Leo Lionni è stato un grafico, un caporedatttore, un uomo di cultura e l’autore di libri per bambini unici nel loro genere. Quando la storia racconta molte storie, leggiamo insieme Leo Lionni.
Tutti, prima o poi, siamo incappati in un suo libro. Se siete, o siete stati genitori, come noi, allora titoli come Piccolo blu e piccolo giallo, Federico, Pezzettino, L’albero Alfabeto, non ci suonano nuovi.
C’era un tempo in cui, essere grafici pubblicitari era essere anche uomini di cultura, avere una posizione politica ben precisa e saper comunicare a più livelli di lettura. C’era un tempo, e ancora raramente c’è, in cui esprimere la propria opinione era necessario come respirare. Se vi chiedete perché sto dicendo questo parlando di libri per bambini, è perché oggi, forse troppo spesso, testi come quelli scritti e ideati da Lionni vengono presi come “libri per bambini stop”, non considerando che il messaggio che essi portano porrà le basi degli adulti che un giorno saranno i nostri figli.
Esagero? Forse. Dopo tutto sono una Ladra e alle volte mi faccio prendere la mano 😊 ma una cosa è vera: testi come Piccolo blu e piccolo giallo, Guizzino o Federico ci insegnano valori che spesso, da adulti, dimentichiamo. Il rispetto per l’altro, la diversità, la non violenza, il cambiamento, la molteplicità e relatività del reale. Tutte cose che oggi abbiamo chiuso in un cassetto, a qualsiasi livello sociale.
Ma non solo.
Narrazione e grafica danno vita ad un universo speciale che è in grado di conciliare fantasia e reale, immaginario e quotidianità, insegnandoci che molto di quello che facciamo dipende da noi stessi e non da altri, ma che con gli altri si fortifica e si alimenta.
In un mondo fatto di individualismi, dove il corporativismo è relegato alla mafia e ai regimi, forse vale la pena chiedersi il vero significato di certe trovate narrative e grafiche di Lionni. Eccone solo alcuni esempi.
Piccolo blu e piccolo giallo sono due amici il cui volersi bene diventa un atto di condivisione tale da far nascere un nuovo colore, il verde, tanto che gli stessi genitori non sono più in grado di riconoscerli. Al di là di tutte le teorie gender e non gender, la sensibilità di Lionni ci racconta la bellezza della condivisione e la capacità, grazie al confronto e la comprensione dell’altro, di cambiare in meglio, di diventare un colore diverso da sé stessi ma che non rinneghi l’essere “sé stessi”.
In Pezzettino Lionni ci racconta una storia di fragilità che, con la consapevolezza della propria natura, dei propri limiti, ci mostra come trasformarla in forza. Ci racconta la storia di un piccolino in un mondo di giganti che pensa di essere il pezzetto smarrito di qualcosa di più grande e che, invece, quasi oer caso, scopre di essere esso stesso un insieme più complesso, di pezzettini appunto.
Guizzino, invece, racchiude un concetto oggi fin troppo abusato, anche graficamente: se uniti, ogni singolo individuo è in grado di sconfiggere anche il più grande dei nemici. Ricordate quella immagine che, periodicamente, ogni tanto torna in auge sui social, in cui un pesce grande è inseguito da un pesce ancora più grande formato da tanti pesci più piccoli? Ecco, nasce proprio qui. Ma Guizzino non è solo questo: è anche perdita, dolore e smarrimento. Fasi che non possono essere seppellite e nascoste neppure ai bambini che, nel loro piccolo, vivono esattamente quello che viviamo noi. Piuttosto, devono essere spiegate, affrontate, come ogni paura: da quella della solitudine, a quella dell’impotenza contro qualcosa di più grande di noi. E ancora, Giuzzino ci insegna che anche nelle situazioni più drammatiche, una soluzione c’è e la si trova ogni volta se si crede in sé stessi e nella forza del gruppo a cui si appartiene.
Potrei andare avanti per ore e per libri, tutti quelli che ha scritto ed animato nei suoi anni di vita Lionni. Mi fermerò qui, invece, consigliandovi, la prossima volta che aprirete il vostro Lionni preferito con i vostri piccoli, di leggerlo anche a voi stessi, scavando nel sottotesto delle sue semplici ed oniriche illustrazioni, cercando il senso vero di ciò che è raccontato. E poi di spiegarlo ai vostri bambini, come meglio vi riesce. Non ha importanza come lo farete. I vostri figli vi capiranno sempre. L’importante è che lo facciate perché la responsabilità della crescita di certi ideali non è nostra, ma lo è il preparare il terreno e piantare il giusto seme.
Non è scritto da nessuna parte che il nostro presente, così come lo conosciamo, debba per forza essere il futuro dei nostri figli. Può essere, invece molto meglio di così.
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