esplorare il mondo letterario.