Da uno degli autori più cool del momento, una fiaba moderna che ci fa ancora sognare, aspettando la Befana. Si intitola “Di impossibile non c’è niente” e una storia così non l’avete mai letta!
Aspettando la Befana con le sue scarpe rotte e la scopa volante, io, papà Gigante Max. MicroNinja e il piccolo Capitan Falco abbiamo trovato una storia davvero singolare, che ci fa ancora sognare, anche se Natale sta finendo e, con lui, il tempo dello stare insieme in aria di festa. La storia che si sta appassionando l’ha scritta un autore che abbiamo già incontrato, Andrea Vitali. Si intitola di Di impossibile non c’è niente ed è stato pubblicato dalla Salani un paio di anni fa.
Immaginate un mondo che non a più bisogno di Babbo Natale con Renne annesse, della Befana, dei Re Magi, del Coniglio Pasquale, del Topino dei Denti e via discorrendo. Immaginate un mondo che ha letteralmente mandato in pensione tutti i personaggi della magia e della nostra fantasia. Letteralmente in pensione. Si trovano, infatti, tutti alla casa di riposo Vistalago, immersi nel loro pacifico meritato riposo (eccetto i Sette Nani che se ne vanno in giro per il mondo a supportare le proteste dei minatori). Nessuno più crede in loro e, soprattutto, nessuno ha più bisogno di loro. Fino a che una lettera non raggiunge il buon Babbo Natale con una richiesta assai particolare: Gelso e i suoi amici hanno bisogno di una mano speciale per salvare un bosco ancora più speciale. In città vogliono abbatterlo per costruire tante piccolissime case, piene di angoli di ogni tipo (da quelli cottura a quelli letto) ma prive di verde. Con i suoi amici Pero e Melo (Paolo e Pietro) hanno bisogno di un intervento magico per salvare dalla distruzione un bosco in cui i pupazzi di neve non si sciolgono mai, le fragoline sono bellissime e gli alberi crescono rigogliosi. Riuscirà il piccolo Gelso e le Renne a convincere Babbo Natale e la Befana ad intervenire? E riusciranno a salvare questa piccola oasi di pace dalla distruzione?
Quella di Vitali è una bella lettura scorrevole e simpatica, che ci sa strappare non pochi sorrisi e che, come tutte le storie”di altri tempi”, sa donare al lettore un’atmosfera magica, pur nella sua semplicità. E chi conosce questo autore sa bene che la semplicità nello scrivere, uno stile lineare e pulito sono gli elementi che più lo contraddistinguano. Gli stessi che rendono questa fiaba perfetta sia per un pubblico di adulti, che hanno voglia di leggere una storia dal sapore magico, sia per un pubblico di bambini, che di magia dovrebbero nutrirsi ogni giorno della loro vita da piccolini. Anche perché si legge, e si guarda grazie alle illustrazioni di Fabiana Bocchi, in un paio di ore e può essere tranquillamente diviso in due o tre serate di lettura, sul divano o nel lettone.
Lui era uscito dalla sua camera senza fare il minimo rumore, non voleva che qualcuna delle suore o qualcuno degli altri ospiti si accorgesse dei suoi movimenti. E men che meno quell’impicciona della Befana! Quella era una faccenda che doveva rimanere tra lui e le renne.
“Di impossibile non c’è niente!” disse, strozzandosi le parole in gola, la renna giovane.
Ma la storia, come ogni favola, ha anche una morale, di buoni propositi e bei sentimenti che, chiuso il libro, ci lascia con una bella sensazione addosso: quella che, dopo tutto, anche nel nostro contorto mondo, la bontà non è impossibile.
Perchè, chiedeva Melo con uno slancio lirico finale, tutto quello, il giallo e l’oro delle foglie, il rosso del ciliegio, il verde eterno del pino, il cangiante del larice, la nudità delle betulle, il chiacchiericcio del sottobosco, le grida di ribes e compagnia bella, avrebbe dovuto sparire per fare posto a case morte sul nascere, piccoli cimiteri per uomini e donne ancora in vita e bambini che non avrebbero avuto spazio per giocare?
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