Aprile 19, 2025

Appunti di Musica – My David Bowie di Stefano Bianchi

Appunti di Musica recensisce “My David Bowie” di Stefano Bianchi

Appunti di Musica presenta un nuovo percorso di lettura oltre la trama crime. Con My David Bowie di Stefano Bianchi entriamo nel cuore della vita e delle opere di uno degli artisti più amati e acclamati di sempre.

La recensione della Ladra

Chi non ha mai ascoltato, anche solo per sbaglio, un brano di David Bowie? L’uomo dalle molteplici personalità, a partire dal mitico Ziggy Stardust, a The Thin White Duke sino a Alladin Sane, Halloween Jack e Nathan Adler. L’artista che ha fatto di sé opera d’arte vivente e che ha rivoluzionato la musica da lui in avanti. Figura carismatica, ma anche controversa e complessa, la scopriamo meglio in My David Bowie, omaggio personale e appassionato di Stefano Bianchi, giornalista musicale di lunga esperienza.
Attenzione, però: My David Bowie è un viaggio intimo e soggettivo attraverso la carriera di Bowie, interpretato dallo sguardo di chi lo ha vissuto in prima persona, seguendone l’evoluzione artistica e culturale da fan.

Tra le pagine di My David Bowie, Bianchi è andato a caccia di aneddoti, ricordi personali dell’autore e gossip, il tutto “arricchito” dall’analisi della discografia del Duca Bianco. Possiamo così disegnare, pagina dopo pagina, un ritratto camaleontico e sempre in trasformazione di un artista a tutto tondo.

Quella di Stefano Bianchi non è solo una “nuova” edizione dedicata a Bowie. My David Bowie affronta il “mito” con un approccio intimo e personale, che non si limita a ricostruire i fatti, ma li arricchisce con il proprio vissuto e la propria interpretazione. Il risultato è un testo ricco di dettagli, riflessioni e spunti di approfondimento, proprio come sono sempre stati gli album di David Bowie.

Consigliato a tutti coloro che conoscono, o vogliono conoscere la vita e la musica di uno degli artisti che, più di altri, ha saputo reinventarsi costantemente, lasciando un segno indelebile nella storia della musica e della cultura pop.

La trama di My David Bowie

“Quante volte con Stefano abbiamo parlato di David Bowie. Incontrato nei Seventies (io) e negli Eighties (lui). Fino a coglierlo, in tutta la sua iconicità, nel 2015 a Parigi, nella mostra kolossal intitolata Bowie is. Ancora una volta, a costo di ripetermi, parlerò del mio fortuito incontro con David. Credo, se non erro, fosse il 1970. Una domenica pomeriggio novembrina nell’affollatissimo mercatino di Camden Town, a Londra. Passeggiavo 18enne spensierato in compagnia di 2 amici più “anziani” di me: Mark Edwards e Peter Wills. Mark, all’epoca produttore dei Jethro Tull e dei Curved Air, avrebbe in seguito prodotto Brian Eno e di conseguenza alcuni dischi degli U2. Curiosavamo divertiti fra le bancarelle quando vidi Mark e Peter fermarsi a salutare un loro caro amico: un tipo magrissimo con un cappottone di capra, denti lunghissimi e un viso equino. Me lo presentarono come la nuova stella nascente del rock, ma io ai tempi non parlavo bene inglese né sapevo esattamente chi fosse… se non che avesse inciso Space Oddity. Mi dissero è David Bowie”. Dall’introduzione di Ivan Cattaneo.

Incontra Stefano Cattaneo al Covo

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