Annelies legge per noi Cuore Capovolto di Paola Barbato, in libreria dal 28 ottobre 2025.
Il 28 ottobre 2025, esce con Neri Pozza, il nuovo attesissimo romanzo di Paola Barbato. “Cuore capovolto”, un avvincente thriller psicologico che porta diverse sfumature della letteratura noir. La scrittrice si riconferma come la regina della paura, capace di infilarsi nei pertugi delle emozioni più oscure. La sua penna è in grado di aprirsi un varco dentro ciò che generalmente le persone rifuggono. È la banalità del male che Paola Barbato racconta nei suoi romanzi, la persona apparentemente innocua che, all’interno di un contesto diverso da quello consueto, fa emergere il suo lato più oscuro. È l’ordinario che si carica di terrore.
L’autrice ci trascina in un mondo dove il confine tra realtà e finzione si assottiglia, e dove l’orrore non è solo là fuori, ma dentro le persone che cercano di combatterlo.
La trama
Perchè?
Nei giorni, nelle settimane, nei mesi e negli anni seguenti, Attilio Petronio si sarebbe chiesto perché.
Perché quella sera aveva fatto quello che aveva fatto? Era bastato davvero il piccolo incidente in bagno? Il fastidio per il modo in cui Ilaria aveva liquidato la cosa? Oppure era stato un istinto, una premonizione?
Non avrebbe trovato risposta, anche se la risposta c’era.”
Leonardo Petronio ha solo dodici anni quando il giorno del suo compleanno riceve finalmente un cellulare, i compagni ormai da tempo ne posseggono uno. I suoi genitori sono molto chiari con lui: in qualsiasi momento avrebbero potuto ritirarlo per controllarlo. E ai primi tempi, infatti le ispezioni vengono svolte con regolarità. Alla sera i tre si trovano e confrontano i loro smartphone. Fin tanto che l’attenzione dei genitori lentamente cala, in fondo Leonardo è uno studente modello, un preadolescente tranquillo, rispettoso delle regole, che non dà adito a preoccupazioni.
Tutto pare filare come da consuetudine, almeno fino a una sera. Quando il padre entra all’improvviso in bagno e scopre il figlio in atteggiamento sospetto. Impadronitosi di nascosto del cellulare di Leonardo, trova delle foto del ragazzino nudo. Tutto fa pensare a una rete di pedofilia. Eppure, nei libri di Paola Barbato, nulla è scontato.
Alberto Danini, un agente del Servizio centrale operativo specializzato in crimini informatici, prende subito in mano la situazione. La sua missione è intercettare predatori online fingendosi un adolescente fragile. La sua specialità è studiare il mondo dell’adolescenza, carpendone i linguaggi e i simboli che la rappresentano. Il poliziotto scopre così l’app “La Rete dei Cuccioli”, apparentemente una semplice app per bambini, una di quelle che generalmente tutti possono scaricare facilmente, dove ci sono giochini innocenti. Ma dietro all’immagine del pulcino pixellato, si nasconde un meccanismo diabolico a cui si accede solo su invito. Quando l’utente riesce a entrare, riceve l’immagine temporanea del regolamento, la quale sparirà dopo la prima visualizzazione. All’interno dieci livelli di difficoltà, che corrispondono ognuno a un animaletto affettuoso. Un gioco basato sullo scambio di desideri in grado di trasportare in un universo crudele dove le persone coinvolte sembrano guidate solo dalle loro ossessioni.
Alberto Danini è un antieroe, un uomo ferito e fragile. Un informatico goffo, bistrattato dal marito per i suoi problemi di linea, abituato a combattere i mostri da dietro uno schermo. Barbato costruisce intorno a lui una psicologia autentica, fatta di esitazioni, sensi di colpa e desiderio di redenzione. Ed è proprio questa sua dimensione umana a renderlo così credibile e vicino.
Il romanzo procede con un ritmo equilibrato, alternando momenti di introspezione lenta a improvvisi scatti di tensione. La narrazione tiene il lettore incollato alla pagina, ma senza mai sacrificare la profondità emotiva. La rappresentazione del mondo digitale è realistica e disturbante. Barbato non usa il web come semplice scenario, ma come un campo di battaglia morale dove le identità si sfaldano e l’innocenza diventa vulnerabile. Il web diviene parte integrante della narrazione, un personaggio della storia, dove il confine fra reale e virtuale è talmente labile, che le azioni svolte in un mondo influiscono anche nell’altro.
Come nei suoi romanzi migliori, l’autrice racconta la crudeltà senza mezze misure. Ogni scena ha uno scopo, ogni dolore un significato. L’orrore non è mai gratuito, ma serve a rivelare quanto sia sottile la linea che separa chi salva da chi distrugge. E spesso nei libri di Paola Barbato, non si salva nessuno.
La scrittura
“Eh, ma i cattivi sono difficili da vedere. E anche da capire. Perché non sono mai del tutto cattivi. Non esiste il bianco e il nero, capisci?” Leonardo annuisce.
Lo sa. Quell’uomo lo sa.
“Ognuno segue la sua natura, e tutti cerchiamo di difendere ciò che abbiamo di più importante. A volte lo facciamo bene, altre lo facciamo male”
Lo stile di Barbato è teso e particolarmente visivo. La sua prosa è cinematografica, ma mai fredda: ogni frase pesa, respira, lascia traccia. C’è una tensione costante, un ritmo che alterna silenzi e scosse emotive, un’attenzione chirurgica al linguaggio interiore dei personaggi. È una scrittura secca, senza fronzoli che non racconta il male: lo fa percepire come se si potesse quasi toccare. La paura si respira, è un’amica fedele seduta costantemente a fianco al lettore. “Cuore capovolto” è un thriller psicologico intenso, che parla di identità, paura e ossessione.
L’autrice ci porta dentro il buio della rete e della mente umana, lasciandoci con un senso di inquietudine. È un romanzo che scava in profondità, che ferisce e fa riflettere. Nei passaggi più concitati alterna frasi brevi, quasi sincopate, a descrizioni più dense e riflessive, creando un ritmo che rispecchia lo stato mentale dei personaggi. I suoi protagonisti sono imperfetti o tormentati. Spesso vittime di abusi o traumi. Barbato ha il coraggio di insinuarsi nella miseria umana e la racconta senza alcuna remora, lasciando il lettore spiazzato e talvolta con un senso di amarezza. È una scrittrice che non coccola, ma accompagna nelle discese di un’introspezione quasi dolorosa.
Ogni romanzo di Paola Barbato è un’esperienza immersiva, spesso scomoda, ma sempre umana e autentica. Il male nei suoi romanzi non è mai un’entità esterna, ma una possibilità che si annida dentro le persone comuni.
Due parole su Paola Barbato
Nata a Milano nel 1971 ed è una delle firme più autorevoli del thriller e del noir italiano. Scrittrice, sceneggiatrice e autrice di fumetti, ha saputo costruire una carriera eclettica ma coerente, sempre centrata sull’indagine dell’animo umano e delle sue zone d’ombra. Il suo esordio nel mondo creativo avviene con il fumetto: dal 2000 Paola Barbato è una delle sceneggiatrici storiche di “Dylan Dog”, la celebre serie horror edita da Sergio Bonelli Editore.
Nel corso degli anni, ha scritto storie intense, curando soprattutto l’aspetto psicologico dei personaggi. Il suo esordio nella narrativa è del 2006 con “Bilico”. I suoi romanzi si muovono spesso tra il thriller psicologico, il dramma umano e le tinte del noir, con trame che affrontano temi come il trauma, la paura, la colpa e il confine sottile tra vittima e carnefice.
Scopri il libro

Alberto Danini è un’ombra. Agente del Servizio centrale operativo, esperto informatico, si nasconde dietro a uno schermo del dipartimento di Polizia giudiziaria perlustrando i meandri della Rete a caccia di predatori. Si finge un adolescente fragile, ma è una maschera dolorosa da indossare: un adulto che si muove come un serpente in mezzo ai ragazzi, che cambia pelle di continuo. Quel ruolo da esca entra in risonanza con il bambino fragile che anche lui è stato; per questo è il migliore in quello che fa. La sua identità di copertura nasce e muore nel mondo virtuale, mentre i colleghi lottano tutti i giorni nel mondo reale: non importa se i meriti vanno ad altri, ad Alberto rimane la possibilità di elaborare ogni volta l’orrore di cui è stato testimone. Fino al giorno in cui l’agente Danini si imbatte nella vicenda di Leonardo P., tredici anni, caduto in una rete di mostri. O almeno questo è ciò che riferisce alla polizia il padre del ragazzo; questo è ciò su cui si concentrano Alberto e la squadra. Ma in realtà i bambini non c’entrano. Dietro l’app La Rete dei Cuccioli, dal nome innocuo, si nasconde stavolta un nemico diverso, dal volto ugualmente feroce. Mentre l’indagine entra nel vivo, Alberto è costretto a esporsi, a spingersi in prima linea, mosso non da un coraggio che non sente di avere, ma dalla paura. Di non saper difendere ciò che ha di più caro. Di non sapersi fermare in tempo. Di diventare come quelli che ha sempre combattuto. Paola Barbato, come i grandi maestri del genere, immagina mondi di oscurità, li edifica davanti ai nostri occhi, ci invita a entrare. E ci lascia lì, in compagnia di un’angoscia sempre nuova.
