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La guerra in affitto. La storia e le vicende dei moderni contractors

12,00
I moderni mercenari, oggi chiamati contractors, rappresentano una presenza costante nei teatri operativi di tutto il mondo. Si tratta di uomini in grado di offrire sul mercato consulenze e servizi di natura militare, ma anche sicurezza per persone e beni, vigilanza privata e addestramento specialistico, se non quando offrire una vera e propria integrazione alle forze armate impegnate in combattimento. Anche se queste attività sono espressamente vietate in molti paesi, le compagnie militari private sembrano comunque in grado di modificare, nelle diffuse conflittualità presenti, gli equilibri della già precaria politica internazionale.
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La guerra in affitto. La storia e le vicende dei moderni contractors

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I moderni mercenari, oggi chiamati contractors, rappresentano una presenza costante nei teatri operativi di tutto il mondo. Si tratta di uomini in grado di offrire sul mercato consulenze e servizi di natura militare, ma anche sicurezza per persone e beni, vigilanza privata e addestramento specialistico, se non quando offrire una vera e propria integrazione alle forze armate impegnate in combattimento. Anche se queste attività sono espressamente vietate in molti paesi, le compagnie militari private sembrano comunque in grado di modificare, nelle diffuse conflittualità presenti, gli equilibri della già precaria politica internazionale.
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Ogni prigione è un’isola

18,50
"Il carcere è come la giungla amazzonica, come un paese in guerra, un'isola remota, un luogo estremo dove la sopravvivenza è la priorità e i sentimenti primari sono nitidi": forse è per questo che, da narratrice attratta dai luoghi dove "l'uomo è illuminato a giorno", Daria Bignardi trent'anni fa è entrata per la prima volta in un carcere. Da allora le prigioni non ha mai smesso di frequentarle: ha collaborato con il giornale di San Vittore, portato in tv le sue conversazioni coi carcerati, accompagnato sua figlia di tre mesi in parlatorio a conoscere il nonno recluso, è rimasta in contatto con molti detenuti ed è tuttora un "articolo 78", autorizzata cioè a collaborare alle attività culturali che si svolgono in carcere. Ha incontrato ladri, rapinatori, spacciatori, mafiosi, terroristi e assassini, parlato con agenti di polizia penitenziaria, giudici, direttori di istituto. Per scrivere di quel mondo si è ritirata per mesi su un'isola piccolissima: Linosa. Ma il carcere l'ha inseguita anche lì. E gli incontri e la vita sull'isola sono entrati in dialogo profondo con le storie viste e ascoltate in carcere. Bignardi ci racconta il suo viaggio nell'isolamento e nelle prigioni, anche interiori, con la voce unica con cui da sempre riesce a trasportarci al centro delle esperienze, partendo da sé, mettendosi in gioco, così come ha fatto la mattina del 9 marzo 2020 in un video girato di fronte a San Vittore, mentre alcuni detenuti salivano sul tetto unendosi alle rivolte che stavano scoppiando in molte carceri italiane. In seguito a quegli eventi sarebbero morte tredici persone recluse.
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Ogni prigione è un’isola

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"Il carcere è come la giungla amazzonica, come un paese in guerra, un'isola remota, un luogo estremo dove la sopravvivenza è la priorità e i sentimenti primari sono nitidi": forse è per questo che, da narratrice attratta dai luoghi dove "l'uomo è illuminato a giorno", Daria Bignardi trent'anni fa è entrata per la prima volta in un carcere. Da allora le prigioni non ha mai smesso di frequentarle: ha collaborato con il giornale di San Vittore, portato in tv le sue conversazioni coi carcerati, accompagnato sua figlia di tre mesi in parlatorio a conoscere il nonno recluso, è rimasta in contatto con molti detenuti ed è tuttora un "articolo 78", autorizzata cioè a collaborare alle attività culturali che si svolgono in carcere. Ha incontrato ladri, rapinatori, spacciatori, mafiosi, terroristi e assassini, parlato con agenti di polizia penitenziaria, giudici, direttori di istituto. Per scrivere di quel mondo si è ritirata per mesi su un'isola piccolissima: Linosa. Ma il carcere l'ha inseguita anche lì. E gli incontri e la vita sull'isola sono entrati in dialogo profondo con le storie viste e ascoltate in carcere. Bignardi ci racconta il suo viaggio nell'isolamento e nelle prigioni, anche interiori, con la voce unica con cui da sempre riesce a trasportarci al centro delle esperienze, partendo da sé, mettendosi in gioco, così come ha fatto la mattina del 9 marzo 2020 in un video girato di fronte a San Vittore, mentre alcuni detenuti salivano sul tetto unendosi alle rivolte che stavano scoppiando in molte carceri italiane. In seguito a quegli eventi sarebbero morte tredici persone recluse.
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Amazzonia. Una vita nel cuore della foresta

18,00
«Il tempo della mia vita cambiò, il ritmo cambiò. Fu come passare dall’altro lato di un orologio. Vivere qui comportava impiegare il tempo di questo luogo, che scorre sotto lancette diverse, lente e collose, fatte di piogge, di stagioni, di epoche di raccolta, di periodi di deposizione delle uova, di limiti imposti da forze superiori, con le quali l’uomo non compete; semplicemente si arrende, le asseconda, le rispetta.» L’immensità è un concetto familiare per chi nasce in Amazzonia, dove lo spazio sembra non avere confini. Un’inesauribile varietà di ambienti, la più alta concentrazione di forme di vita sul pianeta, corsi d’acqua così vasti da non scorgerne la sponda opposta. Emanuela Evangelista, biologa e attivista, vive da oltre dieci anni nel cuore della foresta amazzonica e precisamente nel villaggio di Xixuaú, una manciata di palafitte ignorate dalle mappe ufficiali, come la maggioranza degli insediamenti umani situati nelle zone più remote. Nelle pagine di questo libro racconta l’Amazzonia che ha conosciuto e lo fa da un punto di vista unico: un’italiana, ormai parte integrante della comunità̀ dei popoli della foresta. Conosceremo il susseguirsi delle stagioni, l’importanza dell’acqua e dei suoi movimenti; la paura e l’incanto che scaturiscono dal contatto senza mediazioni con la natura; l’indicibile bellezza dei luoghi e dei suoi abitanti, non solo umani; i lenti viaggi lungo i fiumi a bordo di un battello, la magia degli spiriti della selva, la conoscenza delle piante medicinali, la vita quotidiana nel villaggio. Ma anche la violenza, le miniere illegali, il disboscamento, le speculazioni, il bracconaggio, la lotta dei rivieraschi per preservare le terre in cui vivono. Umanità e spazi che rendono questo luogo uno dei più̀ affascinanti del pianeta.
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Amazzonia. Una vita nel cuore della foresta

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«Il tempo della mia vita cambiò, il ritmo cambiò. Fu come passare dall’altro lato di un orologio. Vivere qui comportava impiegare il tempo di questo luogo, che scorre sotto lancette diverse, lente e collose, fatte di piogge, di stagioni, di epoche di raccolta, di periodi di deposizione delle uova, di limiti imposti da forze superiori, con le quali l’uomo non compete; semplicemente si arrende, le asseconda, le rispetta.» L’immensità è un concetto familiare per chi nasce in Amazzonia, dove lo spazio sembra non avere confini. Un’inesauribile varietà di ambienti, la più alta concentrazione di forme di vita sul pianeta, corsi d’acqua così vasti da non scorgerne la sponda opposta. Emanuela Evangelista, biologa e attivista, vive da oltre dieci anni nel cuore della foresta amazzonica e precisamente nel villaggio di Xixuaú, una manciata di palafitte ignorate dalle mappe ufficiali, come la maggioranza degli insediamenti umani situati nelle zone più remote. Nelle pagine di questo libro racconta l’Amazzonia che ha conosciuto e lo fa da un punto di vista unico: un’italiana, ormai parte integrante della comunità̀ dei popoli della foresta. Conosceremo il susseguirsi delle stagioni, l’importanza dell’acqua e dei suoi movimenti; la paura e l’incanto che scaturiscono dal contatto senza mediazioni con la natura; l’indicibile bellezza dei luoghi e dei suoi abitanti, non solo umani; i lenti viaggi lungo i fiumi a bordo di un battello, la magia degli spiriti della selva, la conoscenza delle piante medicinali, la vita quotidiana nel villaggio. Ma anche la violenza, le miniere illegali, il disboscamento, le speculazioni, il bracconaggio, la lotta dei rivieraschi per preservare le terre in cui vivono. Umanità e spazi che rendono questo luogo uno dei più̀ affascinanti del pianeta.
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Venere seduttrice

15,00
Eterno mito della bellezza e della seduzione, Venere ha sempre avvinto artisti, scrittori e viaggiatori di talento sin da quando, in epoca umanistica, hanno riscoperto, e poi a loro modo riproposto, le antiche effigi della dea. Tuttavia non è stata tanto la percezione della bellezza ideale, unita alla suggestione dell’antico, a incantare il viaggiatore, quanto una sorta di sindrome di Pigmalione, ovverosia il desiderio istintivo di suscitare una qualche animazione in quelle forme marmoree. Poi, con il tramonto dei canoni della classicità, allorché il nudo venne avvolto nelle spire del pudore, la dea dell’amore fu costretta a una dolente, malevola, metamorfosi. All’esemplare icona della seduzione non restò che trasmigrare nelle forme impalpabili e inquiete della scrittura.
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Venere seduttrice

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Eterno mito della bellezza e della seduzione, Venere ha sempre avvinto artisti, scrittori e viaggiatori di talento sin da quando, in epoca umanistica, hanno riscoperto, e poi a loro modo riproposto, le antiche effigi della dea. Tuttavia non è stata tanto la percezione della bellezza ideale, unita alla suggestione dell’antico, a incantare il viaggiatore, quanto una sorta di sindrome di Pigmalione, ovverosia il desiderio istintivo di suscitare una qualche animazione in quelle forme marmoree. Poi, con il tramonto dei canoni della classicità, allorché il nudo venne avvolto nelle spire del pudore, la dea dell’amore fu costretta a una dolente, malevola, metamorfosi. All’esemplare icona della seduzione non restò che trasmigrare nelle forme impalpabili e inquiete della scrittura.
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Gorilla nella nebbia

15,00
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Stradario sentimentale di Milano

17,00
Una guida preziosa per inoltrarsi tra le tante anime di una città che non smette di cambiare e stupire. Perché ogni cortile, piazza o palazzo continua ad avere delle storie da raccontare, e scoprirle per mezzo dei suoi abitanti non può che renderle ancora più sorprendenti e uniche. Da Brera a San Siro, dalla via Gluck a viale Forlanini, dai Navigli alla Bicocca, passando per strade e piazze spesso trascurate ma pronte a sorprendere chi si fermi a osservarle: da una parte all’altra della città, Milano è un reticolo di vie e di quartieri, ognuno con la sua anima, i suoi ricordi e i suoi cambiamenti. Ma quante sono le storie, spesso sconosciute ai più, che si nascondono tra le vecchie case di ringhiera e i nuovi grattacieli, tra gli storici binari del tram e le moderne fermate della metropolitana? In questo libro Andrea Kerbaker – già autore di Milano in 10 passeggiate e tra i più fini conoscitori della città meneghina – ci regala una guida che non solo accompagna il lettore per mano con ironia e leggerezza, ma che si fa anche memoria storica e sentimentale di una metropoli in continua evoluzione, dando voce a personaggi, luoghi e momenti che ne hanno fatto la storia, piccola o grande che sia. Ed è così che passeggiando insieme all’autore ci ritroviamo seduti in una trattoria con gli artisti e scrittori che hanno dato vita al premio Bagutta, viviamo la passione calcistica dello stadio Meazza insieme ai tifosi di ieri e di oggi, scopriamo la generosità silenziosa di Giuseppe Verdi o ci fermiamo in via Bigli a bussare alle porte di ben due premi Nobel, prima Einstein e poi Montale.
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Stradario sentimentale di Milano

17,00
Una guida preziosa per inoltrarsi tra le tante anime di una città che non smette di cambiare e stupire. Perché ogni cortile, piazza o palazzo continua ad avere delle storie da raccontare, e scoprirle per mezzo dei suoi abitanti non può che renderle ancora più sorprendenti e uniche. Da Brera a San Siro, dalla via Gluck a viale Forlanini, dai Navigli alla Bicocca, passando per strade e piazze spesso trascurate ma pronte a sorprendere chi si fermi a osservarle: da una parte all’altra della città, Milano è un reticolo di vie e di quartieri, ognuno con la sua anima, i suoi ricordi e i suoi cambiamenti. Ma quante sono le storie, spesso sconosciute ai più, che si nascondono tra le vecchie case di ringhiera e i nuovi grattacieli, tra gli storici binari del tram e le moderne fermate della metropolitana? In questo libro Andrea Kerbaker – già autore di Milano in 10 passeggiate e tra i più fini conoscitori della città meneghina – ci regala una guida che non solo accompagna il lettore per mano con ironia e leggerezza, ma che si fa anche memoria storica e sentimentale di una metropoli in continua evoluzione, dando voce a personaggi, luoghi e momenti che ne hanno fatto la storia, piccola o grande che sia. Ed è così che passeggiando insieme all’autore ci ritroviamo seduti in una trattoria con gli artisti e scrittori che hanno dato vita al premio Bagutta, viviamo la passione calcistica dello stadio Meazza insieme ai tifosi di ieri e di oggi, scopriamo la generosità silenziosa di Giuseppe Verdi o ci fermiamo in via Bigli a bussare alle porte di ben due premi Nobel, prima Einstein e poi Montale.
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Le cento vite di Cagliostro

22,00
Il conte di Cagliostro - identificato dalle autorità con il lestofante siciliano Giuseppe Balsamo - raggiunse la celebrità negli ultimi decenni del Settecento grazie a presunte doti divinatorie, abilità alchimistiche e militanze massoniche. Le sue imprese stimolarono cronache giornalistiche, libelli, satire, ritratti, caricature, romanzi, componimenti poetici. Viaggiò senza sosta da un paese all'altro e divenne prototipo del «divo» moderno. Appariva abbastanza stravagante da suscitare stupore, ma possedeva anche la tipicità necessaria per risultare credibile. Pasquale Palmieri lo racconta a partire da alcuni momenti decisivi della sua vita, segnati da procedimenti giudiziari che attirarono un'attenzione senza precedenti da parte dei media di tutta Europa. Cagliostro assunse pose anticonformiste, ma perseguì con determinazione lo scopo di conformarsi ai valori dei ceti dominanti. Fu un autentico fenomeno mediatico, protagonista di uno spettacolo ricco di colpi di scena. La sua vicenda toccò argomenti cruciali come il funzionamento della giustizia, l'esercizio del potere, l'organizzazione del sapere e il rapporto con la natura. Alimentò dubbi ed enigmi, suggerendo solo risposte frammentarie e incomplete, sospese tra fede e razionalità, virtù e misfatto, redenzione e dannazione.
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Le cento vite di Cagliostro

22,00
Il conte di Cagliostro - identificato dalle autorità con il lestofante siciliano Giuseppe Balsamo - raggiunse la celebrità negli ultimi decenni del Settecento grazie a presunte doti divinatorie, abilità alchimistiche e militanze massoniche. Le sue imprese stimolarono cronache giornalistiche, libelli, satire, ritratti, caricature, romanzi, componimenti poetici. Viaggiò senza sosta da un paese all'altro e divenne prototipo del «divo» moderno. Appariva abbastanza stravagante da suscitare stupore, ma possedeva anche la tipicità necessaria per risultare credibile. Pasquale Palmieri lo racconta a partire da alcuni momenti decisivi della sua vita, segnati da procedimenti giudiziari che attirarono un'attenzione senza precedenti da parte dei media di tutta Europa. Cagliostro assunse pose anticonformiste, ma perseguì con determinazione lo scopo di conformarsi ai valori dei ceti dominanti. Fu un autentico fenomeno mediatico, protagonista di uno spettacolo ricco di colpi di scena. La sua vicenda toccò argomenti cruciali come il funzionamento della giustizia, l'esercizio del potere, l'organizzazione del sapere e il rapporto con la natura. Alimentò dubbi ed enigmi, suggerendo solo risposte frammentarie e incomplete, sospese tra fede e razionalità, virtù e misfatto, redenzione e dannazione.
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Yoga vasistha. Il supremo insegnamento

29,90
Tra le scritture tramandate dall'immortale tradizione dell'India, ce n'è una che svetta su tutte le altre per la sua profondità e per la sua audacia: lo Yoga Vasistha. Questo testo, infatti, afferma che è possibile, anzi certo, che la liberazione spirituale venga conseguita da chi è qualificato, semplicemente immergendosi nel suo studio. La sintesi qui presentata è frutto di un lungo lavoro di ricerca e di adattamento degli antichi versi al linguaggio dei nostri giorni.
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Yoga vasistha. Il supremo insegnamento

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Tra le scritture tramandate dall'immortale tradizione dell'India, ce n'è una che svetta su tutte le altre per la sua profondità e per la sua audacia: lo Yoga Vasistha. Questo testo, infatti, afferma che è possibile, anzi certo, che la liberazione spirituale venga conseguita da chi è qualificato, semplicemente immergendosi nel suo studio. La sintesi qui presentata è frutto di un lungo lavoro di ricerca e di adattamento degli antichi versi al linguaggio dei nostri giorni.
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Donne medievali

40,00
Illuminate dalla finezza decifratoria di Chiara Frugoni, oltre che da un bellissimo corredo di immagini, incontriamo alcune personalità eccezionali, capaci di rompere le barriere di un destino rigidamente segnato: monache e regine, scrittrici geniali e personaggi leggendari, figure potenti e donne comuni ma talentuose. «Ma d'ongni chosa mi darei pace, pure che fosi chognosciuto la metà di quello ch'io fo» – Margherita Datini, lettera del 28 agosto 1398 Nella società medievale, guerriera e violenta, la presenza femminile rimane in ombra: le donne, per lo più analfabete e sottomesse, offese e abusate, a volte addirittura considerate specie a parte rispetto agli uomini, come gli animali, non hanno voce. A meno di non essere obbligate al monastero, dove possono vivere in modo più dignitoso, imparando a leggere e scrivere. Da dove viene tanta misoginia? Una volta affermatosi il celibato dei preti con Gregorio VII, ogni donna è una Eva tentatrice, non compagna dell'uomo ma incarnazione del peccato da cui fuggire. Eppure, da questa folla negletta emergono alcune personalità eccezionali, capaci di rompere le barriere di un destino rigidamente segnato. Illuminate dalla finezza decifratoria di Chiara Frugoni, oltre che da un bellissimo corredo di immagini, incontriamole: sono monache e regine come Radegonda di Poitiers, scrittrici geniali come Christine de Pizan, personaggi leggendari come la papessa Giovanna, figure potenti come Matilde di Canossa, donne comuni ma talentuose come Margherita Datini. Tutte hanno scontato con la solitudine il coraggio e la determinazione con cui hanno ricercato la piena realizzazione di sé.
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Donne medievali

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Illuminate dalla finezza decifratoria di Chiara Frugoni, oltre che da un bellissimo corredo di immagini, incontriamo alcune personalità eccezionali, capaci di rompere le barriere di un destino rigidamente segnato: monache e regine, scrittrici geniali e personaggi leggendari, figure potenti e donne comuni ma talentuose. «Ma d'ongni chosa mi darei pace, pure che fosi chognosciuto la metà di quello ch'io fo» – Margherita Datini, lettera del 28 agosto 1398 Nella società medievale, guerriera e violenta, la presenza femminile rimane in ombra: le donne, per lo più analfabete e sottomesse, offese e abusate, a volte addirittura considerate specie a parte rispetto agli uomini, come gli animali, non hanno voce. A meno di non essere obbligate al monastero, dove possono vivere in modo più dignitoso, imparando a leggere e scrivere. Da dove viene tanta misoginia? Una volta affermatosi il celibato dei preti con Gregorio VII, ogni donna è una Eva tentatrice, non compagna dell'uomo ma incarnazione del peccato da cui fuggire. Eppure, da questa folla negletta emergono alcune personalità eccezionali, capaci di rompere le barriere di un destino rigidamente segnato. Illuminate dalla finezza decifratoria di Chiara Frugoni, oltre che da un bellissimo corredo di immagini, incontriamole: sono monache e regine come Radegonda di Poitiers, scrittrici geniali come Christine de Pizan, personaggi leggendari come la papessa Giovanna, figure potenti come Matilde di Canossa, donne comuni ma talentuose come Margherita Datini. Tutte hanno scontato con la solitudine il coraggio e la determinazione con cui hanno ricercato la piena realizzazione di sé.
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Quale Europa

15,00
Tra il 6 e il 9 giugno in tutta Europa le urne saranno aperte per eleggere il nuovo Parlamento europeo. I partiti scaldano i motori: scelgono nomi, avanzano candidature, pensano tattiche. E i programmi? Il vento del nazionalismo e la diffusa resistenza a credere e battersi per una vera alternativa in quasi tutti i paesi membri rischiano di condurre a proposte di scarso respiro, timide nell’affrontare le sfide della doppia transizione, digitale e ambientale; ambigue, al meglio, nei confronti dei migranti; inadeguate a contrastare il nuovo disordine mondiale, le guerre e anche le tante ingiustizie ereditate. Di fronte a questo scenario il Forum Disuguaglianze e Diversità ha deciso con questo volume di scendere in campo. Non è una discesa nell’arena elettorale. È l’offerta di alcuni tratti dell’Unione europea che servirebbe alla giustizia sociale e ambientale, un contributo informativo e di confronto, un metro per giudicare – prima e dopo le elezioni – programmi, partiti, candidature ed eletti, una bussola per il monitoraggio civico delle azioni che l’Unione realizzerà nella prossima legislatura. L’Unione auspicata in questo libro è un luogo di promozione del welfare universale, non penalizzato dall’austerità; dove la conoscenza e i dati siano accessibili e a disposizione delle comunità; dove la trasformazione ecologica sia accelerata nell’interesse prima di tutto dei più vulnerabili per realizzare un modo più giusto di vita e di lavoro e dove politiche pubbliche e governo siano democratizzati. Un’Europa che prenda consapevolezza del proprio ruolo fondamentale nei processi migratori e che agisca come costruttore di cooperazione e pace.
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Quale Europa

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Tra il 6 e il 9 giugno in tutta Europa le urne saranno aperte per eleggere il nuovo Parlamento europeo. I partiti scaldano i motori: scelgono nomi, avanzano candidature, pensano tattiche. E i programmi? Il vento del nazionalismo e la diffusa resistenza a credere e battersi per una vera alternativa in quasi tutti i paesi membri rischiano di condurre a proposte di scarso respiro, timide nell’affrontare le sfide della doppia transizione, digitale e ambientale; ambigue, al meglio, nei confronti dei migranti; inadeguate a contrastare il nuovo disordine mondiale, le guerre e anche le tante ingiustizie ereditate. Di fronte a questo scenario il Forum Disuguaglianze e Diversità ha deciso con questo volume di scendere in campo. Non è una discesa nell’arena elettorale. È l’offerta di alcuni tratti dell’Unione europea che servirebbe alla giustizia sociale e ambientale, un contributo informativo e di confronto, un metro per giudicare – prima e dopo le elezioni – programmi, partiti, candidature ed eletti, una bussola per il monitoraggio civico delle azioni che l’Unione realizzerà nella prossima legislatura. L’Unione auspicata in questo libro è un luogo di promozione del welfare universale, non penalizzato dall’austerità; dove la conoscenza e i dati siano accessibili e a disposizione delle comunità; dove la trasformazione ecologica sia accelerata nell’interesse prima di tutto dei più vulnerabili per realizzare un modo più giusto di vita e di lavoro e dove politiche pubbliche e governo siano democratizzati. Un’Europa che prenda consapevolezza del proprio ruolo fondamentale nei processi migratori e che agisca come costruttore di cooperazione e pace.
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20,00
Nelle officine di Mondadori e di Rizzoli, di Einaudi e di Bompiani, di Garzanti e di Feltrinelli, fino ai microlaboratori di e/o e di minimum fax. Quarant'anni di lavoro editoriale raccontati dalle voci dei protagonisti. Nel retrobottega dell'editoria troviamo i maggiori scrittori italiani e stranieri, più spesso al ristorante o in trattoria che in redazione, con le loro debolezze e le passioni, gli umori e i malumori. Leggere questa memoria orale della letteratura contemporanea è come trovarsi faccia a faccia con Oriana Fallaci che in cucina prepara un fritto di pesce, con Alien Ginsberg che si lancia su un piatto fumante di ravioli, con Sciascia che mette mano al portafogli prima di chiunque, con Simenon che aborre gli oggetti di colore verde, con Ellroy che in piena notte, a Milano, urla: "Sono il cane pazzo della letteratura!", con Kerouac sbronzo tra le braccia di mamma-Nanda (Pivano), con Terzani che saluta un amico per l'ultima volta. E poi: Moravia, Morante, Bufalino, Gadda, Calvino, Soldati, Kundera, Rushdie, Harris, Grisham, Eco, Biagi, Manganelli, Bunker, Tamaro, Allende, Tabucchi, Vàzquez Montalbàn, Doris Lessing, Arbasino, Tondelli, Ammaniti e tanti altri. Tutti scrittori che non avete mai visto così da vicino.
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Cimarrón. Biografia di uno schiavo fuggiasco

18,00
Esteban Montejo è un cimarrón, un ex schiavo fuggiasco che per diversi anni, fino all’abolizione della schiavitù a Cuba, ha vissuto in clandestinità nascosto tra le montagne. Quando lo scrittore ed etnologo Miguel Barnet lo conosce, nel 1963, Esteban ha centoquattro anni. È un uomo acuto, caparbio e orgoglioso, dai ricordi estremamente vividi. Questo libro nasce da mesi di registrazioni su nastro delle conversazioni che i due ebbero alla Casa del Veterano dell’Avana: un documento unico che ci consegna un punto di vista indigeno sulla schiavitù e sulla storia cubana, fino alla guerra d’indipendenza dalla Spagna e agli anni del protettorato statunitense. Barnet restituisce intatto l’espressivo linguaggio del cimarrón, componendo un romanzo testimoniale di profonda poesia e, al contempo, un resoconto etnografico di eccezionale valore. Le parole di Montejo ci conducono nel cuore dell’ingenio, la piantagione di zucchero dove lo schiavo, privato del diritto al proprio corpo, è tenuto in una condizione di «ferita permanente». Ma nelle sue parole si dispiegano anche le forme del sapere e il regime di esistenza del cimarronaje, fondati sulla riappropriazione della corporeità, sull’ascolto del mondo vegetale e animale, su ecologie native in cui non si dà contrapposizione tra umano e non umano.
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Cimarrón. Biografia di uno schiavo fuggiasco

18,00
Esteban Montejo è un cimarrón, un ex schiavo fuggiasco che per diversi anni, fino all’abolizione della schiavitù a Cuba, ha vissuto in clandestinità nascosto tra le montagne. Quando lo scrittore ed etnologo Miguel Barnet lo conosce, nel 1963, Esteban ha centoquattro anni. È un uomo acuto, caparbio e orgoglioso, dai ricordi estremamente vividi. Questo libro nasce da mesi di registrazioni su nastro delle conversazioni che i due ebbero alla Casa del Veterano dell’Avana: un documento unico che ci consegna un punto di vista indigeno sulla schiavitù e sulla storia cubana, fino alla guerra d’indipendenza dalla Spagna e agli anni del protettorato statunitense. Barnet restituisce intatto l’espressivo linguaggio del cimarrón, componendo un romanzo testimoniale di profonda poesia e, al contempo, un resoconto etnografico di eccezionale valore. Le parole di Montejo ci conducono nel cuore dell’ingenio, la piantagione di zucchero dove lo schiavo, privato del diritto al proprio corpo, è tenuto in una condizione di «ferita permanente». Ma nelle sue parole si dispiegano anche le forme del sapere e il regime di esistenza del cimarronaje, fondati sulla riappropriazione della corporeità, sull’ascolto del mondo vegetale e animale, su ecologie native in cui non si dà contrapposizione tra umano e non umano.
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Neuroscienze della narrazione. Lo storytelling nell’era delle neuroscienze e dell’intelligenza artificiale

23,00
Un saggio divulgativo che esplora le scoperte delle neuroscienze e delle scienze cognitive relative alle narrazioni e allo storytelling, le possibilità e i rischi delle loro applicazioni e le implicazioni del binomio neuroscienze-intelligenza artificiale. A una prima parte generale, in cui viene riassunta l’evoluzione storica che porta dalla rivoluzione narrativo-cognitivista (fine anni ’90) all’applicazione dell’AI allo storytelling, segue una parte di approfondimento in cui vengono analizzate scoperte, ricerche e ricadute pratiche nei campi non solo della letteratura, ma anche del cinema, della musica, dello storytelling aziendale, del teatro, del digitale e delle fake news. Con un linguaggio chiaro ma rigoroso, il testo si rivolge a tutti coloro che si interessano alle narrazioni: lettori, critici, esperti di comunicazione, manager, giornalisti e politici. Sono incluse interviste a esperti del settore, tra i quali Paolo Borzacchiello, Mauro Furlan e Pierguido Iezzi.
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Neuroscienze della narrazione. Lo storytelling nell’era delle neuroscienze e dell’intelligenza artificiale

23,00
Un saggio divulgativo che esplora le scoperte delle neuroscienze e delle scienze cognitive relative alle narrazioni e allo storytelling, le possibilità e i rischi delle loro applicazioni e le implicazioni del binomio neuroscienze-intelligenza artificiale. A una prima parte generale, in cui viene riassunta l’evoluzione storica che porta dalla rivoluzione narrativo-cognitivista (fine anni ’90) all’applicazione dell’AI allo storytelling, segue una parte di approfondimento in cui vengono analizzate scoperte, ricerche e ricadute pratiche nei campi non solo della letteratura, ma anche del cinema, della musica, dello storytelling aziendale, del teatro, del digitale e delle fake news. Con un linguaggio chiaro ma rigoroso, il testo si rivolge a tutti coloro che si interessano alle narrazioni: lettori, critici, esperti di comunicazione, manager, giornalisti e politici. Sono incluse interviste a esperti del settore, tra i quali Paolo Borzacchiello, Mauro Furlan e Pierguido Iezzi.
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Machina sapiens. L’algoritmo che ci ha rubato il segreto della conoscenza

15,00
Le macchine possono pensare? Questa domanda inquietante, posta da Alan Turing nel 1950, ha forse trovato una risposta: oggi si può conversare con un computer senza poterlo distinguere da un essere umano. I nuovi agenti intelligenti come ChatGPT si sono rivelati capaci di svolgere compiti che vanno molto oltre le intenzioni iniziali dei loro creatori, e ancora non sappiamo perché: se sono stati addestrati per alcune abilità, altre sono emerse spontaneamente mentre leggevano migliaia di libri e milioni di pagine web. È questo il segreto della conoscenza, ed è adesso nelle mani delle nostre creature? Cos'altro può emergere, mentre continuiamo su questa strada? Dopo il successo de «La Scorciatoia», Cristianini ci regala un altro magnifico libro, in cui racconta le idee alla base di questa nuova tecnologia e della nuova epoca che ci attende.
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Machina sapiens. L’algoritmo che ci ha rubato il segreto della conoscenza

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Le macchine possono pensare? Questa domanda inquietante, posta da Alan Turing nel 1950, ha forse trovato una risposta: oggi si può conversare con un computer senza poterlo distinguere da un essere umano. I nuovi agenti intelligenti come ChatGPT si sono rivelati capaci di svolgere compiti che vanno molto oltre le intenzioni iniziali dei loro creatori, e ancora non sappiamo perché: se sono stati addestrati per alcune abilità, altre sono emerse spontaneamente mentre leggevano migliaia di libri e milioni di pagine web. È questo il segreto della conoscenza, ed è adesso nelle mani delle nostre creature? Cos'altro può emergere, mentre continuiamo su questa strada? Dopo il successo de «La Scorciatoia», Cristianini ci regala un altro magnifico libro, in cui racconta le idee alla base di questa nuova tecnologia e della nuova epoca che ci attende.
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Il grande racconto del Mediterraneo

48,00
«...il Mediterraneo è un crocevia antichissimo. Da millenni tutto vi confluisce, complicandone e arricchendone la storia» Fernand Braudel Il Mediterraneo è il cuore incandescente di un unico vitale continente afro-euro-asiatico, l'epicentro della grande storia che qui transita e da qui scaturisce, il luogo in cui si è concentrato per alcuni millenni il mondo immaginabile. Come comprendere quella straordinaria «pianura fluida» che è il Mare Nostrum? Mettendosi sulle tracce delle civiltà sepolte? Ripercorrendo il vagare di eroi erranti come Ulisse, Enea o i viaggi dei pellegrini verso la Terrasanta? Interrogando gli strati e i substrati archeologici? Abbracciandone il paesaggio oppure lasciandosi abbacinare dai capolavori artistici? Il racconto mai concluso di una storia millenaria, unica e imprescindibile, fatta di guerre e convivenze, scambi e antagonismi, invasioni e diaspore, ibridazione ininterrotta di saperi, miti, leggende, manufatti, nel coesistere di culture religiose ora dialoganti ora in conflitto. Il ritratto in movimento di una civiltà e del suo mare.
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«...il Mediterraneo è un crocevia antichissimo. Da millenni tutto vi confluisce, complicandone e arricchendone la storia» Fernand Braudel Il Mediterraneo è il cuore incandescente di un unico vitale continente afro-euro-asiatico, l'epicentro della grande storia che qui transita e da qui scaturisce, il luogo in cui si è concentrato per alcuni millenni il mondo immaginabile. Come comprendere quella straordinaria «pianura fluida» che è il Mare Nostrum? Mettendosi sulle tracce delle civiltà sepolte? Ripercorrendo il vagare di eroi erranti come Ulisse, Enea o i viaggi dei pellegrini verso la Terrasanta? Interrogando gli strati e i substrati archeologici? Abbracciandone il paesaggio oppure lasciandosi abbacinare dai capolavori artistici? Il racconto mai concluso di una storia millenaria, unica e imprescindibile, fatta di guerre e convivenze, scambi e antagonismi, invasioni e diaspore, ibridazione ininterrotta di saperi, miti, leggende, manufatti, nel coesistere di culture religiose ora dialoganti ora in conflitto. Il ritratto in movimento di una civiltà e del suo mare.
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Afghanistan. Il paese dilaniato

10,00
Il fragile sistema socio-politico che da sempre ha costituito l’architettura statale dell’Afghanistan è venuto drammaticamente a mancare con la crisi scoppiata nell’estate del 2021. Il repentino ritorno al potere delle milizie talebane ha prodotto una sorta di terremoto geopolitico che oggi lascia intuire una difficile e complessa ricomposizione delle dinamiche e dei rapporti multilaterali nell’intero continente asiatico. A rendere più precaria la ricomposizione nazionale, così come la nascita di un nuovo ordine regionale, anche il timore di una proliferazione del terrorismo jihadista e gli interessi dei grandi attori regionali nel quadrante afghano.
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Afghanistan. Il paese dilaniato

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Il fragile sistema socio-politico che da sempre ha costituito l’architettura statale dell’Afghanistan è venuto drammaticamente a mancare con la crisi scoppiata nell’estate del 2021. Il repentino ritorno al potere delle milizie talebane ha prodotto una sorta di terremoto geopolitico che oggi lascia intuire una difficile e complessa ricomposizione delle dinamiche e dei rapporti multilaterali nell’intero continente asiatico. A rendere più precaria la ricomposizione nazionale, così come la nascita di un nuovo ordine regionale, anche il timore di una proliferazione del terrorismo jihadista e gli interessi dei grandi attori regionali nel quadrante afghano.
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Instant geopolitica. Idee e teorie per vedere il mondo da una nuova prospettiva

16,90
Uno sguardo fresco e a tratti ironico sulla geopolitica, grazie a un libro pensato per chi è completamente a digiuno sul tema ma anche per chi voglia approfondire l’argomento. Il tutto tramite il punto di vista di un giovane divulgatore che raggiunge oggi quasi il milione di utenti grazie ai suoi libri, ai suoi video su YouTube e ai podcast (l’ultimo, appunto, si chiama Storie di Geopolitica). Dunque, per iniziare dalle basi: che cos’è la geopolitica? È vero che la Storia guida il destino di una nazione? E quanto conta la politica all’interno del contesto storico? Quali sono le differenze fra globalismo e localismo? E poi, più nello specifico: perché gli USA sono diventati una potenza globale (e come mai la Cina sarà la prossima?)? Perché la Russia è definita “l’enigma del XXI secolo”? Che ruolo hanno, oggi, i cosiddetti “stati marionetta”? Cosa ci riserva il futuro? Se, parafrasando Yves Lacoste, la geopolitica non è una scienza tradizionale bensì un approccio razionale di un insieme di rappresentazioni che esprimono le rivalità di diversi tipi di potere in un territorio, capire meglio la geopolitica significa vedere il mondo con occhi diversi, lontano da punti di vista monodimensionali o troppo semplificati.
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Uno sguardo fresco e a tratti ironico sulla geopolitica, grazie a un libro pensato per chi è completamente a digiuno sul tema ma anche per chi voglia approfondire l’argomento. Il tutto tramite il punto di vista di un giovane divulgatore che raggiunge oggi quasi il milione di utenti grazie ai suoi libri, ai suoi video su YouTube e ai podcast (l’ultimo, appunto, si chiama Storie di Geopolitica). Dunque, per iniziare dalle basi: che cos’è la geopolitica? È vero che la Storia guida il destino di una nazione? E quanto conta la politica all’interno del contesto storico? Quali sono le differenze fra globalismo e localismo? E poi, più nello specifico: perché gli USA sono diventati una potenza globale (e come mai la Cina sarà la prossima?)? Perché la Russia è definita “l’enigma del XXI secolo”? Che ruolo hanno, oggi, i cosiddetti “stati marionetta”? Cosa ci riserva il futuro? Se, parafrasando Yves Lacoste, la geopolitica non è una scienza tradizionale bensì un approccio razionale di un insieme di rappresentazioni che esprimono le rivalità di diversi tipi di potere in un territorio, capire meglio la geopolitica significa vedere il mondo con occhi diversi, lontano da punti di vista monodimensionali o troppo semplificati.
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Per una Costituzione della Terra. L’umanità al bivio

20,00
Esistono problemi globali che non fanno parte dell'agenda politica dei governi nazionali, anche se dalla loro soluzione dipende la sopravvivenza dell'umanità. Il riscaldamento climatico, il pericolo di conflitti nucleari, le disuguaglianze, la morte di milioni di persone ogni anno per mancanza di alimentazione di base e di farmaci salvavita e le centinaia di migliaia di migranti in fuga segnano il nostro orizzonte presente e futuro. In gran parte dipendono dall'assenza di limiti ai poteri selvaggi degli Stati sovrani e dei mercati globali. Tuttavia, secondo Luigi Ferrajoli, un'alternativa istituzionale e politica è possibile e la sua stella polare è una Costituzione della Terra. Non si tratta di un'ipotesi utopistica. Al contrario, è la sola risposta razionale e realistica allo stesso dilemma che Thomas Hobbes affrontò quattro secoli fa: la generale insicurezza determinata dalla libertà selvaggia dei più forti, oppure il patto di convivenza pacifica basato sul divieto della guerra e sulla garanzia dell'abitabilità del pianeta e perciò della vita di tutti. La vera utopia, l'ipotesi più inverosimile, è l'idea che la realtà possa rimanere così come è: l'illusione cioè che potremo continuare a fondare le nostre democrazie e i nostri tenori di vita sulla fame e la miseria del resto del mondo, sulla forza delle armi e sullo sviluppo ecologicamente insostenibile delle nostre economie. Solo una Costituzione della Terra, che introduca un demanio planetario a tutela dei beni vitali della natura, bandisca le armi a cominciare da quelle nucleari e introduca un fisco e idonee istituzioni globali di garanzia in difesa dei diritti di libertà e in attuazione dei diritti sociali di tutti può realizzare l'universalismo dei diritti umani, assicurare la pace e, prima ancora, la vivibilità del pianeta e la sopravvivenza dell'umanità.
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Per una Costituzione della Terra. L’umanità al bivio

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Esistono problemi globali che non fanno parte dell'agenda politica dei governi nazionali, anche se dalla loro soluzione dipende la sopravvivenza dell'umanità. Il riscaldamento climatico, il pericolo di conflitti nucleari, le disuguaglianze, la morte di milioni di persone ogni anno per mancanza di alimentazione di base e di farmaci salvavita e le centinaia di migliaia di migranti in fuga segnano il nostro orizzonte presente e futuro. In gran parte dipendono dall'assenza di limiti ai poteri selvaggi degli Stati sovrani e dei mercati globali. Tuttavia, secondo Luigi Ferrajoli, un'alternativa istituzionale e politica è possibile e la sua stella polare è una Costituzione della Terra. Non si tratta di un'ipotesi utopistica. Al contrario, è la sola risposta razionale e realistica allo stesso dilemma che Thomas Hobbes affrontò quattro secoli fa: la generale insicurezza determinata dalla libertà selvaggia dei più forti, oppure il patto di convivenza pacifica basato sul divieto della guerra e sulla garanzia dell'abitabilità del pianeta e perciò della vita di tutti. La vera utopia, l'ipotesi più inverosimile, è l'idea che la realtà possa rimanere così come è: l'illusione cioè che potremo continuare a fondare le nostre democrazie e i nostri tenori di vita sulla fame e la miseria del resto del mondo, sulla forza delle armi e sullo sviluppo ecologicamente insostenibile delle nostre economie. Solo una Costituzione della Terra, che introduca un demanio planetario a tutela dei beni vitali della natura, bandisca le armi a cominciare da quelle nucleari e introduca un fisco e idonee istituzioni globali di garanzia in difesa dei diritti di libertà e in attuazione dei diritti sociali di tutti può realizzare l'universalismo dei diritti umani, assicurare la pace e, prima ancora, la vivibilità del pianeta e la sopravvivenza dell'umanità.
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Anche Mozart copiava e plagiava i Beatles

23,00
La cosiddetta musica leggera è tutta un plagio. Vent'anni fa il libro Anche Mozart copiava per primo affrontò le tematiche legate all'esaurimento delle combinazioni tra melodia, armonia e ritmo. Oggi l'apparente paradosso "Anche Mozart copiava e plagiava i Beatles" include la componente psicologica della fascinazione che induce gli autori, per quanto onesti e virtuosi, a subire il carisma dei propri modelli. Con risultati talvolta rovinosi: nessuno dei più famosi artisti italiani e internazionali è sfuggito da accuse o citazioni in giudizio per contraffazione. Il repertorio del copia-copia è stupefacente: dai canti sacri come Mira il tuo popolo alle carole natalizie come "Tu scendi dalle stelle", dagli inni istituzionali a quelli delle squadre di calcio, da "Faccetta nera" a "Bella ciao", dai refrain della pubblicità alle filastrocche per bambini, dalla sigla dell'Eurovisione a quella del Tg1, dalle colonne sonore cinematografiche all'ecatombe di settantatré edizioni del Festival di Sanremo. Questo libro esamina l'universo degli illeciti musicali, documenta vertenze clamorose e segrete attraverso le testimonianze dei protagonisti e rivolge inedita attenzione alle più temibili insidie odierne e future individuate nel campionamento musicale e nell'intelligenza artificiale. "Anche Mozart copiava e plagiava i Beatles" rappresenta l'esclusivo diario delle denunce e delle confessioni affidate all'autore dai maggiori compositori italiani degli ultimi trent'anni e raccoglie istruzioni e suggerimenti diretti agli artisti da parte dei massimi esperti di diritto d'autore, di psicologia e criminologia.
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La cosiddetta musica leggera è tutta un plagio. Vent'anni fa il libro Anche Mozart copiava per primo affrontò le tematiche legate all'esaurimento delle combinazioni tra melodia, armonia e ritmo. Oggi l'apparente paradosso "Anche Mozart copiava e plagiava i Beatles" include la componente psicologica della fascinazione che induce gli autori, per quanto onesti e virtuosi, a subire il carisma dei propri modelli. Con risultati talvolta rovinosi: nessuno dei più famosi artisti italiani e internazionali è sfuggito da accuse o citazioni in giudizio per contraffazione. Il repertorio del copia-copia è stupefacente: dai canti sacri come Mira il tuo popolo alle carole natalizie come "Tu scendi dalle stelle", dagli inni istituzionali a quelli delle squadre di calcio, da "Faccetta nera" a "Bella ciao", dai refrain della pubblicità alle filastrocche per bambini, dalla sigla dell'Eurovisione a quella del Tg1, dalle colonne sonore cinematografiche all'ecatombe di settantatré edizioni del Festival di Sanremo. Questo libro esamina l'universo degli illeciti musicali, documenta vertenze clamorose e segrete attraverso le testimonianze dei protagonisti e rivolge inedita attenzione alle più temibili insidie odierne e future individuate nel campionamento musicale e nell'intelligenza artificiale. "Anche Mozart copiava e plagiava i Beatles" rappresenta l'esclusivo diario delle denunce e delle confessioni affidate all'autore dai maggiori compositori italiani degli ultimi trent'anni e raccoglie istruzioni e suggerimenti diretti agli artisti da parte dei massimi esperti di diritto d'autore, di psicologia e criminologia.
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Rasella. Storia di una bomba

13,00
"Periodicamente, via Rasella torna a far discutere. [...] L’autrice, pur non pronunciandosi esplicitamente, nemmeno elude lequestioni che vi sono sottese. Quello che fa è piuttosto mettere tra parentesigli interrogativi enormi evocati dai fatti, raccontando dentro la Storia,le storie dei protagonisti della vicenda. [...] I 65 brevi, a volte brevissimi, capitoli di cui è composto il romanzo, neiquali la voce narrante cambia di continuo, ricostruiscono con precisione analitica quei cruciali momenti, grazie ad una approfondita documentazione condotta negli archivi storici. Ricordi, pensieri, dubbi si affollano [...]Questo approccio laterale di affrontare una materia ancora incandescente, reso possibile dalla finzione letteraria, è proprio ciò per cui vale la penaleggere questo romanzo, ancora più sorprendente, perché è un’opera di esordio." (Francesco Chiavarini)
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Rasella. Storia di una bomba

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"Periodicamente, via Rasella torna a far discutere. [...] L’autrice, pur non pronunciandosi esplicitamente, nemmeno elude lequestioni che vi sono sottese. Quello che fa è piuttosto mettere tra parentesigli interrogativi enormi evocati dai fatti, raccontando dentro la Storia,le storie dei protagonisti della vicenda. [...] I 65 brevi, a volte brevissimi, capitoli di cui è composto il romanzo, neiquali la voce narrante cambia di continuo, ricostruiscono con precisione analitica quei cruciali momenti, grazie ad una approfondita documentazione condotta negli archivi storici. Ricordi, pensieri, dubbi si affollano [...]Questo approccio laterale di affrontare una materia ancora incandescente, reso possibile dalla finzione letteraria, è proprio ciò per cui vale la penaleggere questo romanzo, ancora più sorprendente, perché è un’opera di esordio." (Francesco Chiavarini)
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Se niente importa. Perché mangiamo gli animali?

14,00
Il cibo per lei non era solo cibo, ma «terrore, dignità, gratitudine, vendetta, gioia, umiliazione, religione, storia e, ovviamente, amore». Una volta diventato padre, Foer ripensa a questo insegnamento e inizia a interrogarsi su cosa sia la carne, perché nutrire un figlio è ancora più importante che nutrire se stessi. Così nasce questo libro, frutto di un’indagine durata quasi tre anni, che è insieme racconto, inchiesta e testimonianza e che invita tutti alla riflessione, indicando nel dolore degli animali – e soprattutto nella nostra sensibilità verso chi è «inerme» e «senza voce» – il discrimine fra umano e inumano, fra chi accetta senza battere ciglio le condizioni imposte dall’allevamento industriale e chi le mette in discussione.
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Se niente importa. Perché mangiamo gli animali?

14,00
Il cibo per lei non era solo cibo, ma «terrore, dignità, gratitudine, vendetta, gioia, umiliazione, religione, storia e, ovviamente, amore». Una volta diventato padre, Foer ripensa a questo insegnamento e inizia a interrogarsi su cosa sia la carne, perché nutrire un figlio è ancora più importante che nutrire se stessi. Così nasce questo libro, frutto di un’indagine durata quasi tre anni, che è insieme racconto, inchiesta e testimonianza e che invita tutti alla riflessione, indicando nel dolore degli animali – e soprattutto nella nostra sensibilità verso chi è «inerme» e «senza voce» – il discrimine fra umano e inumano, fra chi accetta senza battere ciglio le condizioni imposte dall’allevamento industriale e chi le mette in discussione.
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Fitopolis, la città vivente

18,00
Da troppo tempo ci siamo posti al di fuori della natura, dimenticandoci che rispondiamo agli stessi fondamentali fattori che controllano l’espansione delle altre specie. Abbiamo concepito il luogo dove viviamo come qualcosa di separato dal resto della natura, contro la natura. Ecco perché da come immagineremo le nostre città nei prossimi anni dipenderà una parte consistente delle nostre possibilità di sopravvivenza. Nel volgere di pochi decenni, l’umanità è andata incontro a una rivoluzione nelle sue abitudini ancestrali. Senza che ce ne accorgessimo, la nostra specie, che fino a poco tempo fa viveva immersa nella natura abitando ogni angolo della Terra, ha finito per abitare una parte davvero irrisoria delle terre emerse del pianeta. Cosa è accaduto? Da specie generalista in grado di vivere dovunque, ci siamo trasformati, in poche generazioni, in una specie in grado di vivere in una sola e specifica nicchia ecologica: la città. Una rivoluzione paragonabile soltanto alla transizione da cacciatori-raccoglitori ad agricoltori avvenuta 12.000 anni fa. È certo che in termini di accesso alle risorse, efficienza, difesa e diffusione della specie questa trasformazione è vantaggiosa. Ma è altrettanto certo che ci espone a un rischio terribile: la specializzazione di una specie è efficace soltanto in un ambiente stabile. In condizioni ambientali mutevoli diventa pericolosa. Il nostro successo urbano richiede, infatti, un flusso continuo ed esponenzialmente crescente di risorse e di energia, che però non sono illimitate. Inoltre, fatto decisivo, il riscaldamento globale può cambiare in maniera definitiva l’ambiente delle nostre città e costituire proprio quella fatale mutazione delle condizioni da cui dipende la nostra sopravvivenza. Ecco perché è diventato vitale riportare la natura all’interno del nostro habitat. Le città del futuro, siano esse costruite ex novo o rinnovate, devono trasformarsi in fitopolis, luoghi in cui il rapporto fra piante e animali si riavvicini al rapporto armonico che troviamo in natura. Non c’è nulla che abbia una maggiore importanza di questo per il futuro dell’umanità.
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Fitopolis, la città vivente

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Da troppo tempo ci siamo posti al di fuori della natura, dimenticandoci che rispondiamo agli stessi fondamentali fattori che controllano l’espansione delle altre specie. Abbiamo concepito il luogo dove viviamo come qualcosa di separato dal resto della natura, contro la natura. Ecco perché da come immagineremo le nostre città nei prossimi anni dipenderà una parte consistente delle nostre possibilità di sopravvivenza. Nel volgere di pochi decenni, l’umanità è andata incontro a una rivoluzione nelle sue abitudini ancestrali. Senza che ce ne accorgessimo, la nostra specie, che fino a poco tempo fa viveva immersa nella natura abitando ogni angolo della Terra, ha finito per abitare una parte davvero irrisoria delle terre emerse del pianeta. Cosa è accaduto? Da specie generalista in grado di vivere dovunque, ci siamo trasformati, in poche generazioni, in una specie in grado di vivere in una sola e specifica nicchia ecologica: la città. Una rivoluzione paragonabile soltanto alla transizione da cacciatori-raccoglitori ad agricoltori avvenuta 12.000 anni fa. È certo che in termini di accesso alle risorse, efficienza, difesa e diffusione della specie questa trasformazione è vantaggiosa. Ma è altrettanto certo che ci espone a un rischio terribile: la specializzazione di una specie è efficace soltanto in un ambiente stabile. In condizioni ambientali mutevoli diventa pericolosa. Il nostro successo urbano richiede, infatti, un flusso continuo ed esponenzialmente crescente di risorse e di energia, che però non sono illimitate. Inoltre, fatto decisivo, il riscaldamento globale può cambiare in maniera definitiva l’ambiente delle nostre città e costituire proprio quella fatale mutazione delle condizioni da cui dipende la nostra sopravvivenza. Ecco perché è diventato vitale riportare la natura all’interno del nostro habitat. Le città del futuro, siano esse costruite ex novo o rinnovate, devono trasformarsi in fitopolis, luoghi in cui il rapporto fra piante e animali si riavvicini al rapporto armonico che troviamo in natura. Non c’è nulla che abbia una maggiore importanza di questo per il futuro dell’umanità.
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Enciclopedia del fantasy. Cinema, TV, fumetto e arte del fantastico raccontati dalla A alla Z

24,90
Il fantasy è uno dei generi più amati, che continua a registrare varie declinazioni in forme e mezzi differenti. Come una vera enciclopedia, questo saggio parte dalle sue origini per analizzarne filoni, autori, illustratori e icone che hanno fatto la storia del genere, passando in rassegna fumetti, manga, anime, cartoni animati, cinema, serie tv, giochi, musica, e gettando uno sguardo sulle sue influenze nella società.
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Enciclopedia del fantasy. Cinema, TV, fumetto e arte del fantastico raccontati dalla A alla Z

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Il fantasy è uno dei generi più amati, che continua a registrare varie declinazioni in forme e mezzi differenti. Come una vera enciclopedia, questo saggio parte dalle sue origini per analizzarne filoni, autori, illustratori e icone che hanno fatto la storia del genere, passando in rassegna fumetti, manga, anime, cartoni animati, cinema, serie tv, giochi, musica, e gettando uno sguardo sulle sue influenze nella società.
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Astrologia. La biblioteca esoterica

30,00
Fin dagli albori della storia, individui di ogni cultura e credo religioso hanno guardato al cielo alla ricerca di un significato. Da millenni l'astrologia studia il movimento dei corpi celesti e il loro rapporto con le nostre vite. Oltre a essere stata oggetto di venerazione e culto, questa pratica ci ha permesso di approfondire la nostra comprensione di noi stessi e del mondo che ci circonda. Anche se oggi l'oroscopo è probabilmente la forma più diffusa di conoscenza astrologica, le sue radici risalgono all'antica Mesopotamia. Come spiega l'autrice Andrea Richards in Astrologia, in passato astronomia e astrologia erano scienze sorelle: nella Piramide di Cheope la Camera del Re era allineata alle costellazioni, a sovrintendere alcuni dei primi osservatori furono eruditi Persiani, mentre a fare l'oroscopo ai Medici era Galileo in persona. Tuttavia, con l'avvento dell'Illuminismo e delle scienze esatte, l'astrologia fu relegata a quei contesti in cui c'era ancora spazio per il mistero, divenendo fonte d'ispirazione per la letteratura, l'arte e la psicologia e influenzando artisti e pensatori come Goethe, Byron e Blake. Più di recente, a rendere molto popolare tale pratica sono stati movimenti come quelli di matrice teosofica e new age. Questa vivace storia visiva dell'astrologia occidentale, a cura di Jessica Hundley, è il primo compendio in assoluto nel suo genere, che esplora il significato simbolico di oltre 400 immagini, dai templi egizi ai manoscritti miniati, fino all'arte contemporanea di tutto il mondo. Pagina dopo pagina si susseguono illustrazioni di artisti come Alphonse Mucha, Hilma af Klint, Arpita Singh e Manzel Bowman che riproducono il moto dei pianeti e la ruota dello zodiaco. Con brani tratti da recenti interviste con astrologi contemporanei quali Robert Hand, Jessica Lanyadoo e Mecca Woods, Astrologia è una celebrazione delle stelle e della misteriosa influenza che esercitano sulla nostra vita quotidiana. La Biblioteca esoterica esplora il modo in cui centinaia di artisti hanno dato forma al misticismo, traducendo l'arcano e l'oscuro in opere d'arte visionarie e immortali. Ogni tema è illustrato attraverso immagini moderne e di archivio provenienti da collezioni private, biblioteche e musei di tutto il mondo. Il risultato è una storia visiva completa, uno studio sul richiamo primordiale esercitato da sogni e incubi e dei modi creativi in cui l'uomo cerca di connettersi con il divino.
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Astrologia. La biblioteca esoterica

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Fin dagli albori della storia, individui di ogni cultura e credo religioso hanno guardato al cielo alla ricerca di un significato. Da millenni l'astrologia studia il movimento dei corpi celesti e il loro rapporto con le nostre vite. Oltre a essere stata oggetto di venerazione e culto, questa pratica ci ha permesso di approfondire la nostra comprensione di noi stessi e del mondo che ci circonda. Anche se oggi l'oroscopo è probabilmente la forma più diffusa di conoscenza astrologica, le sue radici risalgono all'antica Mesopotamia. Come spiega l'autrice Andrea Richards in Astrologia, in passato astronomia e astrologia erano scienze sorelle: nella Piramide di Cheope la Camera del Re era allineata alle costellazioni, a sovrintendere alcuni dei primi osservatori furono eruditi Persiani, mentre a fare l'oroscopo ai Medici era Galileo in persona. Tuttavia, con l'avvento dell'Illuminismo e delle scienze esatte, l'astrologia fu relegata a quei contesti in cui c'era ancora spazio per il mistero, divenendo fonte d'ispirazione per la letteratura, l'arte e la psicologia e influenzando artisti e pensatori come Goethe, Byron e Blake. Più di recente, a rendere molto popolare tale pratica sono stati movimenti come quelli di matrice teosofica e new age. Questa vivace storia visiva dell'astrologia occidentale, a cura di Jessica Hundley, è il primo compendio in assoluto nel suo genere, che esplora il significato simbolico di oltre 400 immagini, dai templi egizi ai manoscritti miniati, fino all'arte contemporanea di tutto il mondo. Pagina dopo pagina si susseguono illustrazioni di artisti come Alphonse Mucha, Hilma af Klint, Arpita Singh e Manzel Bowman che riproducono il moto dei pianeti e la ruota dello zodiaco. Con brani tratti da recenti interviste con astrologi contemporanei quali Robert Hand, Jessica Lanyadoo e Mecca Woods, Astrologia è una celebrazione delle stelle e della misteriosa influenza che esercitano sulla nostra vita quotidiana. La Biblioteca esoterica esplora il modo in cui centinaia di artisti hanno dato forma al misticismo, traducendo l'arcano e l'oscuro in opere d'arte visionarie e immortali. Ogni tema è illustrato attraverso immagini moderne e di archivio provenienti da collezioni private, biblioteche e musei di tutto il mondo. Il risultato è una storia visiva completa, uno studio sul richiamo primordiale esercitato da sogni e incubi e dei modi creativi in cui l'uomo cerca di connettersi con il divino.
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Tarocchi. La biblioteca esoterica. Ediz. a colori

30,00
Indagare sui tarocchi equivale a indagare su noi stessi, ricordarci dell’universalità della nostra ricerca di senso, scopo e connessione con il divino. Questa tradizione vecchia di sei secoli racconta non solo una storia di cercatori, ma anche il viaggio dell’espressione artistica e i modi di rappresentare la nostra comune condizione umana. Per molti in Occidente i tarocchi abitano un luogo recondito della nostra coscienza culturale collettiva e rappresentano una tradizione metafisica affidata a polverose teche dell’arcano. La loro storia, lunga e misteriosa, è stata tramandata oralmente o attraverso scritti segreti e tomi accademici di filosofi e sapienti. Centinaia di anni e di mani creative (mistici e artisti collaboravano spesso tra loro) hanno trasformato quello che era essenzialmente un gioco da salotto in un sistema di divinazione e auto-esplorazione, giacché ogni nuova generazione ha contribuito all’evoluzione formale dei tarocchi e alla loro reinterpretazione. L'autrice Jessica Hundley ripercorre questa affascinante storia in Tarot, volume che inaugura la serie Taschen Library of Esoterica. Il libro indaga sul significato simbolico di oltre 600 carte, che sono altrettante opere d'arte originali, e di cui oltre due terzi non sono mai state pubblicate al di fuori del mazzo a cui appartenevano. Si tratta in assoluto del primo compendio visivo di questo genere, che spazia dal Medioevo ai tempi moderni, ed è organizzato ad arte secondo le sequenze delle 78 carte degli arcani maggiori e minori. Questo libro esplora il ruolo ispiratore dei tarocchi come muse di artisti quali Salvador Dalí e Niki de Saint Phalle e include mazzi di circa 100 diversi artisti contemporanei di tutto il mondo, che hanno saputo riconoscere la capacità di questo medium di stimolare lo sviluppo dell'identità culturale. Completano l'opera brani di pensatori come Éliphas Lévi, Carl Jung e Joseph Campbell; un'introduzione dell'artista Penny Slinger; una guida alla lettura delle carte di Johannes Fiebig e un saggio sui mazzi oracolari di Marcella Kroll.
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Tarocchi. La biblioteca esoterica. Ediz. a colori

30,00
Indagare sui tarocchi equivale a indagare su noi stessi, ricordarci dell’universalità della nostra ricerca di senso, scopo e connessione con il divino. Questa tradizione vecchia di sei secoli racconta non solo una storia di cercatori, ma anche il viaggio dell’espressione artistica e i modi di rappresentare la nostra comune condizione umana. Per molti in Occidente i tarocchi abitano un luogo recondito della nostra coscienza culturale collettiva e rappresentano una tradizione metafisica affidata a polverose teche dell’arcano. La loro storia, lunga e misteriosa, è stata tramandata oralmente o attraverso scritti segreti e tomi accademici di filosofi e sapienti. Centinaia di anni e di mani creative (mistici e artisti collaboravano spesso tra loro) hanno trasformato quello che era essenzialmente un gioco da salotto in un sistema di divinazione e auto-esplorazione, giacché ogni nuova generazione ha contribuito all’evoluzione formale dei tarocchi e alla loro reinterpretazione. L'autrice Jessica Hundley ripercorre questa affascinante storia in Tarot, volume che inaugura la serie Taschen Library of Esoterica. Il libro indaga sul significato simbolico di oltre 600 carte, che sono altrettante opere d'arte originali, e di cui oltre due terzi non sono mai state pubblicate al di fuori del mazzo a cui appartenevano. Si tratta in assoluto del primo compendio visivo di questo genere, che spazia dal Medioevo ai tempi moderni, ed è organizzato ad arte secondo le sequenze delle 78 carte degli arcani maggiori e minori. Questo libro esplora il ruolo ispiratore dei tarocchi come muse di artisti quali Salvador Dalí e Niki de Saint Phalle e include mazzi di circa 100 diversi artisti contemporanei di tutto il mondo, che hanno saputo riconoscere la capacità di questo medium di stimolare lo sviluppo dell'identità culturale. Completano l'opera brani di pensatori come Éliphas Lévi, Carl Jung e Joseph Campbell; un'introduzione dell'artista Penny Slinger; una guida alla lettura delle carte di Johannes Fiebig e un saggio sui mazzi oracolari di Marcella Kroll.
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Oltre Dracula. Un cammino invernale nei Carpazi

18,00
Dracula è il primo nome che viene in mente quando si pensa alla catena montuosa dei Carpazi. La lunga spina dorsale che, piegata a forma di ferro di cavallo, lega gli stati al margine dell'Europa orientale, oggi è però una galassia sconosciuta e trascurata. Mario Casella l'ha percorsa d'inverno, a piedi e con l'aiuto degli sci. Il suo è stato un pellegrinaggio tra leggende sanguinarie, reminiscenze dell'epoca comunista e il profumo di resina delle foreste. Il viaggio è durato oltre quattro mesi: dalla capitale slovacca Bratislava alle gole danubiane delle Porte di Ferro, tra Romania e Serbia. A piedi, in costante dialogo con la neve e con se stesso, Casella ha riscoperto un mondo rurale ai margini dell'Europa, ricco di potenti storie umane. Un territorio dove il fertilizzante della Storia sta dando linfa a nuove sorprendenti realtà.
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Oltre Dracula. Un cammino invernale nei Carpazi

18,00
Dracula è il primo nome che viene in mente quando si pensa alla catena montuosa dei Carpazi. La lunga spina dorsale che, piegata a forma di ferro di cavallo, lega gli stati al margine dell'Europa orientale, oggi è però una galassia sconosciuta e trascurata. Mario Casella l'ha percorsa d'inverno, a piedi e con l'aiuto degli sci. Il suo è stato un pellegrinaggio tra leggende sanguinarie, reminiscenze dell'epoca comunista e il profumo di resina delle foreste. Il viaggio è durato oltre quattro mesi: dalla capitale slovacca Bratislava alle gole danubiane delle Porte di Ferro, tra Romania e Serbia. A piedi, in costante dialogo con la neve e con se stesso, Casella ha riscoperto un mondo rurale ai margini dell'Europa, ricco di potenti storie umane. Un territorio dove il fertilizzante della Storia sta dando linfa a nuove sorprendenti realtà.
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I muri d’Europa. Dal filo spinato al cemento

10,00
Secondo molti analisti, la caduta del Muro di Berlino non solo ha segnato la fine della Guerra Fredda, ma ha anche generato una profonda frattura – fisica, politica e ideologica – all’interno del continente europeo. Alla presunta opportunità per costruire un nuovo ordine internazionale, più condiviso e più sicuro, si è invece contrapposta una diversità di atteggiamenti culturali in grado di inasprire le già pericolose incognite con la creazione di nuove muraglie fortificate e di altrettanto inedite barriere ideologiche. Oltre alle più conosciute divisioni presenti nello scenario internazionale – tra la Corea del Nord e quella del Sud, tra l’India e il Pakistan, tra Israele e la Palestina, tra gli Stati Uniti e il Messico – il volume intende esplorare aspetti politici e geografici meno noti della realtà europea, come l’Irlanda del Nord, le divisioni nei Balcani, le barriere tra la Spagna e il Marocco e la più complessa separazione tra la Federazione Russa e i Paesi Baltici.
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I muri d’Europa. Dal filo spinato al cemento

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Secondo molti analisti, la caduta del Muro di Berlino non solo ha segnato la fine della Guerra Fredda, ma ha anche generato una profonda frattura – fisica, politica e ideologica – all’interno del continente europeo. Alla presunta opportunità per costruire un nuovo ordine internazionale, più condiviso e più sicuro, si è invece contrapposta una diversità di atteggiamenti culturali in grado di inasprire le già pericolose incognite con la creazione di nuove muraglie fortificate e di altrettanto inedite barriere ideologiche. Oltre alle più conosciute divisioni presenti nello scenario internazionale – tra la Corea del Nord e quella del Sud, tra l’India e il Pakistan, tra Israele e la Palestina, tra gli Stati Uniti e il Messico – il volume intende esplorare aspetti politici e geografici meno noti della realtà europea, come l’Irlanda del Nord, le divisioni nei Balcani, le barriere tra la Spagna e il Marocco e la più complessa separazione tra la Federazione Russa e i Paesi Baltici.
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Figli dello stesso cielo. Il razzismo e il colonialismo raccontati ai ragazzi

14,00
Un libro per raccontare ai ragazzi cosa è stato il colonialismo e come quella pagina triste della storia italiana, a lungo nascosta e negata, abbia ripercussioni anche sulla vita odierna nostra e dei tanti cittadini italiani «Colonialismo fa rima con egoismo, nipote. Un po' come quando vedi un bel dolce nella vetrina di un pasticciere e non hai i soldi per comprarlo. Cominci a desiderare tutto di quella torta. Ma è di qualcun altro, mica te la puoi prendere senza permesso. Eppure questo è ciò che è capitato alle nostre terre in Africa, Asia, America Latina...» Igiaba incontra in sogno il nonno Omar, che non ha mai conosciuto ma solo visto in fotografia. Omar la porta in un viaggio lungo la storia per raccontarle cosa significava vivere nella Somalia sotto il colonialismo italiano, quello ottocentesco e imperialista e quello del ventennio fascista, e in che modo l'eredità razzista impregni ancora le nostre città e la nostra cultura.
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Figli dello stesso cielo. Il razzismo e il colonialismo raccontati ai ragazzi

14,00
Un libro per raccontare ai ragazzi cosa è stato il colonialismo e come quella pagina triste della storia italiana, a lungo nascosta e negata, abbia ripercussioni anche sulla vita odierna nostra e dei tanti cittadini italiani «Colonialismo fa rima con egoismo, nipote. Un po' come quando vedi un bel dolce nella vetrina di un pasticciere e non hai i soldi per comprarlo. Cominci a desiderare tutto di quella torta. Ma è di qualcun altro, mica te la puoi prendere senza permesso. Eppure questo è ciò che è capitato alle nostre terre in Africa, Asia, America Latina...» Igiaba incontra in sogno il nonno Omar, che non ha mai conosciuto ma solo visto in fotografia. Omar la porta in un viaggio lungo la storia per raccontarle cosa significava vivere nella Somalia sotto il colonialismo italiano, quello ottocentesco e imperialista e quello del ventennio fascista, e in che modo l'eredità razzista impregni ancora le nostre città e la nostra cultura.
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Nuova liberazione animale. Nuova ediz.

25,00
«Gli animali sono le principali vittime della storia, e il trattamento subito da quelli domestici negli allevamenti intensivi è forse il crimine peggiore della storia. Queste affermazioni sarebbero suonate ridicole nel 1975, quando Peter Singer pubblicò la prima edizione di Liberazione animale. Oggi, in gran parte proprio grazie alla pubblicazione di quel testo, sempre più persone accettano queste idee ritenendole ragionevoli.» Così Yuval Noah Harari sintetizza nella sua prefazione l’importanza di questo libro: prima della sua uscita sapevamo molto meno della coscienza di mammiferi, uccelli, pesci e invertebrati; dopo, negare la loro capacità di provare dolore, paura e altre emozioni, nonché le nostre responsabilità per i maltrattamenti da essi subiti, è diventato impossibile. In questa nuova edizione Singer torna ad analizzare con dati, evidenze scientifiche e riflessioni argomentate la problematicità di fattorie industriali e laboratori che utilizzano cavie viventi, i passi in avanti che sono stati fatti nella lotta allo specismo e i nuovi pericoli – tra cui pandemie e cambiamento climatico – che la produzione globalizzata di carne e derivati animali porta con sé. Queste pagine sono un rinnovato appello alla sensibilità e razionalità umane a ripensare il nostro rapporto con le altre specie. Un’esortazione per le nuove generazioni a creare una società più giusta: perché occuparci del benessere degli animali significa avere a cuore il futuro di tutti noi.
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Nuova liberazione animale. Nuova ediz.

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«Gli animali sono le principali vittime della storia, e il trattamento subito da quelli domestici negli allevamenti intensivi è forse il crimine peggiore della storia. Queste affermazioni sarebbero suonate ridicole nel 1975, quando Peter Singer pubblicò la prima edizione di Liberazione animale. Oggi, in gran parte proprio grazie alla pubblicazione di quel testo, sempre più persone accettano queste idee ritenendole ragionevoli.» Così Yuval Noah Harari sintetizza nella sua prefazione l’importanza di questo libro: prima della sua uscita sapevamo molto meno della coscienza di mammiferi, uccelli, pesci e invertebrati; dopo, negare la loro capacità di provare dolore, paura e altre emozioni, nonché le nostre responsabilità per i maltrattamenti da essi subiti, è diventato impossibile. In questa nuova edizione Singer torna ad analizzare con dati, evidenze scientifiche e riflessioni argomentate la problematicità di fattorie industriali e laboratori che utilizzano cavie viventi, i passi in avanti che sono stati fatti nella lotta allo specismo e i nuovi pericoli – tra cui pandemie e cambiamento climatico – che la produzione globalizzata di carne e derivati animali porta con sé. Queste pagine sono un rinnovato appello alla sensibilità e razionalità umane a ripensare il nostro rapporto con le altre specie. Un’esortazione per le nuove generazioni a creare una società più giusta: perché occuparci del benessere degli animali significa avere a cuore il futuro di tutti noi.
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Focus. Come mantenersi concentrati nell’era della distrazione

13,00
L'attenzione è una risorsa mentale sottile, sfuggente, invisibile quasi, e per questo viene generalmente poco considerata. Eppure riveste un'importanza enorme rispetto al modo in cui affrontiamo la vita: i suoi effetti, come hanno spiegato in questi ultimi anni le neuroscienze, si fanno sentire nella maggior parte delle cose che facciamo, soprattutto oggi, assediati come siamo da una marea di dati e stimoli difficili da gestire. In questo nuovo studio Daniel Goleman esamina il ruolo centrale dell'attenzione nei diversi ambiti della nostra vita e i benefici che possiamo ricavare dal suo rafforzamento: indicando le strategie più efficaci per combinare concentrazione, empatia e autocontrollo, l'autore spiega come muoversi tra tensioni, distrazioni e obiettivi che riempiono le nostre giornate e trovare il giusto equilibrio capace di lasciar spazio sia alla produttività sia alla creatività.
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Focus. Come mantenersi concentrati nell’era della distrazione

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L'attenzione è una risorsa mentale sottile, sfuggente, invisibile quasi, e per questo viene generalmente poco considerata. Eppure riveste un'importanza enorme rispetto al modo in cui affrontiamo la vita: i suoi effetti, come hanno spiegato in questi ultimi anni le neuroscienze, si fanno sentire nella maggior parte delle cose che facciamo, soprattutto oggi, assediati come siamo da una marea di dati e stimoli difficili da gestire. In questo nuovo studio Daniel Goleman esamina il ruolo centrale dell'attenzione nei diversi ambiti della nostra vita e i benefici che possiamo ricavare dal suo rafforzamento: indicando le strategie più efficaci per combinare concentrazione, empatia e autocontrollo, l'autore spiega come muoversi tra tensioni, distrazioni e obiettivi che riempiono le nostre giornate e trovare il giusto equilibrio capace di lasciar spazio sia alla produttività sia alla creatività.
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Confine di Stato. Tra segreti bancari e umani sotterfugi

20,00
Lugano, 14 ottobre 2014: Miriam, ormai ottantenne, compie due omicidi. Arrestata e internata per accertamenti in ospedale psichiatrico, la donna non rivela a medici e polizia i motivi dei delitti. Dopo mesi di silenzio lei stessa propone di raccontare la sua storia a una giornalista, Maria. Le due donne si frequenteranno da luglio 2015 a dicembre dello stesso anno. Maria verrà così a sapere che l’anziana signora per molti anni è stata contrabbandiera di valuta dall’Italia alla Svizzera, accantonando un considerevole patrimonio, che si rivelerà un fardello ingombrante nel futuro di entrambe. Una storia a due, un intreccio al femminile che disegna una relazione di confidenze e di complicità, tra crimini, contrabbando e confessioni. Fanno da sfondo fiduciarie, banche ed evasioni fiscali, in uno spaccato storico sulle esportazioni illegali di capitali tra i due Stati dagli anni ’60 ai giorni nostri.
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Confine di Stato. Tra segreti bancari e umani sotterfugi

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Lugano, 14 ottobre 2014: Miriam, ormai ottantenne, compie due omicidi. Arrestata e internata per accertamenti in ospedale psichiatrico, la donna non rivela a medici e polizia i motivi dei delitti. Dopo mesi di silenzio lei stessa propone di raccontare la sua storia a una giornalista, Maria. Le due donne si frequenteranno da luglio 2015 a dicembre dello stesso anno. Maria verrà così a sapere che l’anziana signora per molti anni è stata contrabbandiera di valuta dall’Italia alla Svizzera, accantonando un considerevole patrimonio, che si rivelerà un fardello ingombrante nel futuro di entrambe. Una storia a due, un intreccio al femminile che disegna una relazione di confidenze e di complicità, tra crimini, contrabbando e confessioni. Fanno da sfondo fiduciarie, banche ed evasioni fiscali, in uno spaccato storico sulle esportazioni illegali di capitali tra i due Stati dagli anni ’60 ai giorni nostri.
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Linguaggio inclusivo ed esclusione di classe

14,00
"Questo dovrebbe essere un libro sul linguaggio inclusivo. E lo è. Ma è anche un libro che si domanda chi include chi, e dove." Quante volte sentiamo dire che cambiando le parole che usiamo cambieremo il mondo? Spesso ci abbiamo creduto, e forse ci crediamo ancora. Ma nonostante tutti gli sforzi il potere di trasformare la realtà e l'immaginario resta nelle mani di chi ha sempre avuto privilegi. Brigitte Vasallo mostra le strategie di adattamento di chi non ha ereditato nulla e si ritrova, come un errore nel sistema, a produrre cultura. Le sue riflessioni ridisegnano il rapporto tra le parole e le cose nell'epoca in cui il linguaggio è la merce per eccellenza. Un'epoca capace di tendere trappole proprio a chi cerca l'emancipazione attraverso le parole.
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"Questo dovrebbe essere un libro sul linguaggio inclusivo. E lo è. Ma è anche un libro che si domanda chi include chi, e dove." Quante volte sentiamo dire che cambiando le parole che usiamo cambieremo il mondo? Spesso ci abbiamo creduto, e forse ci crediamo ancora. Ma nonostante tutti gli sforzi il potere di trasformare la realtà e l'immaginario resta nelle mani di chi ha sempre avuto privilegi. Brigitte Vasallo mostra le strategie di adattamento di chi non ha ereditato nulla e si ritrova, come un errore nel sistema, a produrre cultura. Le sue riflessioni ridisegnano il rapporto tra le parole e le cose nell'epoca in cui il linguaggio è la merce per eccellenza. Un'epoca capace di tendere trappole proprio a chi cerca l'emancipazione attraverso le parole.
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Zapruder. Rivista di storia della conflittualità sociale

16,00
Zapruder è il quadrimestrale dell'associazione Storie in Movimento, edito da Odradek dalla primavera del 2003. Ogni numero è costituito da una prima parte, la rubrica Zoom, che raccoglie alcuni saggi sull'argomento monografico di tutto il numero. Ci sono poi le Schegge, articoli più brevi e spesso in collegamento con il tema del numero, e una sezione dedicata alle Immagini. Altre rubriche, che vanno e vengono a seconda dei temi trattati e di chi cura i numeri, sono: "in cantiere", "la ricerca che non c'è", "archivi", "la storia al lavoro", "storie di classe", "luoghi", "altre narrazioni", "interventi". In chiusura vengono presentate sempre alcune recensioni.
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Zapruder è il quadrimestrale dell'associazione Storie in Movimento, edito da Odradek dalla primavera del 2003. Ogni numero è costituito da una prima parte, la rubrica Zoom, che raccoglie alcuni saggi sull'argomento monografico di tutto il numero. Ci sono poi le Schegge, articoli più brevi e spesso in collegamento con il tema del numero, e una sezione dedicata alle Immagini. Altre rubriche, che vanno e vengono a seconda dei temi trattati e di chi cura i numeri, sono: "in cantiere", "la ricerca che non c'è", "archivi", "la storia al lavoro", "storie di classe", "luoghi", "altre narrazioni", "interventi". In chiusura vengono presentate sempre alcune recensioni.
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Dimmi come ti chiami e ti dirò perché

15,00
Se pensi di scoprire in queste pagine quanto il tuo nome o cognome ti porterà fortuna oppure jella, se punti a sapere quale numero giocare al lotto in base a come ti chiami, puoi fare una cosa sola: riporre delicatamente il volumetto nello scaffale della libreria. Aprilo, compralo, leggilo - invece - se sei curioso di sapere quale storia hanno i nomi e cognomi italiani, perché si sono diffusi in una certa epoca o in una certa zona, quale legame hanno con la moda, la cultura, la storia del nostro paese. Scoprirai, ad esempio, che Mario è un nome d'origine etrusca e non ha nulla a che spartire con Maria, così come Martina non è il diminutivo di Marta, ma il femminile del latino Martinus e Sabrina non c'entra niente con Sabina (ma molto col film degli anni Cinquanta). Scoprirai che il cognome Sesso proviene dal nome di un centro presso Reggio Emilia, Seno è la variante settentrionale di senno, Fallo deriva da una voce dialettale per faldo ossia "falda". Scoprirai che Manzo (coi suoi derivati Manzini, Manzoni, Manzolini) non ha origini bovine, ma deriva dal nome germanico Mand e Agnolotti non si deve a qualche antenato ingordo, ma a un avo di nome Agnolo, variante toscana di Angelo. Scoprirai che... tu come hai detto che ti chiami, scusa?
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Se pensi di scoprire in queste pagine quanto il tuo nome o cognome ti porterà fortuna oppure jella, se punti a sapere quale numero giocare al lotto in base a come ti chiami, puoi fare una cosa sola: riporre delicatamente il volumetto nello scaffale della libreria. Aprilo, compralo, leggilo - invece - se sei curioso di sapere quale storia hanno i nomi e cognomi italiani, perché si sono diffusi in una certa epoca o in una certa zona, quale legame hanno con la moda, la cultura, la storia del nostro paese. Scoprirai, ad esempio, che Mario è un nome d'origine etrusca e non ha nulla a che spartire con Maria, così come Martina non è il diminutivo di Marta, ma il femminile del latino Martinus e Sabrina non c'entra niente con Sabina (ma molto col film degli anni Cinquanta). Scoprirai che il cognome Sesso proviene dal nome di un centro presso Reggio Emilia, Seno è la variante settentrionale di senno, Fallo deriva da una voce dialettale per faldo ossia "falda". Scoprirai che Manzo (coi suoi derivati Manzini, Manzoni, Manzolini) non ha origini bovine, ma deriva dal nome germanico Mand e Agnolotti non si deve a qualche antenato ingordo, ma a un avo di nome Agnolo, variante toscana di Angelo. Scoprirai che... tu come hai detto che ti chiami, scusa?
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Cara Giulia

15,00
Le parole di un padre che ha scelto di non restare in silenzio. Un appello potente alle famiglie, alle scuole e alle istituzioni. Il libro è parte di un progetto più ampio a sostegno delle vittime di violenza di genere. Dal giorno dei funerali della figlia Giulia, Gino Cecchettin ha scelto di condividere il proprio dolore cercando di affrontarlo e renderlo costruttivo perché possa essere di aiuto alle giovani e ai giovani del nostro Paese. In questo libro, attraverso la storia di Giulia, si interroga sulle radici profonde della cultura patriarcale della nostra società. «Tu in questi giorni sei diventata un simbolo pubblico», scrive Gino Cecchettin alla figlia Giulia e a quanti vorranno ascoltare le sue sofferte parole di impegno, di consapevolezza e di coraggio. «Sei la mia Giulia e sarai per sempre la mia Giulia. Ma non sei più solo questo. Tu dopo quanto è successo sei anche la Giulia di tutti, quella che sta parlando a tutti. E io sento forte il dovere di manifestare al mondo che persona eri e, soprattutto, di cercare attraverso questo di fare in modo che altre persone si pongano le mie stesse domande».
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Cara Giulia

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Le parole di un padre che ha scelto di non restare in silenzio. Un appello potente alle famiglie, alle scuole e alle istituzioni. Il libro è parte di un progetto più ampio a sostegno delle vittime di violenza di genere. Dal giorno dei funerali della figlia Giulia, Gino Cecchettin ha scelto di condividere il proprio dolore cercando di affrontarlo e renderlo costruttivo perché possa essere di aiuto alle giovani e ai giovani del nostro Paese. In questo libro, attraverso la storia di Giulia, si interroga sulle radici profonde della cultura patriarcale della nostra società. «Tu in questi giorni sei diventata un simbolo pubblico», scrive Gino Cecchettin alla figlia Giulia e a quanti vorranno ascoltare le sue sofferte parole di impegno, di consapevolezza e di coraggio. «Sei la mia Giulia e sarai per sempre la mia Giulia. Ma non sei più solo questo. Tu dopo quanto è successo sei anche la Giulia di tutti, quella che sta parlando a tutti. E io sento forte il dovere di manifestare al mondo che persona eri e, soprattutto, di cercare attraverso questo di fare in modo che altre persone si pongano le mie stesse domande».
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I precursori di Lombroso

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I precursori di Lombroso

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Ombre nella mente. Lombroso e lo scapigliato

15,00
Quando il giovane Carlo Dossi, esponente di spicco della Scapigliatura milanese, lesse L'uomo delinquente di Cesare Lombroso, ne rimase folgorato. L'opera conteneva categorie psicologiche impressionanti e osservazioni cliniche sul legame fra genio e follia. Travolto dall'infatuazione per quelle idee, Dossi scrisse subito a Lombroso esprimendogli la propria stima. Fra i due si stabilì allora uno strano legame epistolare destinato a mutare nel tempo.Dapprima Dossi, fine umorista sensibile alle bizzarrie della mente, divenne suo collaboratore a distanza con l'invio dei più disparati testi letterari segnati dalla pazzia, contributi che l'alienista prontamente utilizzava nelle sue opere. Poi Dossi sentì l'esigenza di interpellare Lombroso come medico a cui inviare informazioni sulle proprie sofferenze psichiche. Assorbite le teorie lombrosiane, Dossi si trasformò ben presto in una sorta di psichiatra in grado di formulare giudizi diagnostici, come capitò con l'opera I mattoidi e con un originalissimo articolo scritto per la rivista di criminologia diretta da Lombroso.Dopo vent'anni di conoscenza reciproca, soprattutto epistolare, i vari Dossi che erano mutati nel tempo (collaboratore, paziente e scrittore-alienista) si unificavano finalmente in una figura singola, che trovava nella Grafologia di Lombroso una sistemazione precisa accanto ad altri geni un po' matti, come Zola, Ariosto, Tolstoj e Schopenhauer. In fondo se il genio era una forma di pazzia, non doveva essere accertato, ma diagnosticato. Lo strano rapporto fra Lombroso e Dossi – che finì per influenzare profondamente entrambi – viene qui raccontato per la prima volta sulla base di un epistolario inedito e di documenti finora rimasti nell'ombra. L'incantevole ricostruzione storica, da cui emergono molti dettagli spassosi, è anche il ritratto dell'esuberante atmosfera intellettuale dell'Italia ottocentesca.
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Ombre nella mente. Lombroso e lo scapigliato

15,00
Quando il giovane Carlo Dossi, esponente di spicco della Scapigliatura milanese, lesse L'uomo delinquente di Cesare Lombroso, ne rimase folgorato. L'opera conteneva categorie psicologiche impressionanti e osservazioni cliniche sul legame fra genio e follia. Travolto dall'infatuazione per quelle idee, Dossi scrisse subito a Lombroso esprimendogli la propria stima. Fra i due si stabilì allora uno strano legame epistolare destinato a mutare nel tempo.Dapprima Dossi, fine umorista sensibile alle bizzarrie della mente, divenne suo collaboratore a distanza con l'invio dei più disparati testi letterari segnati dalla pazzia, contributi che l'alienista prontamente utilizzava nelle sue opere. Poi Dossi sentì l'esigenza di interpellare Lombroso come medico a cui inviare informazioni sulle proprie sofferenze psichiche. Assorbite le teorie lombrosiane, Dossi si trasformò ben presto in una sorta di psichiatra in grado di formulare giudizi diagnostici, come capitò con l'opera I mattoidi e con un originalissimo articolo scritto per la rivista di criminologia diretta da Lombroso.Dopo vent'anni di conoscenza reciproca, soprattutto epistolare, i vari Dossi che erano mutati nel tempo (collaboratore, paziente e scrittore-alienista) si unificavano finalmente in una figura singola, che trovava nella Grafologia di Lombroso una sistemazione precisa accanto ad altri geni un po' matti, come Zola, Ariosto, Tolstoj e Schopenhauer. In fondo se il genio era una forma di pazzia, non doveva essere accertato, ma diagnosticato. Lo strano rapporto fra Lombroso e Dossi – che finì per influenzare profondamente entrambi – viene qui raccontato per la prima volta sulla base di un epistolario inedito e di documenti finora rimasti nell'ombra. L'incantevole ricostruzione storica, da cui emergono molti dettagli spassosi, è anche il ritratto dell'esuberante atmosfera intellettuale dell'Italia ottocentesca.
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La Galassia Lombroso

24,00
Cesare Lombroso è stato senza dubbio uno degli intellettuali italiani che hanno esercitato maggiore influenza sulle politiche sociali in tutto il mondo. Alla fine dell'Ottocento, poi, l'America Latina impazzì per le sue teorie: tournée nei teatri, conferenze di fronte a capi di Stato e parlamenti, sembrava che si fosse trovata la formula magica per disinnescare i conflitti razziali o di classe. Questo enorme successo non fu casuale ma il prodotto dell'attivismo di una vera e propria "galassia" che si riuniva attorno allo studioso piemontese, ovvero la famiglia e i ricercatori a lui più vicini, capace di operare una sorta di "marketing" delle idee oltre oceano e di costruire una rete di relazioni importante, sfociata in viaggi, traduzioni di libri, riviste e incontri accademici. Ecco allora che in Brasile, in Argentina e a Cuba si sviluppò un vero e proprio culto per la categoria di "criminale nato", per la "fisiognomica", con un influsso molto forte tanto sul sistema repressivo, carcerario e manicomiale quanto sulle relazioni razziali di questi paesi. Un fenomeno culturale di enorme significato e finora dimenticato.
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La Galassia Lombroso

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Cesare Lombroso è stato senza dubbio uno degli intellettuali italiani che hanno esercitato maggiore influenza sulle politiche sociali in tutto il mondo. Alla fine dell'Ottocento, poi, l'America Latina impazzì per le sue teorie: tournée nei teatri, conferenze di fronte a capi di Stato e parlamenti, sembrava che si fosse trovata la formula magica per disinnescare i conflitti razziali o di classe. Questo enorme successo non fu casuale ma il prodotto dell'attivismo di una vera e propria "galassia" che si riuniva attorno allo studioso piemontese, ovvero la famiglia e i ricercatori a lui più vicini, capace di operare una sorta di "marketing" delle idee oltre oceano e di costruire una rete di relazioni importante, sfociata in viaggi, traduzioni di libri, riviste e incontri accademici. Ecco allora che in Brasile, in Argentina e a Cuba si sviluppò un vero e proprio culto per la categoria di "criminale nato", per la "fisiognomica", con un influsso molto forte tanto sul sistema repressivo, carcerario e manicomiale quanto sulle relazioni razziali di questi paesi. Un fenomeno culturale di enorme significato e finora dimenticato.
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Lombroso e il brigante. Storia di un cranio conteso

12,00
n una grigia mattina di dicembre del 1870 Cesare Lombroso esaminò il cranio di Giuseppe Villella, originario di Motta Santa Lucia in Calabria e morto a Pavia, dove era detenuto. Il giovane scienziato si convinse di aver fatto una scoperta sensazionale: nacque cosi l'Antropologia criminale, destinata a riscuotere un enorme e controverso successo internazionale. Ladro o brigante, per un secolo e mezzo Villella non fu che un reperto scientifico, il "totem dell'Antropologia criminale". Nel 2009, l'inaugurazione del nuovo allestimento del Museo "Cesare Lombroso" ha provocato la sorprendente resurrezione mediatica del brigante. Oggi è un personaggio mitico, il totem della lotta contro il razzismo antimeridionale, simbolo del riscatto delle popolazioni native del Regno delle Due Sicilie. L'antropologa nativa Maria Teresa Milicia ricostruisce la scarna esistenza del "brigante" su solide basi documentali e propone un'inedita analisi del razzismo attribuito a Lombroso.
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Lombroso e il brigante. Storia di un cranio conteso

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n una grigia mattina di dicembre del 1870 Cesare Lombroso esaminò il cranio di Giuseppe Villella, originario di Motta Santa Lucia in Calabria e morto a Pavia, dove era detenuto. Il giovane scienziato si convinse di aver fatto una scoperta sensazionale: nacque cosi l'Antropologia criminale, destinata a riscuotere un enorme e controverso successo internazionale. Ladro o brigante, per un secolo e mezzo Villella non fu che un reperto scientifico, il "totem dell'Antropologia criminale". Nel 2009, l'inaugurazione del nuovo allestimento del Museo "Cesare Lombroso" ha provocato la sorprendente resurrezione mediatica del brigante. Oggi è un personaggio mitico, il totem della lotta contro il razzismo antimeridionale, simbolo del riscatto delle popolazioni native del Regno delle Due Sicilie. L'antropologa nativa Maria Teresa Milicia ricostruisce la scarna esistenza del "brigante" su solide basi documentali e propone un'inedita analisi del razzismo attribuito a Lombroso.
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Cesare Lombroso

24,00
"Grande" e "fantastico" Lombroso, scriveva Freud, e in effetti gli scritti di questo scienziato ottocentesco, famoso e controverso, sono oggetto di una rinnovata attenzione anche da parte dei non addetti ai lavori e paiono destinati a essere indagati e reinterpretati ancora a lungo. Egli attraversò, influenzandola, la cultura del suo tempo, non solo in Italia. Le sue idee sulla criminalità e il sistema penale, e più in generale il suo approccio innovativo e dissacrante, ma non scevro di pregiudizi e luoghi comuni, ad alcune delle grandi questioni del mondo contemporaneo, ebbero una circolazione internazionale, suscitarono dibatti, ispirarono un'ampia gamma di autori in campi diversi. Talvolta le sue teorie vennero fraintese e manipolate, talvolta furono messe in pratica. Questo volume offre le voci di studiosi di diversi paesi e di differenti discipline che nei loro percorsi di ricerca si sono occupati dell'opera lombrosiana, componendole ad unità anche attraverso il confronto con le idee e le esperienze di altri scienziati vissuti in un'epoca, quella del Positivismo, in cui la scienza avanzò la pretesa di riorganizzare la società attraverso una visione laica e materialistica della vita.
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Cesare Lombroso

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"Grande" e "fantastico" Lombroso, scriveva Freud, e in effetti gli scritti di questo scienziato ottocentesco, famoso e controverso, sono oggetto di una rinnovata attenzione anche da parte dei non addetti ai lavori e paiono destinati a essere indagati e reinterpretati ancora a lungo. Egli attraversò, influenzandola, la cultura del suo tempo, non solo in Italia. Le sue idee sulla criminalità e il sistema penale, e più in generale il suo approccio innovativo e dissacrante, ma non scevro di pregiudizi e luoghi comuni, ad alcune delle grandi questioni del mondo contemporaneo, ebbero una circolazione internazionale, suscitarono dibatti, ispirarono un'ampia gamma di autori in campi diversi. Talvolta le sue teorie vennero fraintese e manipolate, talvolta furono messe in pratica. Questo volume offre le voci di studiosi di diversi paesi e di differenti discipline che nei loro percorsi di ricerca si sono occupati dell'opera lombrosiana, componendole ad unità anche attraverso il confronto con le idee e le esperienze di altri scienziati vissuti in un'epoca, quella del Positivismo, in cui la scienza avanzò la pretesa di riorganizzare la società attraverso una visione laica e materialistica della vita.
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Bioetica. Rivista interdisciplinare (2020)

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La scelta

20,00
Sigfrido Ranucci è uno di quegli uomini che coincidono in modo assoluto con il lavoro che si sono scelti. Insieme alla sua équipe di Report – programma televisivo amatissimo e odiato, uno dei baluardi del giornalismo d’inchiesta in Italia – ogni giorno si dedica a vagliare informazioni, collegare eventi, ascoltare voci per decidere come raccontare le notizie che qualcuno vorrebbe rimanessero sotto silenzio. La forza di Report è nella semplicità della scelta: offrire ai cittadini il romanzo crudo dei fatti attraverso un rigoroso lavoro di ricerca, anche quando la strada è irta di pericoli che toccano le vite personali dei giornalisti. Per la prima volta Ranucci racconta il cammino che lo ha condotto sin qui; lo fa scegliendo alcune inchieste fondamentali di cui svela i retroscena, ma anche evocando figure – come suo padre, atleta e finanziere di grande carisma, e il suo maestro Roberto Morrione, fondatore di Rai News 24 – che hanno forgiato in lui la capacità di portare fino in fondo ogni scelta: perché fare giornalismo sul campo significa prendere decisioni che cambiano per sempre il corso delle cose, in senso intimo e collettivo. Da queste pagine emerge l’autoritratto coraggioso di un uomo che, nonostante la pressione costante della realtà nei suoi aspetti più duri, non cede al cinismo, non smette di chiedersi e di chiederci: “Qual è la scelta giusta?”. E di trovare ogni volta la risposta, per rispettare la promessa che lo lega a un pubblico che ha ancora a cuore la legalità e la giustizia sociale.
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La scelta

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Sigfrido Ranucci è uno di quegli uomini che coincidono in modo assoluto con il lavoro che si sono scelti. Insieme alla sua équipe di Report – programma televisivo amatissimo e odiato, uno dei baluardi del giornalismo d’inchiesta in Italia – ogni giorno si dedica a vagliare informazioni, collegare eventi, ascoltare voci per decidere come raccontare le notizie che qualcuno vorrebbe rimanessero sotto silenzio. La forza di Report è nella semplicità della scelta: offrire ai cittadini il romanzo crudo dei fatti attraverso un rigoroso lavoro di ricerca, anche quando la strada è irta di pericoli che toccano le vite personali dei giornalisti. Per la prima volta Ranucci racconta il cammino che lo ha condotto sin qui; lo fa scegliendo alcune inchieste fondamentali di cui svela i retroscena, ma anche evocando figure – come suo padre, atleta e finanziere di grande carisma, e il suo maestro Roberto Morrione, fondatore di Rai News 24 – che hanno forgiato in lui la capacità di portare fino in fondo ogni scelta: perché fare giornalismo sul campo significa prendere decisioni che cambiano per sempre il corso delle cose, in senso intimo e collettivo. Da queste pagine emerge l’autoritratto coraggioso di un uomo che, nonostante la pressione costante della realtà nei suoi aspetti più duri, non cede al cinismo, non smette di chiedersi e di chiederci: “Qual è la scelta giusta?”. E di trovare ogni volta la risposta, per rispettare la promessa che lo lega a un pubblico che ha ancora a cuore la legalità e la giustizia sociale.
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Le belle

21,00
Nella seconda metà del Seicento, nei più importanti palazzi nobiliari, intere stanze erano destinate a ospitare i ritratti delle «donne famose» del tempo, quasi a catalogarle. Dame contemporanee, influenti personaggi di corte o bellezze leggendarie la cui fama si diffondeva velocemente fra i circoli dell'aristocrazia europea. Mogli di principi o future madri di cardinali, anelli fondamentali di alleanze politiche e pedine insostituibili di complesse strategie familiari. Personaggi celebri per la loro bellezza, spesso all'origine di passioni incoercibili e di eventi drammatici. Queste tele, note come «le Belle», popolavano le maggiori collezioni italiane ed europee. Una moda che aveva precedenti illustri e che Francesca Cappelletti racconta con appassionata ammirazione e competenza in queste pagine. Un affascinante viaggio che ci accompagna nelle camere dedicate ai ritratti femminili della cinquecentesca collezione Farnese, o in quella del cardinale Pietro Aldobrandini, nipote di Clemente VIII, passando per le «Stanze delle Veneri», allestimenti fra il mitologico e il licenzioso in cui erano esposti capolavori della pittura rinascimentale raffiguranti le dee e le eroine delle favole antiche, in un tributo non solo a Venere, dea dell'amore, ma anche alle grazie delle protagoniste, spesso sfortunate, dei miti ovidiani. La presenza in questa storia di alcune straordinarie figure catalizzatrici, come per esempio Clelia Farnese, Lavinia Fontana o Maria Mancini, è un ulteriore invito a riflettere «sulle metamorfosi del ritratto femminile, ma anche sul ruolo di alcune donne, sulla loro capacità di mettere in scena se stesse, di creare un personaggio in grado di autorappresentarsi e di generare forme di ritratto». Avvicinandosi ai loro volti fino a sfiorarli, Francesca Cappelletti ne disvela passioni, paure e speranze, ma soprattutto offre una nuova prospettiva per indagare il ruolo della donna nella storia.
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Le belle

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Nella seconda metà del Seicento, nei più importanti palazzi nobiliari, intere stanze erano destinate a ospitare i ritratti delle «donne famose» del tempo, quasi a catalogarle. Dame contemporanee, influenti personaggi di corte o bellezze leggendarie la cui fama si diffondeva velocemente fra i circoli dell'aristocrazia europea. Mogli di principi o future madri di cardinali, anelli fondamentali di alleanze politiche e pedine insostituibili di complesse strategie familiari. Personaggi celebri per la loro bellezza, spesso all'origine di passioni incoercibili e di eventi drammatici. Queste tele, note come «le Belle», popolavano le maggiori collezioni italiane ed europee. Una moda che aveva precedenti illustri e che Francesca Cappelletti racconta con appassionata ammirazione e competenza in queste pagine. Un affascinante viaggio che ci accompagna nelle camere dedicate ai ritratti femminili della cinquecentesca collezione Farnese, o in quella del cardinale Pietro Aldobrandini, nipote di Clemente VIII, passando per le «Stanze delle Veneri», allestimenti fra il mitologico e il licenzioso in cui erano esposti capolavori della pittura rinascimentale raffiguranti le dee e le eroine delle favole antiche, in un tributo non solo a Venere, dea dell'amore, ma anche alle grazie delle protagoniste, spesso sfortunate, dei miti ovidiani. La presenza in questa storia di alcune straordinarie figure catalizzatrici, come per esempio Clelia Farnese, Lavinia Fontana o Maria Mancini, è un ulteriore invito a riflettere «sulle metamorfosi del ritratto femminile, ma anche sul ruolo di alcune donne, sulla loro capacità di mettere in scena se stesse, di creare un personaggio in grado di autorappresentarsi e di generare forme di ritratto». Avvicinandosi ai loro volti fino a sfiorarli, Francesca Cappelletti ne disvela passioni, paure e speranze, ma soprattutto offre una nuova prospettiva per indagare il ruolo della donna nella storia.
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Omicidio di Emma Canton

15,60
Quello di Emma Canton, la ragazza 22enne assassinata brutalmente nella notte tra sabato 4 e domenica del 5 febbraio del 1933 a Sant’Antonio Tortal da Abele De Barba, è un omicidio orrendo per le modalità adottate dall’assassino. Un omicidio reso ancor più odioso perché Emma era incinta di due mesi a seguito della relazione poi interrotta con lo stesso suo carnefice. Di più. Come rivelano gli atti processuali conservati all’Archivio di Stato di Venezia, Emma, anche da morta, sarà lasciata sola dalla comunità in cui vive. Su una sessantina di testimoni, infatti, ad inquadrare la personalità dell’assassino è stata solo un’altra donna, la vicina di casa dell’omicida, che dichiarerà agli inquirenti: “E’ un giovane falso, e nell’intimità un violento”! Per tutti gli altri, Abele De Barba è un bravo giovane laborioso! Spiace constatare che novant’anni sembrano trascorsi inutilmente, dal momento che anche oggi succedono fatti analoghi, dove talvolta è ancora la vittima ad essere colpevolizzata. Ma le indagini sul caso Canton sono condotte egregiamente e le prove di colpevolezza sono inconfutabili, tali da inchiodare l’assassino. Così il 12 ottobre 1933, otto mesi dopo il delitto e con una serie di colpi di scena, la Corte d’Assise di Belluno condanna all’ergastolo, inasprito da un anno di isolamento, il 22enne di Sant’Antonio di Tortal, Abele De Barba, per aver ucciso per motivi abbietti e con premeditazione la povera Emma Canton. Ma l’ergastolo in Italia, non significa fine pena mai, come si vedrà, nemmeno per i peggiori criminali.
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Omicidio di Emma Canton

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Quello di Emma Canton, la ragazza 22enne assassinata brutalmente nella notte tra sabato 4 e domenica del 5 febbraio del 1933 a Sant’Antonio Tortal da Abele De Barba, è un omicidio orrendo per le modalità adottate dall’assassino. Un omicidio reso ancor più odioso perché Emma era incinta di due mesi a seguito della relazione poi interrotta con lo stesso suo carnefice. Di più. Come rivelano gli atti processuali conservati all’Archivio di Stato di Venezia, Emma, anche da morta, sarà lasciata sola dalla comunità in cui vive. Su una sessantina di testimoni, infatti, ad inquadrare la personalità dell’assassino è stata solo un’altra donna, la vicina di casa dell’omicida, che dichiarerà agli inquirenti: “E’ un giovane falso, e nell’intimità un violento”! Per tutti gli altri, Abele De Barba è un bravo giovane laborioso! Spiace constatare che novant’anni sembrano trascorsi inutilmente, dal momento che anche oggi succedono fatti analoghi, dove talvolta è ancora la vittima ad essere colpevolizzata. Ma le indagini sul caso Canton sono condotte egregiamente e le prove di colpevolezza sono inconfutabili, tali da inchiodare l’assassino. Così il 12 ottobre 1933, otto mesi dopo il delitto e con una serie di colpi di scena, la Corte d’Assise di Belluno condanna all’ergastolo, inasprito da un anno di isolamento, il 22enne di Sant’Antonio di Tortal, Abele De Barba, per aver ucciso per motivi abbietti e con premeditazione la povera Emma Canton. Ma l’ergastolo in Italia, non significa fine pena mai, come si vedrà, nemmeno per i peggiori criminali.
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Contro Antigone

13,00
«Vittima com'è di una disperata follia di annientamento e di distruzione, Antigone non ama nessuno, così come non ama sé stessa: il suo solo e vero amore è la morte». In una rilettura controcorrente della più celebre figura tragica della classicità, Eva Cantarella smonta pezzo per pezzo le basi su cui si fonda il mito di Antigone. Per la sua determinazione a dare sepoltura al fratello Polinice, violando la legge cittadina per obbedire a una legge non scritta, Antigone ha rappresentato nei secoli il modello insuperato di chi si oppone a un regime tirannico, di chi reagisce di fronte ai diritti calpestati e negati, di ogni donna in lotta contro il potere maschile. Ma questa figura che sembra racchiudere in sé ogni virtù non corrisponde al personaggio cui Sofocle ha dedicato l'omonima tragedia oltre 2500 anni fa. Ed è esplorando la distanza tra mito e personaggio che Eva Cantarella mette in luce lati sorprendentemente negativi dell'eroina da tutti osannata e arriva a contestare il ruolo di despota attribuito a Creonte, protagonista di una drammatica vicenda umana e politica che lo rende una figura non meno interessante e non meno tragica.
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Contro Antigone

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«Vittima com'è di una disperata follia di annientamento e di distruzione, Antigone non ama nessuno, così come non ama sé stessa: il suo solo e vero amore è la morte». In una rilettura controcorrente della più celebre figura tragica della classicità, Eva Cantarella smonta pezzo per pezzo le basi su cui si fonda il mito di Antigone. Per la sua determinazione a dare sepoltura al fratello Polinice, violando la legge cittadina per obbedire a una legge non scritta, Antigone ha rappresentato nei secoli il modello insuperato di chi si oppone a un regime tirannico, di chi reagisce di fronte ai diritti calpestati e negati, di ogni donna in lotta contro il potere maschile. Ma questa figura che sembra racchiudere in sé ogni virtù non corrisponde al personaggio cui Sofocle ha dedicato l'omonima tragedia oltre 2500 anni fa. Ed è esplorando la distanza tra mito e personaggio che Eva Cantarella mette in luce lati sorprendentemente negativi dell'eroina da tutti osannata e arriva a contestare il ruolo di despota attribuito a Creonte, protagonista di una drammatica vicenda umana e politica che lo rende una figura non meno interessante e non meno tragica.
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Sulla poesia moderna

14,00
Fra la metà del Settecento e la metà del Novecento la poesia occidentale si trasforma. I poeti acquistano una libertà senza precedenti: possono scrivere in modo oscuro, infrangere le regole del metro e della sintassi, rinnovare il lessico, eliminare ogni mediazione fra la propria persona biografica e il personaggio che nei testi dice "io". La poesia diventa così il genere più egocentrico della letteratura moderna. Analizzando alcuni testi esemplari l'autore ricostruisce le tappe di questa metamorfosi e le interpreta come il sintomo di mutazioni storiche profonde.
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Sulla poesia moderna

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Fra la metà del Settecento e la metà del Novecento la poesia occidentale si trasforma. I poeti acquistano una libertà senza precedenti: possono scrivere in modo oscuro, infrangere le regole del metro e della sintassi, rinnovare il lessico, eliminare ogni mediazione fra la propria persona biografica e il personaggio che nei testi dice "io". La poesia diventa così il genere più egocentrico della letteratura moderna. Analizzando alcuni testi esemplari l'autore ricostruisce le tappe di questa metamorfosi e le interpreta come il sintomo di mutazioni storiche profonde.
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Declino Italia

12,00
L'Italia è in declino perché è organizzata in modo iniquo e inefficiente. Le rendite di pochi comprimono le opportunità di molti, e sono protette dalla tensione tra la razionalità individuale e l'interesse collettivo. Questa logica è ferrea ma reversibile. Una battaglia di idee può cambiarla, liberando energie ora sperperate, e avviare il rilancio. Questo libro tenta una lettura unitaria delle cause economiche e politiche del declino dell'Italia, che dura da un quarto di secolo. La tesi di fondo è che il Paese è organizzato in modo meno equo ed efficiente dei suoi pari: la supremazia della legge e la responsabilità politica sono piú deboli, in particolare, e ciò comprime sia la produttività delle imprese sia le opportunità dei cittadini. Il senso di questo equilibrio politico-economico è la difesa della rendita, e la sua forza è la tensione tra la razionalità individuale e l'interesse collettivo. Questa logica è ferrea ma reversibile. Una battaglia di idee può scardinarla, liberando energie civili e risorse materiali ora sperperate, e avviare il rilancio.
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Declino Italia

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L'Italia è in declino perché è organizzata in modo iniquo e inefficiente. Le rendite di pochi comprimono le opportunità di molti, e sono protette dalla tensione tra la razionalità individuale e l'interesse collettivo. Questa logica è ferrea ma reversibile. Una battaglia di idee può cambiarla, liberando energie ora sperperate, e avviare il rilancio. Questo libro tenta una lettura unitaria delle cause economiche e politiche del declino dell'Italia, che dura da un quarto di secolo. La tesi di fondo è che il Paese è organizzato in modo meno equo ed efficiente dei suoi pari: la supremazia della legge e la responsabilità politica sono piú deboli, in particolare, e ciò comprime sia la produttività delle imprese sia le opportunità dei cittadini. Il senso di questo equilibrio politico-economico è la difesa della rendita, e la sua forza è la tensione tra la razionalità individuale e l'interesse collettivo. Questa logica è ferrea ma reversibile. Una battaglia di idee può scardinarla, liberando energie civili e risorse materiali ora sperperate, e avviare il rilancio.
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Romanzo di uno scandalo. La Banca Romana tra finzione e realtà

29,00
Scoppiato alla fine del 1892, il caso politico-finanziario della Banca Romana resta uno dei più memorabili scandali istituzionali di tutti i tempi. Portò a galla le magagne di un'intera classe dirigente, minacciò di travolgere personaggi del calibro di Crispi e Giolitti, culminò in un processo oscillante tra il melodramma e la farsa, concluso da un verdetto surreale. D'altra parte, fu denunciato da una minoranza parlamentare agguerrita, mobilitò l'opinione pubblica, mise in luce non solo le debolezze ma anche le risorse della democrazia rappresentativa. Zeppo di figure pittoresche, coincidenze spiazzanti e misteri irrisolti, attirò l'interesse sia di autori come Zola e Pirandello sia di scrittori e giornalisti ormai dimenticati, alimentando una consistente ed eterogenea produzione narrativa. Questo libro inquadra il contesto europeo in cui la vicenda si situa, ne ricostruisce il corso attingendo a fonti d'epoca, e propone un'analisi delle principali opere a essa ispirate, da quelle contigue ai fatti fino ad alcune rievocazioni dei giorni nostri.
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Romanzo di uno scandalo. La Banca Romana tra finzione e realtà

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Scoppiato alla fine del 1892, il caso politico-finanziario della Banca Romana resta uno dei più memorabili scandali istituzionali di tutti i tempi. Portò a galla le magagne di un'intera classe dirigente, minacciò di travolgere personaggi del calibro di Crispi e Giolitti, culminò in un processo oscillante tra il melodramma e la farsa, concluso da un verdetto surreale. D'altra parte, fu denunciato da una minoranza parlamentare agguerrita, mobilitò l'opinione pubblica, mise in luce non solo le debolezze ma anche le risorse della democrazia rappresentativa. Zeppo di figure pittoresche, coincidenze spiazzanti e misteri irrisolti, attirò l'interesse sia di autori come Zola e Pirandello sia di scrittori e giornalisti ormai dimenticati, alimentando una consistente ed eterogenea produzione narrativa. Questo libro inquadra il contesto europeo in cui la vicenda si situa, ne ricostruisce il corso attingendo a fonti d'epoca, e propone un'analisi delle principali opere a essa ispirate, da quelle contigue ai fatti fino ad alcune rievocazioni dei giorni nostri.
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Leyla e Majnun

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Diario. Le stesure originali

13,00
28 marzo 1944. Dall'esilio londinese il ministro olandese dell'Istruzione lancia un appello ai connazionali perché conservino ogni testimonianza utile a raccontare quanto sta accadendo nei Paesi Bassi occupati dai nazisti. Ad ascoltarlo c'è un'adolescente ebrea che vive ad Amsterdam in un nascondiglio. Il suo nome, oggi universalmente noto, è Anne Frank. Anne ama scrivere, da grande vuole fare la giornalista o la scrittrice, e ne ha tutte le doti; compone qualche racconto, ma soprattutto da circa due anni tiene un diario: un testo intimo, destinato solo a se stessa, che definisce «la confessione di un brutto anatroccolo». Ma a partire da quel giorno, in cui scopre il valore della memoria, la «bambina di Amsterdam» si dedica consapevolmente a riscriverlo, il diario, per conferirgli valore eterno di testimonianza. Gli dà forma epistolare, dei personaggi e anche un titolo, La casa sul retro; ne controlla lo stile e ordina il materiale in vista di un pubblico, di futuri lettori. Preziosa fonte storiografica e precoce laboratorio di scrittura, il Diario, nella sua duplice redazione (A e B), mette in luce tutta la valenza umana e letteraria di un «libro composto sul confine dell'abisso».
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Diario. Le stesure originali

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28 marzo 1944. Dall'esilio londinese il ministro olandese dell'Istruzione lancia un appello ai connazionali perché conservino ogni testimonianza utile a raccontare quanto sta accadendo nei Paesi Bassi occupati dai nazisti. Ad ascoltarlo c'è un'adolescente ebrea che vive ad Amsterdam in un nascondiglio. Il suo nome, oggi universalmente noto, è Anne Frank. Anne ama scrivere, da grande vuole fare la giornalista o la scrittrice, e ne ha tutte le doti; compone qualche racconto, ma soprattutto da circa due anni tiene un diario: un testo intimo, destinato solo a se stessa, che definisce «la confessione di un brutto anatroccolo». Ma a partire da quel giorno, in cui scopre il valore della memoria, la «bambina di Amsterdam» si dedica consapevolmente a riscriverlo, il diario, per conferirgli valore eterno di testimonianza. Gli dà forma epistolare, dei personaggi e anche un titolo, La casa sul retro; ne controlla lo stile e ordina il materiale in vista di un pubblico, di futuri lettori. Preziosa fonte storiografica e precoce laboratorio di scrittura, il Diario, nella sua duplice redazione (A e B), mette in luce tutta la valenza umana e letteraria di un «libro composto sul confine dell'abisso».
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Il problema Spinoza

15,00
Estonia, 1910. Il diciassettenne Alfred Rosenberg, accusato di aver proferito violenti commenti antisemiti in classe, viene condannato dal preside Epstein a una singolare punizione: imparare a memoria alcuni passi dell'autobiografia di Goethe, il poeta che l'adolescente dichiara di venerare come emblema stesso del popolo tedesco. In particolare si tratta dei brani in cui l'autore del Faust si dichiara fervente ammiratore di Baruch Spinoza, il grande filosofo ebreo del diciassettesimo secolo. La lettura insinua nella mente del giovane Rosenberg un tarlo che lo accompagnerà per il resto della vita: come può il sommo Goethe aver tratto ispirazione da un uomo di razza inferiore? Amsterdam, 1656. Bento, in ebraico Baruch, Spinoza ha ventitré anni: la sua famiglia è di origine portoghese, sfuggita all'Inquisizione e riparatasi nella più tollerante Olanda. L'aspetto del giovane Baruch è distinto e raffinato: i lineamenti aggraziati, la pelle priva di imperfezioni, gli occhi grandi, scuri e profondi. E, dietro quegli occhi, una mente che non esita a elaborare pensieri eccentrici sulla fede, e idee sul mondo così poco ortodosse da attirare il sospetto di eresia. Bento di nascosto si istruisce sulla lingua e le idee di Aristotele e dei grandi filosofi greci presso l'accademia di Franciscus van den Enden, un elegante uomo di mondo, quel mondo esterno così inviso alla comunità ebraica. Van den Enden addirittura osa affidare parte dell'insegnamento alla figlia Clara Maria, una giovane dal collo lungo e il sorriso seducente di cui Baruch si invaghisce puntualmente. Il risultato di questa educazione filosofica e sentimentale è scontato: il giovane pensatore viene scomunicato e costretto a condurre una vita solitaria e appartata, che lo porterà tuttavia a produrre opere sublimi per profondità e drammaticità. Opere che trecento anni dopo non smettono di tormentare, sotto forma di incessanti domande, l'«ariano» Rosenberg, divenuto uno dei fondatori del partito nazista e stretto collaboratore di Hitler: davvero Baruch Spinoza, quest'uomo appartenente a una razza da sterminare, è riuscito a sviluppare un pensiero filosofico così lucido e geniale? O forse il segreto della sua genialità non sta nella sua mente, ma altrove? Magari nella sua piccola biblioteca personale, su cui la guerra consente di mettere le mani?
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Il problema Spinoza

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Estonia, 1910. Il diciassettenne Alfred Rosenberg, accusato di aver proferito violenti commenti antisemiti in classe, viene condannato dal preside Epstein a una singolare punizione: imparare a memoria alcuni passi dell'autobiografia di Goethe, il poeta che l'adolescente dichiara di venerare come emblema stesso del popolo tedesco. In particolare si tratta dei brani in cui l'autore del Faust si dichiara fervente ammiratore di Baruch Spinoza, il grande filosofo ebreo del diciassettesimo secolo. La lettura insinua nella mente del giovane Rosenberg un tarlo che lo accompagnerà per il resto della vita: come può il sommo Goethe aver tratto ispirazione da un uomo di razza inferiore? Amsterdam, 1656. Bento, in ebraico Baruch, Spinoza ha ventitré anni: la sua famiglia è di origine portoghese, sfuggita all'Inquisizione e riparatasi nella più tollerante Olanda. L'aspetto del giovane Baruch è distinto e raffinato: i lineamenti aggraziati, la pelle priva di imperfezioni, gli occhi grandi, scuri e profondi. E, dietro quegli occhi, una mente che non esita a elaborare pensieri eccentrici sulla fede, e idee sul mondo così poco ortodosse da attirare il sospetto di eresia. Bento di nascosto si istruisce sulla lingua e le idee di Aristotele e dei grandi filosofi greci presso l'accademia di Franciscus van den Enden, un elegante uomo di mondo, quel mondo esterno così inviso alla comunità ebraica. Van den Enden addirittura osa affidare parte dell'insegnamento alla figlia Clara Maria, una giovane dal collo lungo e il sorriso seducente di cui Baruch si invaghisce puntualmente. Il risultato di questa educazione filosofica e sentimentale è scontato: il giovane pensatore viene scomunicato e costretto a condurre una vita solitaria e appartata, che lo porterà tuttavia a produrre opere sublimi per profondità e drammaticità. Opere che trecento anni dopo non smettono di tormentare, sotto forma di incessanti domande, l'«ariano» Rosenberg, divenuto uno dei fondatori del partito nazista e stretto collaboratore di Hitler: davvero Baruch Spinoza, quest'uomo appartenente a una razza da sterminare, è riuscito a sviluppare un pensiero filosofico così lucido e geniale? O forse il segreto della sua genialità non sta nella sua mente, ma altrove? Magari nella sua piccola biblioteca personale, su cui la guerra consente di mettere le mani?
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The dark side. Viaggio nella mente criminale

16,90
Per scorgere tracce di umanità in chi ha commesso crimini bestiali è necessario conoscere gli angoli più oscuri della mente e avere il coraggio di guardarci dentro. Senza mai dimenticarsi dove si trova la luce. Questo è il lavoro di Kerry Daynes, una delle criminologhe più affermate del Regno Unito, che da venticinque anni collabora nelle indagini del governo britannico per risolvere casi impossibili, e che qui racconta alcune delle esperienze più complesse e oscure della sua carriera, quelle durante le quali ha dovuto mantenere il sangue freddo senza mettere da parte l'empatia, rendendosi conto di quanto la natura umana sia sfaccettata e di come le difficoltà e le perversioni individuali vadano di pari passo con la sofferenza, gli abusi subiti o le buone intenzioni di partenza. Dalle carceri di massima sicurezza alle sale interrogatori della polizia, dai reparti degli ospedali psichiatrici al banco dei testimoni in tribunale, Kerry ha parlato con assassini, criminali e serial killer. E tutto per rispondere a una domanda: cosa spinge una persona a scegliere il male?
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The dark side. Viaggio nella mente criminale

16,90
Per scorgere tracce di umanità in chi ha commesso crimini bestiali è necessario conoscere gli angoli più oscuri della mente e avere il coraggio di guardarci dentro. Senza mai dimenticarsi dove si trova la luce. Questo è il lavoro di Kerry Daynes, una delle criminologhe più affermate del Regno Unito, che da venticinque anni collabora nelle indagini del governo britannico per risolvere casi impossibili, e che qui racconta alcune delle esperienze più complesse e oscure della sua carriera, quelle durante le quali ha dovuto mantenere il sangue freddo senza mettere da parte l'empatia, rendendosi conto di quanto la natura umana sia sfaccettata e di come le difficoltà e le perversioni individuali vadano di pari passo con la sofferenza, gli abusi subiti o le buone intenzioni di partenza. Dalle carceri di massima sicurezza alle sale interrogatori della polizia, dai reparti degli ospedali psichiatrici al banco dei testimoni in tribunale, Kerry ha parlato con assassini, criminali e serial killer. E tutto per rispondere a una domanda: cosa spinge una persona a scegliere il male?
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Il tempo non esiste. L’uomo nell’eterno presente

14,25
In che modo la tv e i social media sono diventati così pervasivi? Come mai si ha la sensazione di vivere in un tempo strano, talvolta estremamente compresso e talvolta profondamente dilatato? E perché ci sembra sempre che ci manchi un quadro generale delle cose, che il nostro sguardo si fissi su alcuni particolari, ingranditi a dismisura? Rossano Baronciani, docente e saggista, cerca di fornire alcune risposte a queste domande, quesiti fondamentali dell'epoca contemporanea: dalle prime dirette infinite fino ai Reality show, dalla comunicazione istantanea dei social all'uso sovrabbondante delle immagini, questo saggio, diviso in due sezioni, mette assieme antropologia, storia, estetica e cultural studies, e fornisce una lettura affilata e chiarificatrice della nostra epoca, in cui passato e futuro vengono sacrificati nel nome di un continuo e irrinunciabile ripetersi del presente.
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Il tempo non esiste. L’uomo nell’eterno presente

14,25
In che modo la tv e i social media sono diventati così pervasivi? Come mai si ha la sensazione di vivere in un tempo strano, talvolta estremamente compresso e talvolta profondamente dilatato? E perché ci sembra sempre che ci manchi un quadro generale delle cose, che il nostro sguardo si fissi su alcuni particolari, ingranditi a dismisura? Rossano Baronciani, docente e saggista, cerca di fornire alcune risposte a queste domande, quesiti fondamentali dell'epoca contemporanea: dalle prime dirette infinite fino ai Reality show, dalla comunicazione istantanea dei social all'uso sovrabbondante delle immagini, questo saggio, diviso in due sezioni, mette assieme antropologia, storia, estetica e cultural studies, e fornisce una lettura affilata e chiarificatrice della nostra epoca, in cui passato e futuro vengono sacrificati nel nome di un continuo e irrinunciabile ripetersi del presente.
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Cosa vuol dire fare l’uomo?

19,90
«Fai l'uomo!», lo avrete sentito dire tantissime volte. In famiglia, tra amici, nei film, nelle canzoni. Ma cosa vuol dire esattamente? Chi decide come si fa l'uomo? E soprattutto, è davvero così importante? Oggi esiste un solo maschile possibile. Una specie di gabbia dorata in cui veniamo costretti fin da piccoli, fatta di diritti e doveri, o meglio, di privilegi e catene. Questo libro vuole scavare dentro queste regole. Smontarle, rovesciarle, scardinarle. Un viaggio negli stereotipi maschili raccontati proprio da chi, almeno una volta, si è sentito in dovere di "fare l'uomo" e ha capito quanto sia pesante. Questo libro si rivolge a chi è stanco di questi standard e vuole immaginare un maschile diverso. Per sé stessi, per una relazione, per un amico, per un figlio, per un fratello. Ecco, questo libro è per voi. Contributi: Andrea Batilla, Matteo Botto, Nicola Brajato, Francesco Ferreri, Alberto Guidetti, Le Sex en Rose (Ivano Messinese e Morena Nerri), Mammadimerda (Francesca Fiore e Sarah Malnerich), Martina Miccichè, Nicola Macchione, Enrico Mensa, Pierluca Mariti, Riccardo Onorato, Psicologa Cruda, Matteo Rastelli, Giulio Scarano e Francesco Tanini.
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Cosa vuol dire fare l’uomo?

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«Fai l'uomo!», lo avrete sentito dire tantissime volte. In famiglia, tra amici, nei film, nelle canzoni. Ma cosa vuol dire esattamente? Chi decide come si fa l'uomo? E soprattutto, è davvero così importante? Oggi esiste un solo maschile possibile. Una specie di gabbia dorata in cui veniamo costretti fin da piccoli, fatta di diritti e doveri, o meglio, di privilegi e catene. Questo libro vuole scavare dentro queste regole. Smontarle, rovesciarle, scardinarle. Un viaggio negli stereotipi maschili raccontati proprio da chi, almeno una volta, si è sentito in dovere di "fare l'uomo" e ha capito quanto sia pesante. Questo libro si rivolge a chi è stanco di questi standard e vuole immaginare un maschile diverso. Per sé stessi, per una relazione, per un amico, per un figlio, per un fratello. Ecco, questo libro è per voi. Contributi: Andrea Batilla, Matteo Botto, Nicola Brajato, Francesco Ferreri, Alberto Guidetti, Le Sex en Rose (Ivano Messinese e Morena Nerri), Mammadimerda (Francesca Fiore e Sarah Malnerich), Martina Miccichè, Nicola Macchione, Enrico Mensa, Pierluca Mariti, Riccardo Onorato, Psicologa Cruda, Matteo Rastelli, Giulio Scarano e Francesco Tanini.
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Atomic habits. Piccole abitudini per grandi cambiamenti

16,90
Con lo stile chiaro e appassionante che ha conquistato milioni di lettori, Atomic Habits ci accompagna passo dopo passo sulla strada del cambiamento sostenibile, grazie a un metodo facile da mettere in pratica per creare buone abitudini, liberarci da quelle cattive e rimanere felicemente fedeli alle nostre scelte. Perché soltanto concentrandoci su ciò che abbiamo il potere di cambiare – ciò che ogni giorno decidiamo di fare o non fare – potremo ottenere una trasformazione profonda e duratura.
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La società esiste

18,00
La concezione neoliberista di individui indipendenti, isolati e in competizione tra loro ha decretato la crisi dell’idea di cittadinanza fondata sui diritti fondamentali, la delegittimazione del welfare, la demolizione del pubblico. Questo ha comportato non solo l’allentamento dei vincoli di solidarietà, ma anche fenomeni di secessione delle élite dal corpo della società, diseguaglianze di classe e gerarchie di genere e ‘razza’, crisi della rappresentanza, frammentazione delle identità politiche. Eppure, nonostante Thatcher e i suoi epigoni, c’è e sempre ci sarà qualcosa di più grande degli individui: il ‘sociale’ come spazio di conflitti collettivi da affrontare e di pratiche di solidarietà, uno spazio che è possibile modellare attraverso la politica. Questo libro mappa le visioni che animano le più recenti forme di attivismo sindacale, ambientalista, femminista, capaci di unire difesa del lavoro e del clima, lotta per il reddito e per i diritti civili, battaglie contro le discriminazioni di genere e contro la violenza razziale.
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La concezione neoliberista di individui indipendenti, isolati e in competizione tra loro ha decretato la crisi dell’idea di cittadinanza fondata sui diritti fondamentali, la delegittimazione del welfare, la demolizione del pubblico. Questo ha comportato non solo l’allentamento dei vincoli di solidarietà, ma anche fenomeni di secessione delle élite dal corpo della società, diseguaglianze di classe e gerarchie di genere e ‘razza’, crisi della rappresentanza, frammentazione delle identità politiche. Eppure, nonostante Thatcher e i suoi epigoni, c’è e sempre ci sarà qualcosa di più grande degli individui: il ‘sociale’ come spazio di conflitti collettivi da affrontare e di pratiche di solidarietà, uno spazio che è possibile modellare attraverso la politica. Questo libro mappa le visioni che animano le più recenti forme di attivismo sindacale, ambientalista, femminista, capaci di unire difesa del lavoro e del clima, lotta per il reddito e per i diritti civili, battaglie contro le discriminazioni di genere e contro la violenza razziale.
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Streghe! Stregoneria, sabba, inquisizione e demoni

15,00
La stregoneria è un tema più che mai attuale, anche in considerazione dello sviluppo del neopaganesimo, che ha ripetutamente riscoperto e amalgamato miti, folklore, storia, creando continuamente nuove strade, che partono però da un punto comune: le religioni precristiane, pagane appunto, ma anche le tradizioni misteriche e i culti esoterici medievali. Gli autori che hanno partecipato allo speciale Streghe! hanno analizzato ogni forma di stregoneria, o se vogliamo di magia nel corso dei secoli, soffermandosi sulle motivazioni, le storie, il rapporto con il diavolo, il sabba, la terribile Inquisizione e sulla sopravvivenza di miti molto antichi.
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La stregoneria è un tema più che mai attuale, anche in considerazione dello sviluppo del neopaganesimo, che ha ripetutamente riscoperto e amalgamato miti, folklore, storia, creando continuamente nuove strade, che partono però da un punto comune: le religioni precristiane, pagane appunto, ma anche le tradizioni misteriche e i culti esoterici medievali. Gli autori che hanno partecipato allo speciale Streghe! hanno analizzato ogni forma di stregoneria, o se vogliamo di magia nel corso dei secoli, soffermandosi sulle motivazioni, le storie, il rapporto con il diavolo, il sabba, la terribile Inquisizione e sulla sopravvivenza di miti molto antichi.
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Le donne di casa Visconti. Vicende, passioni e veleni di una grande dinastia

16,00
Chi erano le signore della casata Visconti? Donne forti ma anche fragili, volitive e remissive, mogli e figlie, a volte costrette a matrimoni combinati con uomini non sempre esempi di virtù e che, perdipiù, sovente soffrivano di problemi mentali. Il tempo inoltre è stato inclemente, poiché in alcuni casi le notizie che ci sono arrivate sono scarne e frammentarie, ma questo non ha influito sull’autore, che in una ricerca di archivio appassionata, ha ricostruito le storie di queste incredibili donne, per consegnarci un testo accattivante, che mette in luce le vicende di una casata importante, vista... al femminile.
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Le donne di casa Visconti. Vicende, passioni e veleni di una grande dinastia

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Chi erano le signore della casata Visconti? Donne forti ma anche fragili, volitive e remissive, mogli e figlie, a volte costrette a matrimoni combinati con uomini non sempre esempi di virtù e che, perdipiù, sovente soffrivano di problemi mentali. Il tempo inoltre è stato inclemente, poiché in alcuni casi le notizie che ci sono arrivate sono scarne e frammentarie, ma questo non ha influito sull’autore, che in una ricerca di archivio appassionata, ha ricostruito le storie di queste incredibili donne, per consegnarci un testo accattivante, che mette in luce le vicende di una casata importante, vista... al femminile.
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Malleus Maleficarum. Il martello delle streghe

21,00
Il Malleus maleficarum fu scritto nel 1486 a Strasburgo da due autori domenicani, Jacob Sprenger (1436-1495) e Heinrich Kramer, “Institor” (1430-1505), animati dalla necessità di rendere fruibili modalità, procedure giuridiche e aspetti teologici fondamentali nella lotta alla stregoneria e alla “perversione eretica”. La lettura del testo risulta oggi sconcertante ed è necessario porre il libro nel suo contesto storico, geografico e culturale, solo in questo modo è possibile guardarlo come un documento di grande interesse per lo studio della follia collettiva costituita dalla caccia alle streghe. Prefazione di Massimo Centini.
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Il Malleus maleficarum fu scritto nel 1486 a Strasburgo da due autori domenicani, Jacob Sprenger (1436-1495) e Heinrich Kramer, “Institor” (1430-1505), animati dalla necessità di rendere fruibili modalità, procedure giuridiche e aspetti teologici fondamentali nella lotta alla stregoneria e alla “perversione eretica”. La lettura del testo risulta oggi sconcertante ed è necessario porre il libro nel suo contesto storico, geografico e culturale, solo in questo modo è possibile guardarlo come un documento di grande interesse per lo studio della follia collettiva costituita dalla caccia alle streghe. Prefazione di Massimo Centini.
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1576, diario peste Milano

15,00
Era il 1576 e la peste arrivò a Milano. I cittadini milanesi vi erano quasi abituati, poiché ogni trenta o quarant'anni la città veniva colpita da problemi legati alla grande affluenza in città di pellegrini, mercanti e soldataglia, ma alcune pestilenze erano più virulente di altre.
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1576, diario peste Milano

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Era il 1576 e la peste arrivò a Milano. I cittadini milanesi vi erano quasi abituati, poiché ogni trenta o quarant'anni la città veniva colpita da problemi legati alla grande affluenza in città di pellegrini, mercanti e soldataglia, ma alcune pestilenze erano più virulente di altre.
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Ascesa e caduta dei dinosauri. La vera storia di un mondo perduto

16,00
C'è stato un momento in cui i giganteschi rettili preistorici sono tornati in vita, lasciando la penombra dei musei di scienze naturali per andare alla conquista del mondo. Era il 1993, l'anno in cui uscì al cinema "Jurassic Park". Da lì, un numero incalcolabile di bambini giurò che da grande sarebbe diventato un paleontologo; Steve Brusatte era uno di loro e oggi, a poco più di trent'anni, ha già scoperto quindici nuove specie di dinosauri ed è uno dei paleontologi più carismatici e influenti. "Ascesa e caduta dei dinosauri" è il frutto di anni di ricerche, innovazioni tecnologiche e intuizioni geniali: dalla comparsa dei primi proto-dinosauri, non più grossi di un gatto domestico, all'affermazione dei giganteschi sauropodi, fino all'estinzione di massa del Cretaceo, Brusatte ci mostra come questi animali straordinari siano lontanissimi dallo stereotipo del colosso goffo e incapace di adattarsi alle trasformazioni del nostro pianeta. In realtà, i dinosauri furono un successo dell'evoluzione. Per un tempo lunghissimo prosperarono, mutando di pari passo con l'ambiente, tra fiumi di lava e piogge di asteroidi, continenti alla deriva ed escursioni termiche vertiginose. Alcuni di loro diventarono enormi e terrificanti – ma i tirannosauri ci misero 80 milioni di anni per arrivare al vertice della catena alimentare – altri adottarono soluzioni più sofisticate. Alla fine i più adatti trasformarono le piume che li ricoprivano in ali e divennero gli antenati degli odierni uccelli, salvandosi dal cataclisma che aprì la strada all'era dei mammiferi. Ma Brusatte non si limita a consegnarci una nuova, rivoluzionaria storia di questo mondo perduto: controcanto alle alterne fortune dei dinosauri sono le sue avventure di paleontologo, la storia di quel sogno che l'ha portato a caccia di fossili dalla Scozia alla Cina, dai deserti dell'Argentina alle terre desolate dell'Alaska. Conosciamo così scienziati hippie, professori-cowboy che vanno alla Guerra delle Ossa, fanatici collezionisti cinesi, speleologi transilvani, esperti di tracce fossili, programmatori nerd...Tutto un esercito di sognatori come lui, convinti che studiare i dinosauri sia importante ora più che mai, oggi che l'animale dominante sulla Terra, l'uomo, ha innescato un cambiamento climatico che prepara forse la prossima grande estinzione.
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Ascesa e caduta dei dinosauri. La vera storia di un mondo perduto

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C'è stato un momento in cui i giganteschi rettili preistorici sono tornati in vita, lasciando la penombra dei musei di scienze naturali per andare alla conquista del mondo. Era il 1993, l'anno in cui uscì al cinema "Jurassic Park". Da lì, un numero incalcolabile di bambini giurò che da grande sarebbe diventato un paleontologo; Steve Brusatte era uno di loro e oggi, a poco più di trent'anni, ha già scoperto quindici nuove specie di dinosauri ed è uno dei paleontologi più carismatici e influenti. "Ascesa e caduta dei dinosauri" è il frutto di anni di ricerche, innovazioni tecnologiche e intuizioni geniali: dalla comparsa dei primi proto-dinosauri, non più grossi di un gatto domestico, all'affermazione dei giganteschi sauropodi, fino all'estinzione di massa del Cretaceo, Brusatte ci mostra come questi animali straordinari siano lontanissimi dallo stereotipo del colosso goffo e incapace di adattarsi alle trasformazioni del nostro pianeta. In realtà, i dinosauri furono un successo dell'evoluzione. Per un tempo lunghissimo prosperarono, mutando di pari passo con l'ambiente, tra fiumi di lava e piogge di asteroidi, continenti alla deriva ed escursioni termiche vertiginose. Alcuni di loro diventarono enormi e terrificanti – ma i tirannosauri ci misero 80 milioni di anni per arrivare al vertice della catena alimentare – altri adottarono soluzioni più sofisticate. Alla fine i più adatti trasformarono le piume che li ricoprivano in ali e divennero gli antenati degli odierni uccelli, salvandosi dal cataclisma che aprì la strada all'era dei mammiferi. Ma Brusatte non si limita a consegnarci una nuova, rivoluzionaria storia di questo mondo perduto: controcanto alle alterne fortune dei dinosauri sono le sue avventure di paleontologo, la storia di quel sogno che l'ha portato a caccia di fossili dalla Scozia alla Cina, dai deserti dell'Argentina alle terre desolate dell'Alaska. Conosciamo così scienziati hippie, professori-cowboy che vanno alla Guerra delle Ossa, fanatici collezionisti cinesi, speleologi transilvani, esperti di tracce fossili, programmatori nerd...Tutto un esercito di sognatori come lui, convinti che studiare i dinosauri sia importante ora più che mai, oggi che l'animale dominante sulla Terra, l'uomo, ha innescato un cambiamento climatico che prepara forse la prossima grande estinzione.
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DARE LA VITA

15,00
Si può essere madri di figlie e figli che si scelgono, e che a loro volta ci hanno scelte? Si può costruire una famiglia senza vincoli di sangue? La risposta è sì. La queerness familiare è ormai una realtà, e affrontarla una necessità politica, come lo è quella di un dialogo lucido e aperto sulla gestazione per altrə, un tema che mette in crisi la presunta radice dell’essere donne. Interrogarci, discutere intorno a questa radice significa sfidare il concetto di normalità e naturalità a cui siamo abituati. Michela Murgia lo ha fatto per anni, nei suoi libri e sui social, e nelle ultime settimane di vita ha raccolto i suoi pensieri per donarci questo pamphlet densissimo e prezioso, in cui ci racconta – partendo dall’esperienza personale – un altro modello di maternità, come si possa dare la vita senza generare biologicamente, come i legami d’anima possano sommarsi ai legami di sangue.
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Si può essere madri di figlie e figli che si scelgono, e che a loro volta ci hanno scelte? Si può costruire una famiglia senza vincoli di sangue? La risposta è sì. La queerness familiare è ormai una realtà, e affrontarla una necessità politica, come lo è quella di un dialogo lucido e aperto sulla gestazione per altrə, un tema che mette in crisi la presunta radice dell’essere donne. Interrogarci, discutere intorno a questa radice significa sfidare il concetto di normalità e naturalità a cui siamo abituati. Michela Murgia lo ha fatto per anni, nei suoi libri e sui social, e nelle ultime settimane di vita ha raccolto i suoi pensieri per donarci questo pamphlet densissimo e prezioso, in cui ci racconta – partendo dall’esperienza personale – un altro modello di maternità, come si possa dare la vita senza generare biologicamente, come i legami d’anima possano sommarsi ai legami di sangue.
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La vendetta delle muse

18,00
“Volevo essere Marianne Faithfull”. Questo era il desiderio di Serena Dandini adolescente, mentre, in una grigia aula scolastica, sognava di vivere le gesta trasgressive di quella che aveva eletto come sua musa personale. Perché, da sempre, le muse sono necessarie. Ma se agli albori della civiltà i poeti invocavano dee per farsi ispirare, con il passare del tempo il ruolo di musa è stato affidato a delle mortali. Amate, volute, abbandonate, idolatrate, ritratte in tele magnifiche, cantate in versi indimenticabili, ma sempre come – meravigliosi – oggetti, di cui si poteva trascurare serenamente la dimensione umana. Invece erano donne in carne e ossa, con sogni, passioni, pulsioni e vita, tanta vita. Serena Dandini decide di ribaltare lo sguardo su di loro e, alla maniera di Copernico, compie una rivoluzione, rimettendo la musa al centro del suo universo, finalmente non più oggetto ma soggetto. Dandini spazia tra epoche e luoghi, dalla Roma barocca alla swinging London, dall’infuocato Sud America delle rivolte ottocentesche alla splendente Los Angeles degli anni ’70, passando per la Parigi delle avanguardie. Partendo spesso dalla sua vita e dalle sue esperienze, alternando epica e ironia, Dandini collega Marianne Faithfull e la sua infinita capacità di resistere ad Anita Garibaldi e le sue imprese guerriere; Colette, che si riappropriò dei frutti del suo ingegno, sottratti dal marito, a Sophie Germain e alle altre scienziate espropriate dai colleghi maschi; Eve Babitz, che fu musa di artisti e rockstar ma, soprattutto, una grande scrittrice, a Gala, che fece del “musismo” un’arte. Una legittima vendetta di donne straordinarie, che popolano queste pagine con le loro storie, a volte esaltanti, a volte commoventi, capaci di suscitare indignazione o di ispirare i sentimenti più nobili, ma soprattutto di emozionare.
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La vendetta delle muse

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“Volevo essere Marianne Faithfull”. Questo era il desiderio di Serena Dandini adolescente, mentre, in una grigia aula scolastica, sognava di vivere le gesta trasgressive di quella che aveva eletto come sua musa personale. Perché, da sempre, le muse sono necessarie. Ma se agli albori della civiltà i poeti invocavano dee per farsi ispirare, con il passare del tempo il ruolo di musa è stato affidato a delle mortali. Amate, volute, abbandonate, idolatrate, ritratte in tele magnifiche, cantate in versi indimenticabili, ma sempre come – meravigliosi – oggetti, di cui si poteva trascurare serenamente la dimensione umana. Invece erano donne in carne e ossa, con sogni, passioni, pulsioni e vita, tanta vita. Serena Dandini decide di ribaltare lo sguardo su di loro e, alla maniera di Copernico, compie una rivoluzione, rimettendo la musa al centro del suo universo, finalmente non più oggetto ma soggetto. Dandini spazia tra epoche e luoghi, dalla Roma barocca alla swinging London, dall’infuocato Sud America delle rivolte ottocentesche alla splendente Los Angeles degli anni ’70, passando per la Parigi delle avanguardie. Partendo spesso dalla sua vita e dalle sue esperienze, alternando epica e ironia, Dandini collega Marianne Faithfull e la sua infinita capacità di resistere ad Anita Garibaldi e le sue imprese guerriere; Colette, che si riappropriò dei frutti del suo ingegno, sottratti dal marito, a Sophie Germain e alle altre scienziate espropriate dai colleghi maschi; Eve Babitz, che fu musa di artisti e rockstar ma, soprattutto, una grande scrittrice, a Gala, che fece del “musismo” un’arte. Una legittima vendetta di donne straordinarie, che popolano queste pagine con le loro storie, a volte esaltanti, a volte commoventi, capaci di suscitare indignazione o di ispirare i sentimenti più nobili, ma soprattutto di emozionare.
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Arabpop. Arte e letteratura in rivolta dai Paesi arabi

18,00
In Italia le cosiddette Primavere arabe del 2011 sono state spesso analizzate da commentatori e giornalisti solo come inaspettati scoppi di violenza o come il risultato di giochi di potere tra Stati occidentali. La miopia di un pensiero appiattito su posizioni islamofobe ci ha impedito di conoscere davvero chi scendeva nelle piazze di Tunisi, del Cairo o di Damasco: una giovane generazione che chiedeva libertà, rimettendo in discussione appartenenze politiche, religiose e di genere. Questo spirito di libertà è stato raccolto ed elaborato da intellettuali, artisti e scrittori arabi che al cinema, sui muri delle loro città, nei romanzi, nelle poesie e nelle canzoni hanno raccontato la genesi e le conseguenze dei movimenti di protesta. I contributi di questo volume intendono dare merito a questa incredibile stagione culturale, e far conoscere al pubblico italiano la letteratura, la musica, i film, i lavori artistici e teatrali nati da questo periodo di rivolta.
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Arabpop. Arte e letteratura in rivolta dai Paesi arabi

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In Italia le cosiddette Primavere arabe del 2011 sono state spesso analizzate da commentatori e giornalisti solo come inaspettati scoppi di violenza o come il risultato di giochi di potere tra Stati occidentali. La miopia di un pensiero appiattito su posizioni islamofobe ci ha impedito di conoscere davvero chi scendeva nelle piazze di Tunisi, del Cairo o di Damasco: una giovane generazione che chiedeva libertà, rimettendo in discussione appartenenze politiche, religiose e di genere. Questo spirito di libertà è stato raccolto ed elaborato da intellettuali, artisti e scrittori arabi che al cinema, sui muri delle loro città, nei romanzi, nelle poesie e nelle canzoni hanno raccontato la genesi e le conseguenze dei movimenti di protesta. I contributi di questo volume intendono dare merito a questa incredibile stagione culturale, e far conoscere al pubblico italiano la letteratura, la musica, i film, i lavori artistici e teatrali nati da questo periodo di rivolta.
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I giorni di Milano

20,00
Dai racconti sulla nascita di Milano al suo divenire una delle capitali dell'Impero Romano; dalla acclamazione a furor di popolo del vescovo Ambrogio a Federico Barbarossa sconfitto dai milanesi a Legnano; dal genio di Leonardo da Vinci alla corte di Ludovico il Moro alla fine dell'indipendenza del Ducato milanese sotto il dominio prima spagnolo, poi austriaco e francese; dalla vivacità della cultura milanese testimoniata da "Il Caffè", il più prestigioso periodico dell'illuminismo italiano, all'incoronazione di Napoleone Bonaparte nel Duomo; dalle cinque giornate del marzo 1848, anno di rivolte e di speranze, all'Esposizione internazionale del 1905, celebrazione della borghesia lombarda, fino al 25 aprile 1945, la Liberazione, con Milano che insorge contro il nazifascismo, memore di sé e della sua storia.
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Dai racconti sulla nascita di Milano al suo divenire una delle capitali dell'Impero Romano; dalla acclamazione a furor di popolo del vescovo Ambrogio a Federico Barbarossa sconfitto dai milanesi a Legnano; dal genio di Leonardo da Vinci alla corte di Ludovico il Moro alla fine dell'indipendenza del Ducato milanese sotto il dominio prima spagnolo, poi austriaco e francese; dalla vivacità della cultura milanese testimoniata da "Il Caffè", il più prestigioso periodico dell'illuminismo italiano, all'incoronazione di Napoleone Bonaparte nel Duomo; dalle cinque giornate del marzo 1848, anno di rivolte e di speranze, all'Esposizione internazionale del 1905, celebrazione della borghesia lombarda, fino al 25 aprile 1945, la Liberazione, con Milano che insorge contro il nazifascismo, memore di sé e della sua storia.
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Le incantatrici. 33 donne che hanno sedotto il mondo

19,90
Dopo le magnifiche e le indomabili, Daniela Mmusini cattura e avvince anche con Le Incantatrici (ri)creando sapientemente, come su un palcoscenico teatrale, personaggi e atmosfere e conducendo il lettore attraverso il labirinto segreto delle anime di queste donne indimenticabili. Le Incantatrici costituiscono un mosaico di donne dalla vita sbrigliata, dal fascino irresistibile e dal talento abbagliante, ma nel contempo anche una sorta di capsula del tempo dove incontrare Circe, la maga dagli occhi di topazio, o Ildegarda di Bingen, la mistica femminista del Medioevo, Madame de Pompadour, arguta e smodatamente ambiziosa, La Bella Otero che stregò la Belle Époque, o l'inarrivabile Colette, dalla penna audace e dall'esistenza spavalda, e poi Lola Montez e Wallis Simpson, che costarono il trono a due sovrani. Si può fare la conoscenza di Lou von Salomé e Alma Mahler, algide incendiarie e intellettuali sublimi che portarono alla follia amorosa i più grandi artisti della loro epoca, così come della diabolica contessa Tarnowska, dalla vita costellata di cadaveri eccellenti; ma ci si può imbattere anche in Camille Claudel, Zelda Sayre Fitzgerald e Billie Holiday, creature dall'anima smerigliata e la mente abitata dalle ombre, o in figure affascinanti quali Agatha Christie, Mata Hari, Marlene Dietrich, Eva Kant, che fecero del mistero la loro fortuna e la loro dannazione. E tra le pagine ecco materializzarsi i voluttuosi e scultorei dipinti di Tamara de Łempicka e le atmosfere eccitanti e trasgressive della Parigi lesbo-chic del primo Novecento, a cui fanno da controcanto il mondo ovattato e sognante di Liala e da contrappunto le esistenze luccicanti e dissipate di Rita Hayworth, Ava Gardner e Liz Taylor.
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Le incantatrici. 33 donne che hanno sedotto il mondo

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Dopo le magnifiche e le indomabili, Daniela Mmusini cattura e avvince anche con Le Incantatrici (ri)creando sapientemente, come su un palcoscenico teatrale, personaggi e atmosfere e conducendo il lettore attraverso il labirinto segreto delle anime di queste donne indimenticabili. Le Incantatrici costituiscono un mosaico di donne dalla vita sbrigliata, dal fascino irresistibile e dal talento abbagliante, ma nel contempo anche una sorta di capsula del tempo dove incontrare Circe, la maga dagli occhi di topazio, o Ildegarda di Bingen, la mistica femminista del Medioevo, Madame de Pompadour, arguta e smodatamente ambiziosa, La Bella Otero che stregò la Belle Époque, o l'inarrivabile Colette, dalla penna audace e dall'esistenza spavalda, e poi Lola Montez e Wallis Simpson, che costarono il trono a due sovrani. Si può fare la conoscenza di Lou von Salomé e Alma Mahler, algide incendiarie e intellettuali sublimi che portarono alla follia amorosa i più grandi artisti della loro epoca, così come della diabolica contessa Tarnowska, dalla vita costellata di cadaveri eccellenti; ma ci si può imbattere anche in Camille Claudel, Zelda Sayre Fitzgerald e Billie Holiday, creature dall'anima smerigliata e la mente abitata dalle ombre, o in figure affascinanti quali Agatha Christie, Mata Hari, Marlene Dietrich, Eva Kant, che fecero del mistero la loro fortuna e la loro dannazione. E tra le pagine ecco materializzarsi i voluttuosi e scultorei dipinti di Tamara de Łempicka e le atmosfere eccitanti e trasgressive della Parigi lesbo-chic del primo Novecento, a cui fanno da controcanto il mondo ovattato e sognante di Liala e da contrappunto le esistenze luccicanti e dissipate di Rita Hayworth, Ava Gardner e Liz Taylor.
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Inconscio non rimosso e memoria implicita. Dialogo tra psicoanalisi e neuroscienze

30,00
Sigmund Freud è stato il primo a utilizzare il costrutto di inconscio non rimosso riconoscendo che «l'Inc non coincide col rimosso; rimane esatto asserire che ogni rimosso è inc, ma non che ogni Inc è rimosso». Si tratta di un'intuizione importante che Freud lasciò cadere, ma che le ricerche psicoanalitica e neuroscientifica contemporanee hanno ripreso e approfondito. Si è così aperta la strada a nuove scoperte e a riflessioni dalle importanti ricadute sulla teoria della mente, con una particolare attenzione alla memoria implicita delle precoci esperienze sensoriali ed emotive relazionali con le figure di accudimento e al loro coinvolgimento sia nello sviluppo normale che in rapporto ai traumi evolutivi. Ma le ricadute si sono avute anche sulla pratica clinica focalizzata sull'elaborazione delle esperienze affettive (sia pre-verbali e pre-simboliche che verbali e simboliche) e sul ruolo del cervello destro nella comunicazione emotiva tra paziente e terapeuta.
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Inconscio non rimosso e memoria implicita. Dialogo tra psicoanalisi e neuroscienze

30,00
Sigmund Freud è stato il primo a utilizzare il costrutto di inconscio non rimosso riconoscendo che «l'Inc non coincide col rimosso; rimane esatto asserire che ogni rimosso è inc, ma non che ogni Inc è rimosso». Si tratta di un'intuizione importante che Freud lasciò cadere, ma che le ricerche psicoanalitica e neuroscientifica contemporanee hanno ripreso e approfondito. Si è così aperta la strada a nuove scoperte e a riflessioni dalle importanti ricadute sulla teoria della mente, con una particolare attenzione alla memoria implicita delle precoci esperienze sensoriali ed emotive relazionali con le figure di accudimento e al loro coinvolgimento sia nello sviluppo normale che in rapporto ai traumi evolutivi. Ma le ricadute si sono avute anche sulla pratica clinica focalizzata sull'elaborazione delle esperienze affettive (sia pre-verbali e pre-simboliche che verbali e simboliche) e sul ruolo del cervello destro nella comunicazione emotiva tra paziente e terapeuta.
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Il mio Napoleone. Indagini sull’uomo, la famiglia, l’Italia. Ediz. illustrata

25,00
Da antropologo culturale, quale amava definirsi, Daverio affronta e ritrae il personaggio controverso di Napoleone non da storico né da biografo, ma da più punti di vista: la tradizione culturale dei leader al potere in Francia (re, generali o presidenti che siano), l'ambiente famigliare e le radici mediterranee, l'atteggiamento e le doti del comunicatore, il pensiero sull'Europa. Un libro a cui l'autore ha lavorato tenacemente nell'anno precedente alla sua scomparsa e a cui teneva molto, da grande appassionato qual era dell'uomo e del personaggio storico, sul quale era tornato a più riprese con studi, scritti e interventi orali. Come in ogni suo studio Philippe Daverio posa sulle storie della storia, dell'arte e della cultura il suo occhio curioso, libero da pregiudizi e da vincoli accademici, e ci restituisce un ritratto vivace, sfaccettato, inedito e a tratti irriverente del "suo" Napoleone, cercando di entrare nella mente dell'uomo, nei suoi rapporti con la famiglia d'origine e le radici italiane, nel suo pensiero sull'arte e la vita quotidiana.
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Il mio Napoleone. Indagini sull’uomo, la famiglia, l’Italia. Ediz. illustrata

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Da antropologo culturale, quale amava definirsi, Daverio affronta e ritrae il personaggio controverso di Napoleone non da storico né da biografo, ma da più punti di vista: la tradizione culturale dei leader al potere in Francia (re, generali o presidenti che siano), l'ambiente famigliare e le radici mediterranee, l'atteggiamento e le doti del comunicatore, il pensiero sull'Europa. Un libro a cui l'autore ha lavorato tenacemente nell'anno precedente alla sua scomparsa e a cui teneva molto, da grande appassionato qual era dell'uomo e del personaggio storico, sul quale era tornato a più riprese con studi, scritti e interventi orali. Come in ogni suo studio Philippe Daverio posa sulle storie della storia, dell'arte e della cultura il suo occhio curioso, libero da pregiudizi e da vincoli accademici, e ci restituisce un ritratto vivace, sfaccettato, inedito e a tratti irriverente del "suo" Napoleone, cercando di entrare nella mente dell'uomo, nei suoi rapporti con la famiglia d'origine e le radici italiane, nel suo pensiero sull'arte e la vita quotidiana.
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Realismo capitalista

14,00
È davvero più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo? E perché ci siamo ormai assuefatti all'idea che, per dirla con Margaret Thatcher, "non c'è alternativa" al sistema in cui viviamo? Da queste domande, prende spunto uno dei più incisivi e influenti saggi critici degli ultimi quindici anni: il manifesto politico ed estetico del filosofo inglese Mark Fisher.
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Realismo capitalista

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È davvero più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo? E perché ci siamo ormai assuefatti all'idea che, per dirla con Margaret Thatcher, "non c'è alternativa" al sistema in cui viviamo? Da queste domande, prende spunto uno dei più incisivi e influenti saggi critici degli ultimi quindici anni: il manifesto politico ed estetico del filosofo inglese Mark Fisher.
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Il senso delle donne per la città. Curiosità, ingegno, apertura

15,00
Se esiste un pensiero e un inconsapevole istinto delle donne per gli spazi, unito a una incisiva capacità d'azione, dovrà presto farsi largo e prendere forma. Le città ne hanno un disperato bisogno. Non potendo costruire hanno scritto. Di case, di città, di quartieri in trasformazione. Tenute lontane dall’architettura si sono dedicate alla fotografia, trovando mille modi per raccontare le persone e gli spazi della città. Escluse dalla pianificazione urbanistica si sono dedicate alla scala minuta, granulare, del design dell’abitare e della vita quotidiana, progettando spazi di prossimità e di benessere. Sono state più giardiniere che progettiste, più pedagogiste che ingegnere. Quando hanno potuto hanno generato pensiero e visioni lungimiranti, presto dimenticate; hanno osservato da vicino le città – nelle loro pratiche quotidiane – con il distacco che solo chi è escluso dai giochi può avere. Le donne, in forme varie e sempre eclettiche, hanno maturato un pensiero pratico sulla città che oggi non possiamo trascurare e di cui peraltro loro stesse non sono ancora pienamente consapevoli. Oggi che dobbiamo ripensare la relazione tra spazi e vita, tra tempi quotidiani e aspettative di benessere, tra natura e città, la prospettiva da cui guardano il mondo appare cruciale.
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Il senso delle donne per la città. Curiosità, ingegno, apertura

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Se esiste un pensiero e un inconsapevole istinto delle donne per gli spazi, unito a una incisiva capacità d'azione, dovrà presto farsi largo e prendere forma. Le città ne hanno un disperato bisogno. Non potendo costruire hanno scritto. Di case, di città, di quartieri in trasformazione. Tenute lontane dall’architettura si sono dedicate alla fotografia, trovando mille modi per raccontare le persone e gli spazi della città. Escluse dalla pianificazione urbanistica si sono dedicate alla scala minuta, granulare, del design dell’abitare e della vita quotidiana, progettando spazi di prossimità e di benessere. Sono state più giardiniere che progettiste, più pedagogiste che ingegnere. Quando hanno potuto hanno generato pensiero e visioni lungimiranti, presto dimenticate; hanno osservato da vicino le città – nelle loro pratiche quotidiane – con il distacco che solo chi è escluso dai giochi può avere. Le donne, in forme varie e sempre eclettiche, hanno maturato un pensiero pratico sulla città che oggi non possiamo trascurare e di cui peraltro loro stesse non sono ancora pienamente consapevoli. Oggi che dobbiamo ripensare la relazione tra spazi e vita, tra tempi quotidiani e aspettative di benessere, tra natura e città, la prospettiva da cui guardano il mondo appare cruciale.
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Ieri, oggi e domani. 15 lezioni per amare la storia

14,00
Come cambia la storia? E, soprattutto, come deve cambiare l'atteggiamento di chi studia e interpreta i fatti storici? Il ruolo della scuola, sostiene Prosperi, è insegnare ai giovani che il futuro è quello che si fa incontro a noi di continuo, e che per affrontarlo e sperare che sia migliore dell'oggi dobbiamo conoscere e capire quello che è stato ieri. Adriano Prosperi, uno degli storici più importanti del nostro paese, accompagna i giovani in un viaggio affascinante - dalle guerre di religione alla rivoluzione industriale, dal Rinascimento alla pandemia da Covid-19 - alla scoperta di cosa significa amare la storia. Età di lettura: da 10 anni.
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Ieri, oggi e domani. 15 lezioni per amare la storia

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Come cambia la storia? E, soprattutto, come deve cambiare l'atteggiamento di chi studia e interpreta i fatti storici? Il ruolo della scuola, sostiene Prosperi, è insegnare ai giovani che il futuro è quello che si fa incontro a noi di continuo, e che per affrontarlo e sperare che sia migliore dell'oggi dobbiamo conoscere e capire quello che è stato ieri. Adriano Prosperi, uno degli storici più importanti del nostro paese, accompagna i giovani in un viaggio affascinante - dalle guerre di religione alla rivoluzione industriale, dal Rinascimento alla pandemia da Covid-19 - alla scoperta di cosa significa amare la storia. Età di lettura: da 10 anni.
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Spalancare gli occhi sul mondo

18,00
«Non conosciamo bene il luogo in cui vogliamo arrivare. Non esiste una città o un paese che si chiami «Leopardi». Magari per alcuni di noi ci sono capitoli di manuale, brani di antologia che hanno quel nome. Mettiamoli da parte, il viaggio deve avvenire con le sole nostre forze. Non mostriamo impazienza, o paura di perderci ogni tanto. Partiamo, seguendo da subito un primo cartello segnaletico in cui è scritto L'infinito...» Come parlare di un autore immenso come Leopardi? Come trasmettere oggi il fascino di un poeta contemporaneo di ogni tempo? Si possono raccontare l'infinito, l'amore per la natura, le donne sognate e negate, il senso del vero e della bellezza, infine quell'unità di pensiero e poesia che lo caratterizza? Dieci lezioni, dieci modi per intrecciare Leopardi con la nostra epoca inquieta, e sempre più alla ricerca di un equilibrio difficile tra l'uomo e l'ecosistema. Da questo libro emerge tutta la potenza di un autore sul quale non si possono dire parole definitive, perché suscita continue domande; un autore che sentiamo intimamente moderno anche nella sua lontananza, nel suo essere stato un grande «assente» dalla vita. Leopardi scrittore dell'immaginazione, della creatività, del desiderio, che ci costringe ancora a spalancare gli occhi di fronte al mondo: Leopardi «sensibile e immaginoso».
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Spalancare gli occhi sul mondo

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«Non conosciamo bene il luogo in cui vogliamo arrivare. Non esiste una città o un paese che si chiami «Leopardi». Magari per alcuni di noi ci sono capitoli di manuale, brani di antologia che hanno quel nome. Mettiamoli da parte, il viaggio deve avvenire con le sole nostre forze. Non mostriamo impazienza, o paura di perderci ogni tanto. Partiamo, seguendo da subito un primo cartello segnaletico in cui è scritto L'infinito...» Come parlare di un autore immenso come Leopardi? Come trasmettere oggi il fascino di un poeta contemporaneo di ogni tempo? Si possono raccontare l'infinito, l'amore per la natura, le donne sognate e negate, il senso del vero e della bellezza, infine quell'unità di pensiero e poesia che lo caratterizza? Dieci lezioni, dieci modi per intrecciare Leopardi con la nostra epoca inquieta, e sempre più alla ricerca di un equilibrio difficile tra l'uomo e l'ecosistema. Da questo libro emerge tutta la potenza di un autore sul quale non si possono dire parole definitive, perché suscita continue domande; un autore che sentiamo intimamente moderno anche nella sua lontananza, nel suo essere stato un grande «assente» dalla vita. Leopardi scrittore dell'immaginazione, della creatività, del desiderio, che ci costringe ancora a spalancare gli occhi di fronte al mondo: Leopardi «sensibile e immaginoso».
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Il visconte cibernetico

10,00
Italo Calvino non è stato soltanto un geniale narratore dalla fantasia sconfinata e un acuto commentatore del presente. Neppure il suo impegno nel mondo editoriale e culturale, la sua dedizione politica e sociale e la sua pugnace presenza nel dibattito sono sufficienti a definire la grandezza e l'estensione della sua influenza. Calvino, infatti, nella intera sua opera ha proposto un vero e proprio metodo - il "Metodo Calvino" qui descritto - che lavorando sugli opposti, la più completa pienezza e l'assoluto vuoto, la leggerezza e la gravosità, la precisione e la più vaga inesattezza, funge da passepartout capace di decrittare ogni complessità. Il "Metodo Calvino", secondo Prencipe e Sideri, è anche la chiave appropriata per comprendere l'era che viviamo, anch'essa fatta di opposti, di benessere diffuso e di tremende disuguaglianze; di profondo, rapidissimo cambiamento e della resistenza umana allo stesso. Con Il visconte cibernetico gli autori mettono l'insegnamento di Calvino alla prova della tecnologia - in particolare, dell'intelligenza artificiale e delle sue implicazioni. Arricchimento dell'umanità o rischio esistenziale? Facilitazione o banalizzazione della conoscenza? Ancora opposti che convivono e che bisogna conoscere per poter maneggiare, con serietà e leggerezza, il nostro stesso futuro.
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Il visconte cibernetico

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Italo Calvino non è stato soltanto un geniale narratore dalla fantasia sconfinata e un acuto commentatore del presente. Neppure il suo impegno nel mondo editoriale e culturale, la sua dedizione politica e sociale e la sua pugnace presenza nel dibattito sono sufficienti a definire la grandezza e l'estensione della sua influenza. Calvino, infatti, nella intera sua opera ha proposto un vero e proprio metodo - il "Metodo Calvino" qui descritto - che lavorando sugli opposti, la più completa pienezza e l'assoluto vuoto, la leggerezza e la gravosità, la precisione e la più vaga inesattezza, funge da passepartout capace di decrittare ogni complessità. Il "Metodo Calvino", secondo Prencipe e Sideri, è anche la chiave appropriata per comprendere l'era che viviamo, anch'essa fatta di opposti, di benessere diffuso e di tremende disuguaglianze; di profondo, rapidissimo cambiamento e della resistenza umana allo stesso. Con Il visconte cibernetico gli autori mettono l'insegnamento di Calvino alla prova della tecnologia - in particolare, dell'intelligenza artificiale e delle sue implicazioni. Arricchimento dell'umanità o rischio esistenziale? Facilitazione o banalizzazione della conoscenza? Ancora opposti che convivono e che bisogna conoscere per poter maneggiare, con serietà e leggerezza, il nostro stesso futuro.
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Attraverso spazi aperti

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Non siamo qui per intrattenervi. Scritti sulla letteratura, interviste e riflessioni. K-punk

20,00
Critico culturale radicalmente «pop», Fisher è stato in grado di scorgere il comune denominatore sociopolitico che sottende voci e forme artistiche diversissime. Fondendo nella sua analisi letteratura, filosofia, economia e archeologia culturale, ha tracciato linee che convergono verso il nodo cruciale delle sue riflessioni: la fallacia di pensiero che da decenni condiziona le nostre esistenze: quel «realismo capitalista» che ci induce a credere che, per quanto la situazione possa apparire disperata, non esiste alternativa. Nelle interviste, nelle riflessioni e negli scritti sulla letteratura contenuti nel quarto e ultimo volume della raccolta K-punk, Fisher analizza le migliori distopie e le peggiori utopie della nostra epoca, la nostra ossessione nostalgica e la nostra incapacità di inventare il futuro, la deriva censoria della sinistra, la scomparsa della dialettica di classe dal discorso politico e la privatizzazione della depressione.
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Non siamo qui per intrattenervi. Scritti sulla letteratura, interviste e riflessioni. K-punk

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Critico culturale radicalmente «pop», Fisher è stato in grado di scorgere il comune denominatore sociopolitico che sottende voci e forme artistiche diversissime. Fondendo nella sua analisi letteratura, filosofia, economia e archeologia culturale, ha tracciato linee che convergono verso il nodo cruciale delle sue riflessioni: la fallacia di pensiero che da decenni condiziona le nostre esistenze: quel «realismo capitalista» che ci induce a credere che, per quanto la situazione possa apparire disperata, non esiste alternativa. Nelle interviste, nelle riflessioni e negli scritti sulla letteratura contenuti nel quarto e ultimo volume della raccolta K-punk, Fisher analizza le migliori distopie e le peggiori utopie della nostra epoca, la nostra ossessione nostalgica e la nostra incapacità di inventare il futuro, la deriva censoria della sinistra, la scomparsa della dialettica di classe dal discorso politico e la privatizzazione della depressione.
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Harry Potter. Il libro di cucina ufficiale

16,90
Oltre 40 ricette cotte e incantate. Divertiti a cucinare alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts! Con oltre 40 ricette e fantastiche foto, questo libro di cucina ispirato al Mondo Magico è un vero oggetto da collezione per ogni fan di Harry Potter. Dal Campo di tortini di zucca ai Gufetti saporiti, dai Biscotti Spettrocoli di Luna Lovegood fino a Hogwarts di pan di zenzero, queste deliziose ricette… incanteranno i tuoi sensi! Organizza una festa ispirata alla Sala Grande di Hogwarts per i tuoi amici o stupiscili con una torta magica. Questo libro di cucina è adatto a tutti i gusti e include molte ricette senza glutine, vegetariane e vegane!
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Harry Potter. Il libro di cucina ufficiale

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Oltre 40 ricette cotte e incantate. Divertiti a cucinare alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts! Con oltre 40 ricette e fantastiche foto, questo libro di cucina ispirato al Mondo Magico è un vero oggetto da collezione per ogni fan di Harry Potter. Dal Campo di tortini di zucca ai Gufetti saporiti, dai Biscotti Spettrocoli di Luna Lovegood fino a Hogwarts di pan di zenzero, queste deliziose ricette… incanteranno i tuoi sensi! Organizza una festa ispirata alla Sala Grande di Hogwarts per i tuoi amici o stupiscili con una torta magica. Questo libro di cucina è adatto a tutti i gusti e include molte ricette senza glutine, vegetariane e vegane!
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Storia del jazz. Nuova ediz.

35,00
La più famosa storia del jazz mai scritta, in una nuova edizione profondamente riveduta e aggiornata alle ultime tendenze. Nuova luce sulle donne del jazz, sui musicisti e sugli stili emergenti. Ted Gioia è uno dei massimi studiosi e divulgatori di jazz del mondo. La sua Storia del jazz, pubblicata da EDT nel 2013, è stata subito salutata come il miglior libro in circolazione dall'intero mondo degli appassionati. A quasi dieci anni di distanza, EDT presenta al pubblico italiano una nuova edizione del libro, completamente riveduta e aggiornata ai musicisti emergenti e alle ultime tendenze. Accanto alle figure dei grandi musicisti e degli stili che si sono avvicendati nella storia di questo genere ormai secolare, da Jelly Roll Morton a Louis Armstrong, da Duke Ellington al Cotton Club, ai giganti del cool come Gerry Mulligan, Stan Getz, e Lester Young, Charlie Parker, Dizzy Gillespie fino ai sound contemporanei di Wynton Marsalis, e dei postmodernisti, si troveranno nomi che più di recente si sono messi in luce, da Kamasi Washington a Esperanza Spalding, da Robert Glasper a Shabaka Hutchings. In questa nuova edizione, una particolare attenzione è stata dedicata alle grandi musiciste della storia, mentre la stessa cura di sempre è riservata al contesto sociale in cui i diversi stili nascono e si sviluppano, agli incroci e alle ibridazioni. Una storia che appartiene al cuore della nostra cultura musicale, raccontata una volta di più con autorevolezza e freschezza di stile.
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Storia del jazz. Nuova ediz.

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La più famosa storia del jazz mai scritta, in una nuova edizione profondamente riveduta e aggiornata alle ultime tendenze. Nuova luce sulle donne del jazz, sui musicisti e sugli stili emergenti. Ted Gioia è uno dei massimi studiosi e divulgatori di jazz del mondo. La sua Storia del jazz, pubblicata da EDT nel 2013, è stata subito salutata come il miglior libro in circolazione dall'intero mondo degli appassionati. A quasi dieci anni di distanza, EDT presenta al pubblico italiano una nuova edizione del libro, completamente riveduta e aggiornata ai musicisti emergenti e alle ultime tendenze. Accanto alle figure dei grandi musicisti e degli stili che si sono avvicendati nella storia di questo genere ormai secolare, da Jelly Roll Morton a Louis Armstrong, da Duke Ellington al Cotton Club, ai giganti del cool come Gerry Mulligan, Stan Getz, e Lester Young, Charlie Parker, Dizzy Gillespie fino ai sound contemporanei di Wynton Marsalis, e dei postmodernisti, si troveranno nomi che più di recente si sono messi in luce, da Kamasi Washington a Esperanza Spalding, da Robert Glasper a Shabaka Hutchings. In questa nuova edizione, una particolare attenzione è stata dedicata alle grandi musiciste della storia, mentre la stessa cura di sempre è riservata al contesto sociale in cui i diversi stili nascono e si sviluppano, agli incroci e alle ibridazioni. Una storia che appartiene al cuore della nostra cultura musicale, raccontata una volta di più con autorevolezza e freschezza di stile.
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Polvere e ossa. Edward Drinker Cope e Othniel Charles Marsh, due paleontologi a caccia di dinosauri nel Far West

19,00
Uno era darwinista, l'altro lamarckiano. Uno era freddo e distaccato, l'altro esplosivo. Uno era stato educato nelle migliori scuole d'America, l'altro ha scritto il suo primo articolo scientifico prima ancora di laurearsi. Per cinquant'anni, alla fine dell'Ottocento, i paleontologi Edward Drinker Cope e Othniel Charles Marsh fecero a gara a chi accumulava più fossili e pubblicava più studi, spendendo considerevoli quantità di denaro per farlo; e per sabotarsi a vicenda. Gabriele Ferrari racconta le tappe e i protagonisti di una rivalità scientifica e umana sempre più feroce e rapidamente degenerata in aperto conflitto, che coinvolse esploratori, soldati, spie, generali, politici e persino Buffalo Bill (oltre a un breve cameo del generale Custer…). Una rivalità figlia non solo dello scontro tra due personalità opposte, ma anche del luogo in cui si è sviluppata. Ambientata per lo più in un Far West desertico e polveroso, tra fossili, dinamite e musei, la guerra delle ossa è una storia profondamente americana che parla di frontiera e destino manifesto, di colonizzazione e genocidio, ma anche di come il capitalismo ha plasmato in maniera decisiva la storia della scienza.
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Polvere e ossa. Edward Drinker Cope e Othniel Charles Marsh, due paleontologi a caccia di dinosauri nel Far West

19,00
Uno era darwinista, l'altro lamarckiano. Uno era freddo e distaccato, l'altro esplosivo. Uno era stato educato nelle migliori scuole d'America, l'altro ha scritto il suo primo articolo scientifico prima ancora di laurearsi. Per cinquant'anni, alla fine dell'Ottocento, i paleontologi Edward Drinker Cope e Othniel Charles Marsh fecero a gara a chi accumulava più fossili e pubblicava più studi, spendendo considerevoli quantità di denaro per farlo; e per sabotarsi a vicenda. Gabriele Ferrari racconta le tappe e i protagonisti di una rivalità scientifica e umana sempre più feroce e rapidamente degenerata in aperto conflitto, che coinvolse esploratori, soldati, spie, generali, politici e persino Buffalo Bill (oltre a un breve cameo del generale Custer…). Una rivalità figlia non solo dello scontro tra due personalità opposte, ma anche del luogo in cui si è sviluppata. Ambientata per lo più in un Far West desertico e polveroso, tra fossili, dinamite e musei, la guerra delle ossa è una storia profondamente americana che parla di frontiera e destino manifesto, di colonizzazione e genocidio, ma anche di come il capitalismo ha plasmato in maniera decisiva la storia della scienza.
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Segreti e lacune

29,00
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Canaglie di tutto il mondo

17,00
Non solo Rediker è un gran conoscitore di pirati, ma oltretutto ne racconta la storia quasi in presa diretta. E così ci parla con passione di un'epopea insieme romantica e sanguinaria - di cui non tralascia i dettagli più crudi - dove la scelta difficile di una vita fuorilegge nasce dal consapevole rifiuto di una società segnata dal dispotismo, particolarmente vessatorio per la gente di mare. Ancor oggi eroi dell'immaginario popolare, i pirati hanno sì depredato, saccheggiato e ucciso, ma hanno al contempo incarnato una peculiare visione del mondo basata sui valori di libertà ed eguaglianza. Una visione che ha sfidato le convenzioni dell'epoca a proposito di razza, sesso, classe e nazionalità, proponendo una democrazia radicale capace di sovvertire la loro società. E anche la nostra.
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Canaglie di tutto il mondo

17,00
Non solo Rediker è un gran conoscitore di pirati, ma oltretutto ne racconta la storia quasi in presa diretta. E così ci parla con passione di un'epopea insieme romantica e sanguinaria - di cui non tralascia i dettagli più crudi - dove la scelta difficile di una vita fuorilegge nasce dal consapevole rifiuto di una società segnata dal dispotismo, particolarmente vessatorio per la gente di mare. Ancor oggi eroi dell'immaginario popolare, i pirati hanno sì depredato, saccheggiato e ucciso, ma hanno al contempo incarnato una peculiare visione del mondo basata sui valori di libertà ed eguaglianza. Una visione che ha sfidato le convenzioni dell'epoca a proposito di razza, sesso, classe e nazionalità, proponendo una democrazia radicale capace di sovvertire la loro società. E anche la nostra.
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Guida alla scoperta delle sirene

22,50
Un’autentica guida alle splendide e misteriose creature del mare, tra mappe dei luoghi in cui sono state avvistate e analisi approfondite sulle diverse tipologie di sirene esistenti (compresi gli uomini-sirena). Ma anche riferimenti alla loro presenza nella musica, nell’arte, nella letteratura, consigli su come riconoscerle e infine... ricette molo originali! Un viaggio virtuale a caccia di sirene, che può trasformarsi in guida per compiere un viaggio reale in tutto il mondo, sulla scia di leggende, miti e avvistamenti.
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Guida alla scoperta delle sirene

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Un’autentica guida alle splendide e misteriose creature del mare, tra mappe dei luoghi in cui sono state avvistate e analisi approfondite sulle diverse tipologie di sirene esistenti (compresi gli uomini-sirena). Ma anche riferimenti alla loro presenza nella musica, nell’arte, nella letteratura, consigli su come riconoscerle e infine... ricette molo originali! Un viaggio virtuale a caccia di sirene, che può trasformarsi in guida per compiere un viaggio reale in tutto il mondo, sulla scia di leggende, miti e avvistamenti.
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Maniac

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Sutra degli alberi

17,00
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Alla ricerca di Tutankhamun

23,00
Il ritrovamento della tomba di Tutankhamun, con i suoi tesori mozzafiato, è l'evento archeologico più sensazionale di tutti i tempi. Sono innumerevoli i libri dedicati al re bambino e alla sua tomba, ma questo è il primo di Christian Greco che racconta in modo appassionato e coinvolgente - ma con rigore scientifico - il ritrovamento della tomba ad opera dell'archeologo britannico Howard Carter e fornisce al lettore una prospettiva unica su questa straordinaria scoperta archeologica, la più emozionante che il mondo abbia mai conosciuto. Sono minuziosamente descritti i tesori ritrovati intatti nella tomba - dalla maschera d'oro al trono, dai sarcofagi alla mummia reale - insieme alla storia del giovane faraone che è da sempre circondata da mistero.
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Alla ricerca di Tutankhamun

23,00
Il ritrovamento della tomba di Tutankhamun, con i suoi tesori mozzafiato, è l'evento archeologico più sensazionale di tutti i tempi. Sono innumerevoli i libri dedicati al re bambino e alla sua tomba, ma questo è il primo di Christian Greco che racconta in modo appassionato e coinvolgente - ma con rigore scientifico - il ritrovamento della tomba ad opera dell'archeologo britannico Howard Carter e fornisce al lettore una prospettiva unica su questa straordinaria scoperta archeologica, la più emozionante che il mondo abbia mai conosciuto. Sono minuziosamente descritti i tesori ritrovati intatti nella tomba - dalla maschera d'oro al trono, dai sarcofagi alla mummia reale - insieme alla storia del giovane faraone che è da sempre circondata da mistero.
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In the wake

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In the wake

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Manifeste du tiers paysage

9,50
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Manifeste du tiers paysage

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Maria Antonietta & Axel Von Fersen. Corrispondenza

29,90
Tre anni: questo il tempo che è servito all'équipe del progetto REX per decodificare le lettere di Maria Antonietta e di Axel von Fersen, annerite, criptate o scritte con inchiostro simpatico. Ci si aspettava di trovare, soprattutto, parole tenere e frasi d'amore, invece ecco spuntare due anni di corrispondenza politica per tentare di mettere in salvo un regno e la sua regina. Queste circa sessanta lettere consentono di comprendere meglio le sfide che, a fine Settecento, andavano profilandosi per la corona francese. Rivelato per la prima volta nella sua integrità, questo scambio espistolare tra il conte e Maria Antonietta, ricco di eventi da lei stessa commentati, dipinge, man mano che si dipana, il commovente ritratto di una regina isolata, che tenta di comprendere, ormai fuori tempo massimo, i cambiamenti del mondo in cui si trova a muoversi. Fersen fa di tutto per riaccendere la speranza nel cuore della sovrana, disperata e abbandonata da tutti, ma il destino non lascerà ai due amanti il tempo di vivere l'intimità abbozzata in queste missive. La presente edizione, riccamente illustrata, è introdotta da un saggio inedito di Benedetta Craveri.
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Maria Antonietta & Axel Von Fersen. Corrispondenza

29,90
Tre anni: questo il tempo che è servito all'équipe del progetto REX per decodificare le lettere di Maria Antonietta e di Axel von Fersen, annerite, criptate o scritte con inchiostro simpatico. Ci si aspettava di trovare, soprattutto, parole tenere e frasi d'amore, invece ecco spuntare due anni di corrispondenza politica per tentare di mettere in salvo un regno e la sua regina. Queste circa sessanta lettere consentono di comprendere meglio le sfide che, a fine Settecento, andavano profilandosi per la corona francese. Rivelato per la prima volta nella sua integrità, questo scambio espistolare tra il conte e Maria Antonietta, ricco di eventi da lei stessa commentati, dipinge, man mano che si dipana, il commovente ritratto di una regina isolata, che tenta di comprendere, ormai fuori tempo massimo, i cambiamenti del mondo in cui si trova a muoversi. Fersen fa di tutto per riaccendere la speranza nel cuore della sovrana, disperata e abbandonata da tutti, ma il destino non lascerà ai due amanti il tempo di vivere l'intimità abbozzata in queste missive. La presente edizione, riccamente illustrata, è introdotta da un saggio inedito di Benedetta Craveri.
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La scienza dell’incredibile. Come si formano credenze e convinzioni e perché le peggiori non muoiono mai

17,00
Ammettiamolo: la realtà se ne infischia di ciò in cui crediamo. Tuttavia, le nostre convinzioni trasformano il modo in cui percepiamo il mondo. Ma dove nascono e come si diffondono le credenze? Che cosa ci porta a sostenere le idee più insolite o totalmente assurde, a scambiare per prove inossidabili semplici suggestioni, illusioni o, al massimo, ideologie e atti di fede? Perché finiamo per contraddire anche l'evidenza dei fatti? E chi coltiva le convinzioni più estreme è solo un pazzo o piuttosto una vittima della manipolazione dei social? In realtà, la tecnologia si limita ad amplificare ciò che da sempre è radicato negli esseri umani: il bisogno di dare un senso a ciò che ci circonda. Per capire come si formano le nostre convinzioni occorre allora risalire alle origini per scoprire come l'evoluzione abbia reso il cervello un sistema formidabile per la sopravvivenza della nostra specie, anche credendo a cose decisamente false. Attraverso la narrazione di alcune storie incredibili, perlustreremo le radici biologiche e psicologiche che alimentano la necessità di credere e, ricorrendo alle ricerche più recenti, scopriremo le funzioni tuttora svolte dai sistemi di credenza. Nel corso del viaggio, acquisiremo familiarità con gli strumenti dell'indagine scientifica e, imparando a valutare l'attendibilità e la veridicità delle credenze, ci abitueremo a ragionare come scienziati, diventeremo consapevoli dei nostri limiti ed errori, saremo pronti a cambiare idea di fronte a evidenze solide che ci contraddicono e a trattare con chi non vuol dare retta alla ragione. Ma, soprattutto, impareremo a coltivare l'unico vero antidoto contro il pregiudizio e la superstizione: una curiosità inesauribile. Prefazione di Telmo Pievani.
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La scienza dell’incredibile. Come si formano credenze e convinzioni e perché le peggiori non muoiono mai

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Ammettiamolo: la realtà se ne infischia di ciò in cui crediamo. Tuttavia, le nostre convinzioni trasformano il modo in cui percepiamo il mondo. Ma dove nascono e come si diffondono le credenze? Che cosa ci porta a sostenere le idee più insolite o totalmente assurde, a scambiare per prove inossidabili semplici suggestioni, illusioni o, al massimo, ideologie e atti di fede? Perché finiamo per contraddire anche l'evidenza dei fatti? E chi coltiva le convinzioni più estreme è solo un pazzo o piuttosto una vittima della manipolazione dei social? In realtà, la tecnologia si limita ad amplificare ciò che da sempre è radicato negli esseri umani: il bisogno di dare un senso a ciò che ci circonda. Per capire come si formano le nostre convinzioni occorre allora risalire alle origini per scoprire come l'evoluzione abbia reso il cervello un sistema formidabile per la sopravvivenza della nostra specie, anche credendo a cose decisamente false. Attraverso la narrazione di alcune storie incredibili, perlustreremo le radici biologiche e psicologiche che alimentano la necessità di credere e, ricorrendo alle ricerche più recenti, scopriremo le funzioni tuttora svolte dai sistemi di credenza. Nel corso del viaggio, acquisiremo familiarità con gli strumenti dell'indagine scientifica e, imparando a valutare l'attendibilità e la veridicità delle credenze, ci abitueremo a ragionare come scienziati, diventeremo consapevoli dei nostri limiti ed errori, saremo pronti a cambiare idea di fronte a evidenze solide che ci contraddicono e a trattare con chi non vuol dare retta alla ragione. Ma, soprattutto, impareremo a coltivare l'unico vero antidoto contro il pregiudizio e la superstizione: una curiosità inesauribile. Prefazione di Telmo Pievani.
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Le vie del sapere

16,00
Un itinerario nella cultura medievale, attraverso luoghi oggi tanto distanti quanto allora vicini al punto da rendere comune il dialogo tra un arabo di Córdoba e un monaco di Bamberga. L'Europa nel Medioevo era un mondo aperto, varcato e attraversato da migliaia di uomini in movimento, assieme alle loro idee. Prelati e monaci percorrevano distanze anche molto lunghe da un monastero o un'abbazia all'altra per visitare comunità o impiantarne di nuove. Penitenti e pellegrini intraprendevano lunghi viaggi allo scopo di visitare i sepolcri dei martiri o le vestigia di Cristo, per non parlare di quelle forme particolari di pellegrinaggio che furono le crociate o le ben note migrazioni di popoli. Senza scordare i mercanti, che via mare e via terra, oltre alle loro merci, trasportavano idee, immagini, racconti, forme artistiche, invenzioni a loro volta acquisite ed ereditate - in Siria come in Egitto, in Africa come in Spagna e in Sicilia - dal millenario patrimonio della tradizione orientale ed ellenistico-romana.
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Un itinerario nella cultura medievale, attraverso luoghi oggi tanto distanti quanto allora vicini al punto da rendere comune il dialogo tra un arabo di Córdoba e un monaco di Bamberga. L'Europa nel Medioevo era un mondo aperto, varcato e attraversato da migliaia di uomini in movimento, assieme alle loro idee. Prelati e monaci percorrevano distanze anche molto lunghe da un monastero o un'abbazia all'altra per visitare comunità o impiantarne di nuove. Penitenti e pellegrini intraprendevano lunghi viaggi allo scopo di visitare i sepolcri dei martiri o le vestigia di Cristo, per non parlare di quelle forme particolari di pellegrinaggio che furono le crociate o le ben note migrazioni di popoli. Senza scordare i mercanti, che via mare e via terra, oltre alle loro merci, trasportavano idee, immagini, racconti, forme artistiche, invenzioni a loro volta acquisite ed ereditate - in Siria come in Egitto, in Africa come in Spagna e in Sicilia - dal millenario patrimonio della tradizione orientale ed ellenistico-romana.
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Il libro delle emozioni

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L’invenzione di Milano. Culto della comunicazione e politiche urbane

15,00
Solo dieci anni fa Milano era vista come una città produttiva, elegante, ma grigia. Poi, con l'Expo2015, ha assunto l'immagine di una metropoli splendente e attrattiva. Il passaggio però non è la conseguenza di una trasformazione oggettiva ma, all'opposto, è la metamorfosi fisica a essere effetto di una campagna di marketing senza precedenti, il cui successo è stato ottenuto spostando le risorse materiali e intellettuali destinate alla produzione di cultura, ricerca, servizi di welfare verso la produzione dell'immagine di una metropoli globale del lusso. L'aspetto più perturbante dell'intero processo è il ruolo giocato dalla finanza, impegnata in una doppia missione: concentrazione della ricchezza attraverso la privatizzazione della città pubblica, dei suoi spazi e delle sue istituzioni sociali e culturali; cattura o neutralizzazione delle forze che potrebbero produrre attrito nel sistema e lotta alle disuguaglianze.
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Solo dieci anni fa Milano era vista come una città produttiva, elegante, ma grigia. Poi, con l'Expo2015, ha assunto l'immagine di una metropoli splendente e attrattiva. Il passaggio però non è la conseguenza di una trasformazione oggettiva ma, all'opposto, è la metamorfosi fisica a essere effetto di una campagna di marketing senza precedenti, il cui successo è stato ottenuto spostando le risorse materiali e intellettuali destinate alla produzione di cultura, ricerca, servizi di welfare verso la produzione dell'immagine di una metropoli globale del lusso. L'aspetto più perturbante dell'intero processo è il ruolo giocato dalla finanza, impegnata in una doppia missione: concentrazione della ricchezza attraverso la privatizzazione della città pubblica, dei suoi spazi e delle sue istituzioni sociali e culturali; cattura o neutralizzazione delle forze che potrebbero produrre attrito nel sistema e lotta alle disuguaglianze.
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Amaro

13,00
Gli organi del gusto sono la lingua e il cervello. La prima sente i sapori, a valutarli è il secondo. Il meccanismo non è solo biologico, ma anche e soprattutto culturale: è una questione di abitudine, di apprendimento, di giudizio. Dunque, se ci chiediamo perché la sensibilità gustativa degli italiani è così attratta dall'amaro, la spiegazione non va cercata nella genetica ma nella storia. Ce lo spiega uno dei più grandi storici dell'alimentazione, scavando tra fonti letterarie e trattati di botanica, agricoltura, cucina, dietetica. Un sorprendente itinerario che mette a fuoco un aspetto affascinante e caratteristico della cultura italiana.
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Gli organi del gusto sono la lingua e il cervello. La prima sente i sapori, a valutarli è il secondo. Il meccanismo non è solo biologico, ma anche e soprattutto culturale: è una questione di abitudine, di apprendimento, di giudizio. Dunque, se ci chiediamo perché la sensibilità gustativa degli italiani è così attratta dall'amaro, la spiegazione non va cercata nella genetica ma nella storia. Ce lo spiega uno dei più grandi storici dell'alimentazione, scavando tra fonti letterarie e trattati di botanica, agricoltura, cucina, dietetica. Un sorprendente itinerario che mette a fuoco un aspetto affascinante e caratteristico della cultura italiana.
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La donna che rise di Dio

15,00
Può sembrare incredibile ma nella Bibbia, quando Dio sceglie una persona per affidarle una missione, si tratta quasi sempre della persona più sbagliata che si possa immaginare. Ordina a una coppia anziana e sterile di generare un popolo, chiama a sé un balbuziente perché diventi oratore e profeta, mette giustizia e verità nelle mani di ladroni e prostitute. Le figure più venerabili dell'Antico Testamento, come Abramo, Mosè, Davide e Salomone, sono in realtà segnate da una moltitudine di colpe, destinate a coprirsi di ridicolo. Dio stesso, il più delle volte, si rivela inaffidabile: dice una cosa e poi ne fa un'altra, prende decisioni di cui presto si pente, compie un'azione per poi tornare precipitosamente sui suoi passi. Qual è il senso di tutto questo? Ce lo racconta Mercadini, come solo lui sa fare. Trascinandoci in una carrellata di prescelti improbabili, ci guida tra le pagine ardenti delle Scritture e ci invita a riflettere sulla lezione che si nasconde in ciascun versetto: se ti trovi di fronte a un'impresa per cui ti senti impreparato, inadatto, troppo piccolo, non disperare. Perché nessuno, per quanto possa esserne convinto, può davvero conoscere la volontà divina. E magari Dio, dovendo scegliere uno fra tutti, sceglierebbe proprio te.
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La donna che rise di Dio

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Può sembrare incredibile ma nella Bibbia, quando Dio sceglie una persona per affidarle una missione, si tratta quasi sempre della persona più sbagliata che si possa immaginare. Ordina a una coppia anziana e sterile di generare un popolo, chiama a sé un balbuziente perché diventi oratore e profeta, mette giustizia e verità nelle mani di ladroni e prostitute. Le figure più venerabili dell'Antico Testamento, come Abramo, Mosè, Davide e Salomone, sono in realtà segnate da una moltitudine di colpe, destinate a coprirsi di ridicolo. Dio stesso, il più delle volte, si rivela inaffidabile: dice una cosa e poi ne fa un'altra, prende decisioni di cui presto si pente, compie un'azione per poi tornare precipitosamente sui suoi passi. Qual è il senso di tutto questo? Ce lo racconta Mercadini, come solo lui sa fare. Trascinandoci in una carrellata di prescelti improbabili, ci guida tra le pagine ardenti delle Scritture e ci invita a riflettere sulla lezione che si nasconde in ciascun versetto: se ti trovi di fronte a un'impresa per cui ti senti impreparato, inadatto, troppo piccolo, non disperare. Perché nessuno, per quanto possa esserne convinto, può davvero conoscere la volontà divina. E magari Dio, dovendo scegliere uno fra tutti, sceglierebbe proprio te.
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Il re di tutti

16,00
Per molti è il più grande scrittore degli ultimi decenni. Per altri le sue storie horror sono robaccia. Una volta il diretto interessatosi è autodefinito 'l'equivalente letterario di un Big Mac con le patatine' per rivendicare il suo legame con la cultura popolare. Oggi, con più di settanta romanzi pubblicati, quattrocento milioni di copie vendute e una serie impressionante di adattamenti delle sue opere per il cinema e la TV, Stephen King è celebrato in tutto il mondo come il 'Re del Brivido'. Attraverso i suoi profili social lancia stoccate contro i potenti del pianeta, da Donald Trump a Elon Musk, o consiglia film e libri a un fandom che lo osanna. La sua villa a Bangor nel Maine, con la famosa cancellata costellata di ragnatele e pipistrelli, è ormai una meta di pellegrinaggio. Ma per gran parte della sua vita, King si è rifugiato in un'esistenza normale, lontana dai riflettori. «Ha insistito nel suo sogno di diventare uno scrittore grazie alle due donne della sua vita; ha imparato a fare i conti con le sue paure e a trasfigurarle attraverso l'arte del racconto; ha scoperto le contraddizioni di un Paese attraversato dal terrore, dalla rabbia, dall'odio». Luca Briasco, lettore famelico di King, traduttore dei suoi libri più recenti, profondo conoscitore della letteratura americana, ci conduce dentro l'arte di un genio indagando i temi ricorrenti di un corpus narrativo sconfinato eppure straordinaria mente coerente. Il risultato è un ritratto unico nel panorama italiano, un'occasione per scoprire (o riscoprire) uno scrittore che da oltre quarant'anni alimenta i nostri incubi.
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Il re di tutti

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Per molti è il più grande scrittore degli ultimi decenni. Per altri le sue storie horror sono robaccia. Una volta il diretto interessatosi è autodefinito 'l'equivalente letterario di un Big Mac con le patatine' per rivendicare il suo legame con la cultura popolare. Oggi, con più di settanta romanzi pubblicati, quattrocento milioni di copie vendute e una serie impressionante di adattamenti delle sue opere per il cinema e la TV, Stephen King è celebrato in tutto il mondo come il 'Re del Brivido'. Attraverso i suoi profili social lancia stoccate contro i potenti del pianeta, da Donald Trump a Elon Musk, o consiglia film e libri a un fandom che lo osanna. La sua villa a Bangor nel Maine, con la famosa cancellata costellata di ragnatele e pipistrelli, è ormai una meta di pellegrinaggio. Ma per gran parte della sua vita, King si è rifugiato in un'esistenza normale, lontana dai riflettori. «Ha insistito nel suo sogno di diventare uno scrittore grazie alle due donne della sua vita; ha imparato a fare i conti con le sue paure e a trasfigurarle attraverso l'arte del racconto; ha scoperto le contraddizioni di un Paese attraversato dal terrore, dalla rabbia, dall'odio». Luca Briasco, lettore famelico di King, traduttore dei suoi libri più recenti, profondo conoscitore della letteratura americana, ci conduce dentro l'arte di un genio indagando i temi ricorrenti di un corpus narrativo sconfinato eppure straordinaria mente coerente. Il risultato è un ritratto unico nel panorama italiano, un'occasione per scoprire (o riscoprire) uno scrittore che da oltre quarant'anni alimenta i nostri incubi.
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Leggende del Mare

18,00
“Non solo gli oceani ed i mari, le onde, la marea ed il fondo del mare ebbero ed hanno ancora le loro leggende. Anche gli scogli, le spiagge, le dune, i banchi di sabbia, le isole, i capi, i massi di ghiaccio galleggianti, i pesci, gli uccelli marini, i venti, la nebbia, le tempeste, la fosforescenza del mare, le conchiglie vengono ricordati nei racconti leggendari; è pur forza riconoscere che il mare ha sempre costretto e costringe l’uomo a sognare, a meditare innanzi alla sua immensità.” Così scrive Maria Savi Lopez, tra folklore, leggende, tradizioni popolari, e ricerca antropologica. Leggende del mare è il racconto appassionato e interessante tra popoli, mondi, miti e narrazioni, tra loro tutti diversi, eppure tutti accomunati dalla necessità di vivere e comprendere il mare e le sue creature, reali o fantastiche. “Un’opera di assoluto rilievo che si fa forza della prosa aggraziata, elegante e deliziosamente rétro con la quale Maria Savi Lopez riesce nell’ardua impresa di divulgare, intrattenere e far sognare al tempo stesso.” Dalla postfazione di Andrea Gibertoni. Copertina: Gianfranco Brambati
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“Non solo gli oceani ed i mari, le onde, la marea ed il fondo del mare ebbero ed hanno ancora le loro leggende. Anche gli scogli, le spiagge, le dune, i banchi di sabbia, le isole, i capi, i massi di ghiaccio galleggianti, i pesci, gli uccelli marini, i venti, la nebbia, le tempeste, la fosforescenza del mare, le conchiglie vengono ricordati nei racconti leggendari; è pur forza riconoscere che il mare ha sempre costretto e costringe l’uomo a sognare, a meditare innanzi alla sua immensità.” Così scrive Maria Savi Lopez, tra folklore, leggende, tradizioni popolari, e ricerca antropologica. Leggende del mare è il racconto appassionato e interessante tra popoli, mondi, miti e narrazioni, tra loro tutti diversi, eppure tutti accomunati dalla necessità di vivere e comprendere il mare e le sue creature, reali o fantastiche. “Un’opera di assoluto rilievo che si fa forza della prosa aggraziata, elegante e deliziosamente rétro con la quale Maria Savi Lopez riesce nell’ardua impresa di divulgare, intrattenere e far sognare al tempo stesso.” Dalla postfazione di Andrea Gibertoni. Copertina: Gianfranco Brambati
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Su Camus. Il mondo del condannato a morte

8,00
«avremmo torto a considerare l'evoluzione di camus come un'ascensione rettilinea che va dall'indifferenza alla rivolta, dall'accettazione ribelle alla santità. si tratta invece di una dialettica che è ricerca sofferta dell'equilibrio. quanta attenzione e fatica per mantenere questa sfumatura che separa il sacrificio dalla mistica, l'energia dalla violenza, la forza dalla crudeltà.» pagine scritte con il fuoco, quelle che seguono sono anche le ultime che rachel bespaloff abbia scritto prima di levare la mano su di sé. sono dedicate ad albert camus, la cui intera riflessione appare come un intensissimo corpo a corpo con la questione della mortalità, ovvero con la consegna della sorgività vitale della cosa umana al destino cieco e vuoto dell'assurdo. come in una fuga di specchi, l'autore francese e la pensatrice ucraina si rincorrono in una corsa tanto inebriante da provocare a volte le vertigini. le parole dell'uno divampano nell'interpretazione dell'altra.
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Su Camus. Il mondo del condannato a morte

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«avremmo torto a considerare l'evoluzione di camus come un'ascensione rettilinea che va dall'indifferenza alla rivolta, dall'accettazione ribelle alla santità. si tratta invece di una dialettica che è ricerca sofferta dell'equilibrio. quanta attenzione e fatica per mantenere questa sfumatura che separa il sacrificio dalla mistica, l'energia dalla violenza, la forza dalla crudeltà.» pagine scritte con il fuoco, quelle che seguono sono anche le ultime che rachel bespaloff abbia scritto prima di levare la mano su di sé. sono dedicate ad albert camus, la cui intera riflessione appare come un intensissimo corpo a corpo con la questione della mortalità, ovvero con la consegna della sorgività vitale della cosa umana al destino cieco e vuoto dell'assurdo. come in una fuga di specchi, l'autore francese e la pensatrice ucraina si rincorrono in una corsa tanto inebriante da provocare a volte le vertigini. le parole dell'uno divampano nell'interpretazione dell'altra.
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Sul Secondo sesso di Simone de Beauvoir

5,00
«Caro signor Cole, la ringrazio per la sua gentilezza nell'avermi mandato il Secondo sesso di Simone de Beauvoir e sono sinceramente dispiaciuta per il fatto che la mia risposta la metterà di cattivo umore. La verità è che il libro non mi è piaciuto, ma penso che avrà un considerevole successo.» Nella seconda metà degli anni Quaranta e nei primi anni Cinquanta lo scandalo de Le deuxième sexe aveva raggiunto una dimensione planetaria. Nel 1952 Hannah Arendt dovette temere il confronto con questo fiume in piena: non volle apparire troppo conservatrice contestando o - viceversa - troppo europea e liberale approvando. Scelse la formula di un rumoroso silenzio, ancora perfettamente udibile entro le righe lapidarie di questa scarna lettera dattiloscritta.
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Sul Secondo sesso di Simone de Beauvoir

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«Caro signor Cole, la ringrazio per la sua gentilezza nell'avermi mandato il Secondo sesso di Simone de Beauvoir e sono sinceramente dispiaciuta per il fatto che la mia risposta la metterà di cattivo umore. La verità è che il libro non mi è piaciuto, ma penso che avrà un considerevole successo.» Nella seconda metà degli anni Quaranta e nei primi anni Cinquanta lo scandalo de Le deuxième sexe aveva raggiunto una dimensione planetaria. Nel 1952 Hannah Arendt dovette temere il confronto con questo fiume in piena: non volle apparire troppo conservatrice contestando o - viceversa - troppo europea e liberale approvando. Scelse la formula di un rumoroso silenzio, ancora perfettamente udibile entro le righe lapidarie di questa scarna lettera dattiloscritta.
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Per Djamila Boupacha

5,00
«Quando dei dirigenti di un Paese accettano che si commettano crimini nel nome della Patria allora tutti i cittadini si ritrovano a far parte di una nazione criminale. Siamo disposti a consentire che questo capiti anche a noi? Il caso di Djamila Boupacha riguarda tutti i Francesi.» Simone de Beauvoir non era algerina, non conosceva Djamila Boupacha, era al culmine della fama, non era in crisi creativa e non aveva certo bisogno di farsi dei nemici in più: eppure si spese con tutta l'energia possibile, come se la pelle della giovane algerina fosse la sua. Per Simone de Beauvoir l'impegno del filosofo non è una opzione ma un fatto: l'etica non la fanno gli altri ma noi.
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Per Djamila Boupacha

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«Quando dei dirigenti di un Paese accettano che si commettano crimini nel nome della Patria allora tutti i cittadini si ritrovano a far parte di una nazione criminale. Siamo disposti a consentire che questo capiti anche a noi? Il caso di Djamila Boupacha riguarda tutti i Francesi.» Simone de Beauvoir non era algerina, non conosceva Djamila Boupacha, era al culmine della fama, non era in crisi creativa e non aveva certo bisogno di farsi dei nemici in più: eppure si spese con tutta l'energia possibile, come se la pelle della giovane algerina fosse la sua. Per Simone de Beauvoir l'impegno del filosofo non è una opzione ma un fatto: l'etica non la fanno gli altri ma noi.
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Diario della guerra di Spagna

6,00
"non amo la guerra ma ciò che mi ha sempre fatto più orrore è la posizione di coloro che si trovano nelle retrovie. quando ho capito che nonostante i miei sforzi non potevo impedirmi di partecipare moralmente a questo conflitto, augurandomi ogni giorno e a tutte le ore la vittoria degli uni e la disfatta degli altri, mi sono detta che parigi era per me la retrovia e sono salita su di un treno per barcellona con l'intenzione di arruolarmi. era l'inizio d'agosto del 1936."
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Diario della guerra di Spagna

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"non amo la guerra ma ciò che mi ha sempre fatto più orrore è la posizione di coloro che si trovano nelle retrovie. quando ho capito che nonostante i miei sforzi non potevo impedirmi di partecipare moralmente a questo conflitto, augurandomi ogni giorno e a tutte le ore la vittoria degli uni e la disfatta degli altri, mi sono detta che parigi era per me la retrovia e sono salita su di un treno per barcellona con l'intenzione di arruolarmi. era l'inizio d'agosto del 1936."
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Per la soppressione dei partiti politici

6,00
initial->Se la macchina del partito appare alla nostra pensatrice come una formidabile trappola per la libertà di pensiero, la consegna alla volontà dello Stato le appare invece un errore madornale. L'unica strada possibile è allora quella rappresentata dal gesto anarchico dell'uomo che pensa, che ha il coraggio di alzare la voce e dire no. Simone Weil, che nella vita amava l'incendio, dimostra che la via del pensiero è spesso traversa, ellittica, divergente. Ai più può sembrare indugio indebito o addirittura perdita di tempo, ma nel futuro immancabilmente ci si avvede di come portasse dritta al traguardo.Se la macchina del partito appare alla nostra pensatrice come una formidabile trappola per la libertà di pensiero, la consegna alla
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Per la soppressione dei partiti politici

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initial->Se la macchina del partito appare alla nostra pensatrice come una formidabile trappola per la libertà di pensiero, la consegna alla volontà dello Stato le appare invece un errore madornale. L'unica strada possibile è allora quella rappresentata dal gesto anarchico dell'uomo che pensa, che ha il coraggio di alzare la voce e dire no. Simone Weil, che nella vita amava l'incendio, dimostra che la via del pensiero è spesso traversa, ellittica, divergente. Ai più può sembrare indugio indebito o addirittura perdita di tempo, ma nel futuro immancabilmente ci si avvede di come portasse dritta al traguardo.Se la macchina del partito appare alla nostra pensatrice come una formidabile trappola per la libertà di pensiero, la consegna alla
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Libertà, obbedienza, rivoluzione

6,00
Uno degli enigmi più apparentemente impenetrabili della storia è quello rappresentato dall'obbedienza della massa ad un piccolo nume
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Uno degli enigmi più apparentemente impenetrabili della storia è quello rappresentato dall'obbedienza della massa ad un piccolo nume
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Il caso Djamila Boupacha

8,00
«E allora usate tutti gli strumenti pratici per conferire efficacia al vostro rifiuto. Non c'è una terza via e spero che questo libro contribuisca a convincervi. La verità vi morde da ogni lato, non potete più continuare a balbettare: "Non lo sapevamo..."; ma, adesso che lo sapete, potrete fingere di ignorare o semplicemente limitarvi a qualche gemito inerte? Spero proprio di no.» Simone de Beauvoir non aveva interessi in Algeria, non conosceva personalmente la ragazza della quale stava prendendo le difese e poteva contare su un vasto pubblico. E invece, avvertita dall'avvocatessa Gisèle Halimi di quello che era successo a Djamila Boupacha, Simone de Beauvoir iniziò a far vorticare la penna sulla carta: in questo modo presero forma un articolo incendiario, che fulminò l'opinione pubblica sulla prima pagina di Le Monde il 3 giugno 1960, e un più sostanzioso e argomentato resoconto dell'intera questione che assunse più avanti lo spessore di un saggio.
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«E allora usate tutti gli strumenti pratici per conferire efficacia al vostro rifiuto. Non c'è una terza via e spero che questo libro contribuisca a convincervi. La verità vi morde da ogni lato, non potete più continuare a balbettare: "Non lo sapevamo..."; ma, adesso che lo sapete, potrete fingere di ignorare o semplicemente limitarvi a qualche gemito inerte? Spero proprio di no.» Simone de Beauvoir non aveva interessi in Algeria, non conosceva personalmente la ragazza della quale stava prendendo le difese e poteva contare su un vasto pubblico. E invece, avvertita dall'avvocatessa Gisèle Halimi di quello che era successo a Djamila Boupacha, Simone de Beauvoir iniziò a far vorticare la penna sulla carta: in questo modo presero forma un articolo incendiario, che fulminò l'opinione pubblica sulla prima pagina di Le Monde il 3 giugno 1960, e un più sostanzioso e argomentato resoconto dell'intera questione che assunse più avanti lo spessore di un saggio.
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L’Iliade

11,00
Per quanto possa apparire incredibile, Rachel Bespaloff e Simone Weil non si sono mai incontrate. Per un raro gioco di prestigio del destino, ad un certo punto delle loro vite hanno guardato entrambe in uno stesso punto e quasi nello stesso momento, per provare a capire meglio lo spietato presente nel quale erano immerse. Sono nati in questo modo due testi gemelli che hanno illuminato il nostro tempo, splendidi per diversità e vulcanici per azzardo. L'Iliade, risorta dall'orizzonte asettico cui pareva irrimediabilmente consegnata, ha assunto così per le due pensatrici la centralità di una stella polare; entrambe hanno interrogato il poema omerico con uno sguardo talmente innovativo da apparire spiazzante, anomalo, divergente rispetto a qualunque paradigma interpretativo visto in precedenza.
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Per quanto possa apparire incredibile, Rachel Bespaloff e Simone Weil non si sono mai incontrate. Per un raro gioco di prestigio del destino, ad un certo punto delle loro vite hanno guardato entrambe in uno stesso punto e quasi nello stesso momento, per provare a capire meglio lo spietato presente nel quale erano immerse. Sono nati in questo modo due testi gemelli che hanno illuminato il nostro tempo, splendidi per diversità e vulcanici per azzardo. L'Iliade, risorta dall'orizzonte asettico cui pareva irrimediabilmente consegnata, ha assunto così per le due pensatrici la centralità di una stella polare; entrambe hanno interrogato il poema omerico con uno sguardo talmente innovativo da apparire spiazzante, anomalo, divergente rispetto a qualunque paradigma interpretativo visto in precedenza.
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Eureka

19,00
In Eureka, Edgar Poe ha voluto racchiudere, nella forma più breve, la storia della creazione e della distruzione dell'universo.
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Eureka

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In Eureka, Edgar Poe ha voluto racchiudere, nella forma più breve, la storia della creazione e della distruzione dell'universo.
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La tirannia del merito. Perché viviamo in una società di vincitori e di perdenti

14,00
Chi lavora sodo e gioca secondo le regole avrà successo e riuscirà a elevarsi fino a raggiungere il limite del proprio talento. Questa retorica dell'ascesa, sposata anche dal Partito democratico americano e dai partiti della sinistra moderata europea come soluzione ai problemi della globalizzazione, presenta un enorme lato oscuro. È un modello che, in una società nella quale l'uguaglianza delle opportunità rimarrà sempre una chimera, fornisce alle élite di sinistra il pretesto per abbandonare chi dell'élite non fa parte. E la conseguenza inevitabile è il contraccolpo populista degli ultimi anni, per combattere il quale l'unica strada è quella di dare una risposta alle richieste legittime che lo hanno scatenato.
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La tirannia del merito. Perché viviamo in una società di vincitori e di perdenti

14,00
Chi lavora sodo e gioca secondo le regole avrà successo e riuscirà a elevarsi fino a raggiungere il limite del proprio talento. Questa retorica dell'ascesa, sposata anche dal Partito democratico americano e dai partiti della sinistra moderata europea come soluzione ai problemi della globalizzazione, presenta un enorme lato oscuro. È un modello che, in una società nella quale l'uguaglianza delle opportunità rimarrà sempre una chimera, fornisce alle élite di sinistra il pretesto per abbandonare chi dell'élite non fa parte. E la conseguenza inevitabile è il contraccolpo populista degli ultimi anni, per combattere il quale l'unica strada è quella di dare una risposta alle richieste legittime che lo hanno scatenato.
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La mafia non deve fermarvi

17,00
"Per ultimo, Vito mi disse il nome di Giovanni Falcone. Mi ricordai del fallito attentato nella sua villa dell'Addaura e, come in un flashback, sentii le sirene. In quel momento alzai lo sguardo verso l'orizzonte, come in cerca di qualcosa che potesse convincere Vito a lasciar perdere quell'incarico così pericoloso, e notai delle nuvole nere che avevano oscurato il cielo azzurro." Con queste parole, Rosaria Costa, vedova dell'agente Vito Schifani, caduto con Falcone a Capaci, rievoca il momento in cui il suo giovane sposo le disse orgoglioso che sarebbe entrato nella scorta del giudice. La storia è poi tragicamente nota e tutta l'Italia ricorda il suo grido di dolore che ai funerali di Stato scosse universalmente le coscienze. Come racconta per la prima volta in questo libro toccante, Rosaria Costa all'inizio rimase in Sicilia, lei che, provenendo da una famiglia modesta e onesta, era cresciuta nello spietato contesto della "Palermo di un morto al giorno". Voleva lottare, reclamare il proprio diritto ad avere Giustizia, e per questo si avvicinò a Borsellino legandosi a lui, ma la strage di via D'Amelio rinnovò presto lo stesso dolore. Gli anni successivi, segnati dall'arresto di Totò Riina, la videro sempre in prima fila in quella che, da allora e ancora oggi, lei interpreta come una missione di testimonianza. Arrivò anche un giorno in cui per Rosaria rimanere in Sicilia non fu più sostenibile e si trasferì in Liguria per costruirsi una nuova vita, dopo la devastazione di tanto indicibile dolore. Ma oggi è riuscita a tornare nella sua terra d'origine, come donna nuova e come testimone diretta di un'epoca drammatica, consapevole di dover continuare a tenere alta la bandiera della legalità.
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"Per ultimo, Vito mi disse il nome di Giovanni Falcone. Mi ricordai del fallito attentato nella sua villa dell'Addaura e, come in un flashback, sentii le sirene. In quel momento alzai lo sguardo verso l'orizzonte, come in cerca di qualcosa che potesse convincere Vito a lasciar perdere quell'incarico così pericoloso, e notai delle nuvole nere che avevano oscurato il cielo azzurro." Con queste parole, Rosaria Costa, vedova dell'agente Vito Schifani, caduto con Falcone a Capaci, rievoca il momento in cui il suo giovane sposo le disse orgoglioso che sarebbe entrato nella scorta del giudice. La storia è poi tragicamente nota e tutta l'Italia ricorda il suo grido di dolore che ai funerali di Stato scosse universalmente le coscienze. Come racconta per la prima volta in questo libro toccante, Rosaria Costa all'inizio rimase in Sicilia, lei che, provenendo da una famiglia modesta e onesta, era cresciuta nello spietato contesto della "Palermo di un morto al giorno". Voleva lottare, reclamare il proprio diritto ad avere Giustizia, e per questo si avvicinò a Borsellino legandosi a lui, ma la strage di via D'Amelio rinnovò presto lo stesso dolore. Gli anni successivi, segnati dall'arresto di Totò Riina, la videro sempre in prima fila in quella che, da allora e ancora oggi, lei interpreta come una missione di testimonianza. Arrivò anche un giorno in cui per Rosaria rimanere in Sicilia non fu più sostenibile e si trasferì in Liguria per costruirsi una nuova vita, dopo la devastazione di tanto indicibile dolore. Ma oggi è riuscita a tornare nella sua terra d'origine, come donna nuova e come testimone diretta di un'epoca drammatica, consapevole di dover continuare a tenere alta la bandiera della legalità.
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Materia

18,00
Di cosa siamo fatti? Cosa tiene assieme i corpi materiali? C'è differenza fra materia terrestre e materia celeste, quella che compone il Sole e le altre stelle? Quando Democrito tra il v e il iv secolo a.C. disse che siamo fatti di atomi furono in pochi a credergli. Per prenderlo davvero sul serio bisognerà aspettare Galilei e Newton nel xvii secolo, ma ci vorranno quattrocento anni di ricerche prima di ricostruire i componenti elementari della materia. Tutto quello che ci circonda - la materia ordinaria che forma rocce e pianeti, fiori e stelle, compresi noi - ha caratteristiche molto speciali. Le proprietà che ci appaiono usuali sono in realtà decisamente particolari, perché l'universo è oggi un ambiente molto freddo la cui evoluzione è cominciata quasi quattordici miliardi di anni fa. Nel libro si scoprirà come fanno le particelle elementari, quelle che compongono la materia, a combinarsi in forme stravaganti per costituire stati quantistici correlati, zuppe primordiali di quark e gluoni, o massicce stelle di neutroni. Si darà risposta alle nuove domande emerse dalle ricerche più recenti: in che senso il vuoto è uno stato materiale? Perché anche lo spazio-tempo può vibrare e oscillare? Possono esistere grani elementari di spazio o di tempo? Quali forme assume la materia all'interno dei grandi buchi neri? Dopo Genesi e Tempo, Tonelli ci guida in un nuovo e sorprendente viaggio nell'attualità della scienza contemporanea, raccontata con il consueto linguaggio semplice e coinvolgente, che permetterà al lettore di guardare all'universo, e forse anche a se stesso, con occhi nuovi.
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Di cosa siamo fatti? Cosa tiene assieme i corpi materiali? C'è differenza fra materia terrestre e materia celeste, quella che compone il Sole e le altre stelle? Quando Democrito tra il v e il iv secolo a.C. disse che siamo fatti di atomi furono in pochi a credergli. Per prenderlo davvero sul serio bisognerà aspettare Galilei e Newton nel xvii secolo, ma ci vorranno quattrocento anni di ricerche prima di ricostruire i componenti elementari della materia. Tutto quello che ci circonda - la materia ordinaria che forma rocce e pianeti, fiori e stelle, compresi noi - ha caratteristiche molto speciali. Le proprietà che ci appaiono usuali sono in realtà decisamente particolari, perché l'universo è oggi un ambiente molto freddo la cui evoluzione è cominciata quasi quattordici miliardi di anni fa. Nel libro si scoprirà come fanno le particelle elementari, quelle che compongono la materia, a combinarsi in forme stravaganti per costituire stati quantistici correlati, zuppe primordiali di quark e gluoni, o massicce stelle di neutroni. Si darà risposta alle nuove domande emerse dalle ricerche più recenti: in che senso il vuoto è uno stato materiale? Perché anche lo spazio-tempo può vibrare e oscillare? Possono esistere grani elementari di spazio o di tempo? Quali forme assume la materia all'interno dei grandi buchi neri? Dopo Genesi e Tempo, Tonelli ci guida in un nuovo e sorprendente viaggio nell'attualità della scienza contemporanea, raccontata con il consueto linguaggio semplice e coinvolgente, che permetterà al lettore di guardare all'universo, e forse anche a se stesso, con occhi nuovi.
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Come il cervello crea la nostra coscienza

25,00
Che cosa significa essere sé, ossia avere un'esperienza cosciente del mondo che ci circonda e del nostro mondo interiore? Storicamente, l'umanità ha considerato la natura della coscienza come oggetto di indagine primariamente filosofica. Oggi, però, la ricerca scientifica sta delineando teorie e spiegazioni biologiche della coscienza e del Sé estremamente affascinanti e convincenti. Anil Seth, neuroscienziato e autore di chiara fama, ci aiuta qui a comprendere come il cervello crei la nostra esperienza cosciente.
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Come il cervello crea la nostra coscienza

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Che cosa significa essere sé, ossia avere un'esperienza cosciente del mondo che ci circonda e del nostro mondo interiore? Storicamente, l'umanità ha considerato la natura della coscienza come oggetto di indagine primariamente filosofica. Oggi, però, la ricerca scientifica sta delineando teorie e spiegazioni biologiche della coscienza e del Sé estremamente affascinanti e convincenti. Anil Seth, neuroscienziato e autore di chiara fama, ci aiuta qui a comprendere come il cervello crei la nostra esperienza cosciente.
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Opera Aperta

21,00
Sono passati sessant'anni dalla prima edizione di Opera aperta (1962) e, con la consapevolezza del senno di poi, possiamo dire che questo libro rappresenta uno dei saggi più importanti del secondo Novecento europeo. Opera aperta è stato un libro di rottura. Eco - come spesso ha fatto - ha qui incrociato in maniera inedita ed efficacissima suggestioni attinte da Tommaso d'Aquino (e corroborate da Joyce) con gli ultimi portati della teoria dell'informazione applicata al discorso poetico, spunti dalla linguistica saussuriana con le sperimentazioni della musica di Luciano Berio (che Eco incontrava negli studi Rai proprio negli anni in cui scriveva queste pagine) e con gli esiti più recenti della fisica teorica. Con straordinaria anticipazione, Eco ha fornito sessant'anni fa categorie per pensare l'arte e i linguaggi di oggi, che nel dialogo con il digitale hanno evidentemente sposato replicabilità, rimediazione, frammentazione, rilancio - e dunque apertura. La nave di Teseo ripropone questo volume in una nuova edizione con una documentazione inedita che comprende i materiali preparatori e gli appunti di Eco stesso sulla prima edizione, da lui ampiamente rivista e rilavorata - annotazioni che raccontano l'evoluzione del pensiero di Eco, ricostruita nella postfazione di Riccardo Fedriga.
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Sono passati sessant'anni dalla prima edizione di Opera aperta (1962) e, con la consapevolezza del senno di poi, possiamo dire che questo libro rappresenta uno dei saggi più importanti del secondo Novecento europeo. Opera aperta è stato un libro di rottura. Eco - come spesso ha fatto - ha qui incrociato in maniera inedita ed efficacissima suggestioni attinte da Tommaso d'Aquino (e corroborate da Joyce) con gli ultimi portati della teoria dell'informazione applicata al discorso poetico, spunti dalla linguistica saussuriana con le sperimentazioni della musica di Luciano Berio (che Eco incontrava negli studi Rai proprio negli anni in cui scriveva queste pagine) e con gli esiti più recenti della fisica teorica. Con straordinaria anticipazione, Eco ha fornito sessant'anni fa categorie per pensare l'arte e i linguaggi di oggi, che nel dialogo con il digitale hanno evidentemente sposato replicabilità, rimediazione, frammentazione, rilancio - e dunque apertura. La nave di Teseo ripropone questo volume in una nuova edizione con una documentazione inedita che comprende i materiali preparatori e gli appunti di Eco stesso sulla prima edizione, da lui ampiamente rivista e rilavorata - annotazioni che raccontano l'evoluzione del pensiero di Eco, ricostruita nella postfazione di Riccardo Fedriga.
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Ma chi me lo fa fare?

18,50
Efficienti, dinamici, creativi. Ma anche: sovraccarichi, avviliti, depressi. Stanchissimi. Pieni di lavoro. Divisi fra call, impegni familiari e pubbliche relazioni, la luce blu degli smartphone che ci illumina il viso, la notte. Oppressi dal lavoro ma anche del lavoro innamorati, rapiti, vittime di una sindrome di Stoccolma aziendale. Perché oggi il lavoro è tutto e tutto è lavoro. Eppure, mai come oggi, la sensazione è che questo lavoro non basti. Mai come oggi, in un mondo post-pandemico che continua a cantare le magnifiche sorti del neoliberismo, lavorare è sembrato altrettanto privo di senso. Una domanda spettrale, allora, ha cominciato ad aggirarsi fra noi: ma chi me lo fa fare? Chi me lo fa fare di continuare a credere che il lavoro dei sogni arriverà e non mi sembrerà nemmeno più di lavorare? Chi me lo fa fare di continuare a pensare che se mi impegno, prima o poi ce la farò? Chi me lo fa fare di ritenere che non esista un'alternativa? Attraverso esplorazioni storiche e accurate ricognizioni del presente, Maura Gancitano e Andrea Colamedici ci spingono a riflettere sulle origini e gli sviluppi di un concetto, quello di lavoro, sfaccettato e controverso, mettendone in luce i legami con ciò che abbiamo di più sacro, come la religione o la moralità. Ma ci invitano anche a ribaltare la prospettiva sulle retoriche del privilegio o del merito. E soprattutto ci spingono a immaginare: una soluzione, un mondo in cui sia possibile cambiare. "Ma chi me lo fa fare?" diventa allora un atto d'amore verso la nostra finitezza e umanità, verso la nostra stanchezza e la nostra voglia di resistere. Una coraggiosa presa di coscienza per capire finalmente che il lavoro - per quello che oggi l'abbiamo fatto diventare - è una trappola, una a cui dobbiamo a tutti i costi sottrarci. Ma magari a passo di danza.
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Ma chi me lo fa fare?

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Efficienti, dinamici, creativi. Ma anche: sovraccarichi, avviliti, depressi. Stanchissimi. Pieni di lavoro. Divisi fra call, impegni familiari e pubbliche relazioni, la luce blu degli smartphone che ci illumina il viso, la notte. Oppressi dal lavoro ma anche del lavoro innamorati, rapiti, vittime di una sindrome di Stoccolma aziendale. Perché oggi il lavoro è tutto e tutto è lavoro. Eppure, mai come oggi, la sensazione è che questo lavoro non basti. Mai come oggi, in un mondo post-pandemico che continua a cantare le magnifiche sorti del neoliberismo, lavorare è sembrato altrettanto privo di senso. Una domanda spettrale, allora, ha cominciato ad aggirarsi fra noi: ma chi me lo fa fare? Chi me lo fa fare di continuare a credere che il lavoro dei sogni arriverà e non mi sembrerà nemmeno più di lavorare? Chi me lo fa fare di continuare a pensare che se mi impegno, prima o poi ce la farò? Chi me lo fa fare di ritenere che non esista un'alternativa? Attraverso esplorazioni storiche e accurate ricognizioni del presente, Maura Gancitano e Andrea Colamedici ci spingono a riflettere sulle origini e gli sviluppi di un concetto, quello di lavoro, sfaccettato e controverso, mettendone in luce i legami con ciò che abbiamo di più sacro, come la religione o la moralità. Ma ci invitano anche a ribaltare la prospettiva sulle retoriche del privilegio o del merito. E soprattutto ci spingono a immaginare: una soluzione, un mondo in cui sia possibile cambiare. "Ma chi me lo fa fare?" diventa allora un atto d'amore verso la nostra finitezza e umanità, verso la nostra stanchezza e la nostra voglia di resistere. Una coraggiosa presa di coscienza per capire finalmente che il lavoro - per quello che oggi l'abbiamo fatto diventare - è una trappola, una a cui dobbiamo a tutti i costi sottrarci. Ma magari a passo di danza.
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V13

20,00
Scandito in tre parti - «Le vittime», «Gli imputati», «La corte» -, V13 raccoglie, rielaborati e accresciuti, gli articoli (apparsi a cadenza settimanale sui principali quotidiani europei) in cui Emmanuel Carrère ha riferito le udienze del processo ai complici e all'unico sopravvissuto fra gli autori degli attentati terroristici avvenuti a Parigi il 13 novembre 2015 - attentati che, tra il Bataclan, lo Stade de France e i bistrot presi di mira, hanno causato centotrenta morti e oltre trecentocinquanta feriti. Ogni mattina, per quasi dieci mesi, Carrère si è seduto nell'enorme «scatola di legno bianco» fatta costruire appositamente e ha ascoltato il resoconto di quelle «esperienze estreme di morte e di vita» - le testimonianze atroci di chi ha perduto una persona cara o è scampato alla carneficina strisciando in mezzo ai cadaveri, i silenzi e i balbettii degli imputati, le parole dei magistrati e degli avvocati -, e lo ha raccontato, come solo lui sa fare, senza mai scivolare nell'enfasi o nel patetismo, e riuscendo a cogliere non solo l'umanità degli uni e degli altri (sconvolgente, ammirevole o abietta che fosse), ma anche, talvolta, la quasi insostenibile ironia dei discorsi e delle situazioni. Da questo viaggio al termine dell'orrore e della pietà, da questo groviglio di ferocia, di fanatismo, di follia e di sofferenza, Carrère sa, fin dal primo giorno, che uscirà cambiato - così come uscirà cambiato, dalla lettura del suo libro, ciascuno di noi.
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Scandito in tre parti - «Le vittime», «Gli imputati», «La corte» -, V13 raccoglie, rielaborati e accresciuti, gli articoli (apparsi a cadenza settimanale sui principali quotidiani europei) in cui Emmanuel Carrère ha riferito le udienze del processo ai complici e all'unico sopravvissuto fra gli autori degli attentati terroristici avvenuti a Parigi il 13 novembre 2015 - attentati che, tra il Bataclan, lo Stade de France e i bistrot presi di mira, hanno causato centotrenta morti e oltre trecentocinquanta feriti. Ogni mattina, per quasi dieci mesi, Carrère si è seduto nell'enorme «scatola di legno bianco» fatta costruire appositamente e ha ascoltato il resoconto di quelle «esperienze estreme di morte e di vita» - le testimonianze atroci di chi ha perduto una persona cara o è scampato alla carneficina strisciando in mezzo ai cadaveri, i silenzi e i balbettii degli imputati, le parole dei magistrati e degli avvocati -, e lo ha raccontato, come solo lui sa fare, senza mai scivolare nell'enfasi o nel patetismo, e riuscendo a cogliere non solo l'umanità degli uni e degli altri (sconvolgente, ammirevole o abietta che fosse), ma anche, talvolta, la quasi insostenibile ironia dei discorsi e delle situazioni. Da questo viaggio al termine dell'orrore e della pietà, da questo groviglio di ferocia, di fanatismo, di follia e di sofferenza, Carrère sa, fin dal primo giorno, che uscirà cambiato - così come uscirà cambiato, dalla lettura del suo libro, ciascuno di noi.
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Una storia d’acqua

28,00
La scena è il Cinquecento, il centro è il Portogallo, nazione di navigatori che va «scoprendo» una terra dopo l'altra, ampliando ogni giorno la mappa del mondo conosciuto. I protagonisti sono due figli di quella nazione, diversi tra loro quanto più non si potrebbe. Damião de Góis è filosofo, archivista di Stato, amico di Erasmo da Rotterdam, studente a Padova, viaggiatore nelle terre del Nord, primo traduttore portoghese della Bibbia. Processato dall'Inquisizione, viene ucciso in circostanze misteriose e presto dimenticato. Luis Vaz de Camões, invece, è un vagabondo, ruffiano, spaccone e avventuriero, cacciato di porto in porto, ricercato dal Mozambico al Giappone. Dopo un naufragio compone "I Lusiadi", un poema epico nel quale il Portogallo è raffigurato come una nazione nobile e civilizzatrice in un mondo di barbari. È tuttora celebrato come il poeta nazionale portoghese. La prosa di Edward Wilson-Lee apparecchia in questo libro le biografie alternate di questi due personaggi e, tramite loro, ci racconta due visioni antitetiche di quel tempo in cui l'Europa scoprì il mondo e l'altro da sé: una pluralità di culture eterogenee che sorprendevano e meravigliavano alcuni, inorridivano e spaventavano altri. L'archivista Damião de Góis ne è entusiasta, e - dagli etiopi ai lapponi, dai quadri di Hieronymus Bosch alla polifonia vocale - non manca di registrare minuziosamente ogni particolare, intrecciando ogni cosa con la cronaca ufficiale del regno portoghese. Il poeta Luis Vaz de Camões la pensa diversamente: con l'Europa al centro, tutto il resto del mondo non è altro che territorio barbaro da colonizzare. De Góis e Camões rappresentano così gli impulsi contrastanti della curiosità e della diffidenza. In "Una storia d'acqua" - libro inaspettato, composito, ma soprattutto disarmante nella sua attualità -, la loro vita diventa la storia di un momento in cui le cose sarebbero potute andare diversamente, in cui saremmo potuti diventare globali, ma non l'abbiamo fatto.
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Una storia d’acqua

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La scena è il Cinquecento, il centro è il Portogallo, nazione di navigatori che va «scoprendo» una terra dopo l'altra, ampliando ogni giorno la mappa del mondo conosciuto. I protagonisti sono due figli di quella nazione, diversi tra loro quanto più non si potrebbe. Damião de Góis è filosofo, archivista di Stato, amico di Erasmo da Rotterdam, studente a Padova, viaggiatore nelle terre del Nord, primo traduttore portoghese della Bibbia. Processato dall'Inquisizione, viene ucciso in circostanze misteriose e presto dimenticato. Luis Vaz de Camões, invece, è un vagabondo, ruffiano, spaccone e avventuriero, cacciato di porto in porto, ricercato dal Mozambico al Giappone. Dopo un naufragio compone "I Lusiadi", un poema epico nel quale il Portogallo è raffigurato come una nazione nobile e civilizzatrice in un mondo di barbari. È tuttora celebrato come il poeta nazionale portoghese. La prosa di Edward Wilson-Lee apparecchia in questo libro le biografie alternate di questi due personaggi e, tramite loro, ci racconta due visioni antitetiche di quel tempo in cui l'Europa scoprì il mondo e l'altro da sé: una pluralità di culture eterogenee che sorprendevano e meravigliavano alcuni, inorridivano e spaventavano altri. L'archivista Damião de Góis ne è entusiasta, e - dagli etiopi ai lapponi, dai quadri di Hieronymus Bosch alla polifonia vocale - non manca di registrare minuziosamente ogni particolare, intrecciando ogni cosa con la cronaca ufficiale del regno portoghese. Il poeta Luis Vaz de Camões la pensa diversamente: con l'Europa al centro, tutto il resto del mondo non è altro che territorio barbaro da colonizzare. De Góis e Camões rappresentano così gli impulsi contrastanti della curiosità e della diffidenza. In "Una storia d'acqua" - libro inaspettato, composito, ma soprattutto disarmante nella sua attualità -, la loro vita diventa la storia di un momento in cui le cose sarebbero potute andare diversamente, in cui saremmo potuti diventare globali, ma non l'abbiamo fatto.
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Via Palmanova e gli antichi borghi di Rottole, Cimiano, Corte Regina e Gobba

20,00
Via Palmanova è molto più di una strada a scorrimento veloce da e per Milano. E ha una storia ben più lunga di quello che pensiamo: non è stata costruita negli anni '50, semmai è stata raddrizzata e ingrandita, ma esisteva già prima, quando nelle mappe del primo '900 era indicata come una semplice strada di campagna che partiva da piazza Sire Raul e si congiungeva all'antichissima via delle Rottole. Le tracce dei borghi antichi sono ancora lì a raccontarne la storia: Rottole e Corte Regina, Molino Nuovo e Cimiano vecchia, il più antico di tutti, da cui si accedeva all'antico sito del Parco Lambro, con le sue cascine, tra cui la Biblioteca, già villa di campagna del cardinale Federigo Borromeo. L'autore riscostruisce la vita di via Palmanova, la rende un asse virtuale da cui si diramano luoghi importanti per la città: dai borghi agricoli che la circondavano alle chiese e all'Ospedale San Raffaele, dal Parco Lambro al Centro sportivo Frassati, dal Quartiere Rizzoli alle Case Acli.
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Via Palmanova è molto più di una strada a scorrimento veloce da e per Milano. E ha una storia ben più lunga di quello che pensiamo: non è stata costruita negli anni '50, semmai è stata raddrizzata e ingrandita, ma esisteva già prima, quando nelle mappe del primo '900 era indicata come una semplice strada di campagna che partiva da piazza Sire Raul e si congiungeva all'antichissima via delle Rottole. Le tracce dei borghi antichi sono ancora lì a raccontarne la storia: Rottole e Corte Regina, Molino Nuovo e Cimiano vecchia, il più antico di tutti, da cui si accedeva all'antico sito del Parco Lambro, con le sue cascine, tra cui la Biblioteca, già villa di campagna del cardinale Federigo Borromeo. L'autore riscostruisce la vita di via Palmanova, la rende un asse virtuale da cui si diramano luoghi importanti per la città: dai borghi agricoli che la circondavano alle chiese e all'Ospedale San Raffaele, dal Parco Lambro al Centro sportivo Frassati, dal Quartiere Rizzoli alle Case Acli.
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Maleficia

26,00
Il libro esplora le relazioni tra la stregoneria antica e la sua incarnazione moderna, colmando così un'importante lacuna nella storiografia. Si è spesso notato che storie di streghe circolavano nei testi classici greci e latini e che i trattati tardomedievali e moderni che si occupavano di credenze in materia di malefici, discutendo del volo magico e della metamorfosi dei corpi, vi facevano riferimento. Tuttavia, il ruolo della cultura umanistica e del revival classico nello sviluppo della caccia alle streghe finora non era stato ancora studiato a fondo. Dalla letteratura di età classica alcune descrizioni di malefici sono state trasmesse attraverso il Medioevo fino al XV secolo e al Rinascimento, quando i primi processi italiani richiamano il mito della strix, comune tanto nelle fonti dotte quanto nella memoria e nelle credenze popolari. Nell'Italia rinascimentale e anche oltre, nell'Europa moderna, il revival classico patrocinato dalla cultura umanistica dava nuovo spessore e ricontestualizzava i racconti antichi, che cessarono così di essere solo storie, come erano stati in precedenza, e divennero una prova cogente dei poteri del demonio e delle sue seguaci.
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Il libro esplora le relazioni tra la stregoneria antica e la sua incarnazione moderna, colmando così un'importante lacuna nella storiografia. Si è spesso notato che storie di streghe circolavano nei testi classici greci e latini e che i trattati tardomedievali e moderni che si occupavano di credenze in materia di malefici, discutendo del volo magico e della metamorfosi dei corpi, vi facevano riferimento. Tuttavia, il ruolo della cultura umanistica e del revival classico nello sviluppo della caccia alle streghe finora non era stato ancora studiato a fondo. Dalla letteratura di età classica alcune descrizioni di malefici sono state trasmesse attraverso il Medioevo fino al XV secolo e al Rinascimento, quando i primi processi italiani richiamano il mito della strix, comune tanto nelle fonti dotte quanto nella memoria e nelle credenze popolari. Nell'Italia rinascimentale e anche oltre, nell'Europa moderna, il revival classico patrocinato dalla cultura umanistica dava nuovo spessore e ricontestualizzava i racconti antichi, che cessarono così di essere solo storie, come erano stati in precedenza, e divennero una prova cogente dei poteri del demonio e delle sue seguaci.
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Sentieri metropolitani

15,00
Scegliere di attraversare il territorio a piedi significa fare un'esperienza fisica, emotiva ed estetica, che permette di giungere a una nuova consapevolezza del paesaggio quotidiano, superando il pregiudizio nei confronti di spazi considerati scontati. Esplorare la città attraverso il corpo è lo scopo della psicogeografia, una tecnica nata con le avanguardie artistiche, che diventa anche performance e atto politico. Grazie a questa pratica transdisciplinare siamo in grado di leggere il palinsesto urbano, in cui si stratificano i diversi significati di un luogo e le aspettative della gente che lo abita. Con lo stesso sguardo trasversale, Gianni Biondillo percorre la città e la storia del pensiero urbanistico e architettonico, senza tralasciare incursioni nella filosofia, nell'arte, nell'antropologia e nella letteratura, offrendo suggestioni per comprendere il paesaggio contemporaneo fuori dai suoi luoghi comuni. I lettori vengono invitati a mettersi in cammino e a fare le proprie scoperte, restituendo identità ai luoghi mediante la narrazione. Questa inedita relazione con lo spazio può produrre effetti benefici: scoprire storie affascinanti, fare incontri imprevisti, rigenerare corpo e mente, creare nuove socialità e, soprattutto, prendersi cura del territorio. Un piccolo vademecum, che grazie a videoracconti metropolitani resi accessibili tramite codici QR, esorta ad avvicinarsi ai significati più reconditi delle città in modo partecipato e dinamico.
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Sentieri metropolitani

15,00
Scegliere di attraversare il territorio a piedi significa fare un'esperienza fisica, emotiva ed estetica, che permette di giungere a una nuova consapevolezza del paesaggio quotidiano, superando il pregiudizio nei confronti di spazi considerati scontati. Esplorare la città attraverso il corpo è lo scopo della psicogeografia, una tecnica nata con le avanguardie artistiche, che diventa anche performance e atto politico. Grazie a questa pratica transdisciplinare siamo in grado di leggere il palinsesto urbano, in cui si stratificano i diversi significati di un luogo e le aspettative della gente che lo abita. Con lo stesso sguardo trasversale, Gianni Biondillo percorre la città e la storia del pensiero urbanistico e architettonico, senza tralasciare incursioni nella filosofia, nell'arte, nell'antropologia e nella letteratura, offrendo suggestioni per comprendere il paesaggio contemporaneo fuori dai suoi luoghi comuni. I lettori vengono invitati a mettersi in cammino e a fare le proprie scoperte, restituendo identità ai luoghi mediante la narrazione. Questa inedita relazione con lo spazio può produrre effetti benefici: scoprire storie affascinanti, fare incontri imprevisti, rigenerare corpo e mente, creare nuove socialità e, soprattutto, prendersi cura del territorio. Un piccolo vademecum, che grazie a videoracconti metropolitani resi accessibili tramite codici QR, esorta ad avvicinarsi ai significati più reconditi delle città in modo partecipato e dinamico.
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Il mito della bellezza

21,00
«Le donne si sentono libere?» si chiede Naomi Wolf nell'introduzione a questo classico del pensiero femminista. Analizzando ed elaborando il concetto di bellezza, Wolf compie un percorso provocatorio e appassionato attraverso le varie fasi della vita di una donna: dal lavoro al sesso, dalla cultura all'alimentazione, dal rapporto con gli uomini a quello con le altre donne. "Il mito della bellezza" torna in una nuova edizione con una curatela di Maura Gancitano e Jennifer Guerra, intellettuali e filosofe femministe. Per riportare nella nostra contemporaneità il discorso di Wolf e per mostrare come, oggi più che mai, una riflessione su bellezza e femminilità sia necessaria all'interno di ogni ambito della nostra vita. Un saggio senza tempo, che dà voce a ossessioni e oppressioni, per aiutarci a prendere coscienza e scardinare il mito della bellezza una volta per tutte.
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Il mito della bellezza

21,00
«Le donne si sentono libere?» si chiede Naomi Wolf nell'introduzione a questo classico del pensiero femminista. Analizzando ed elaborando il concetto di bellezza, Wolf compie un percorso provocatorio e appassionato attraverso le varie fasi della vita di una donna: dal lavoro al sesso, dalla cultura all'alimentazione, dal rapporto con gli uomini a quello con le altre donne. "Il mito della bellezza" torna in una nuova edizione con una curatela di Maura Gancitano e Jennifer Guerra, intellettuali e filosofe femministe. Per riportare nella nostra contemporaneità il discorso di Wolf e per mostrare come, oggi più che mai, una riflessione su bellezza e femminilità sia necessaria all'interno di ogni ambito della nostra vita. Un saggio senza tempo, che dà voce a ossessioni e oppressioni, per aiutarci a prendere coscienza e scardinare il mito della bellezza una volta per tutte.
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Mussolini il capobanda. Perché dovremmo vergognarci del fascismo

19,00
In questo libro Cazzullo demolisce un luogo comune: non è vero che tutti gli italiani sono stati fascisti. E l'antifascismo dovrebbe essere un valore comune a tutti i partiti e a tutti gli italiani. «Cent'anni fa, in questi stessi giorni, la nostra patria cadeva nelle mani di una banda di delinquenti, guidata da un uomo spietato e cattivo. Un uomo capace di tutto; persino di far chiudere e morire in manicomio il proprio figlio, e la donna che l'aveva messo al mondo». Comincia così il racconto di Aldo Cazzullo su Mussolini. Una figura di cui la maggioranza degli italiani si è fatta un'idea sbagliata: uno statista che fino al '38 le aveva azzeccate quasi tutte; peccato l'alleanza con Hitler, le leggi razziali, la guerra. Cazzullo ricorda che prima del '38 Mussolini aveva provocato la morte dei principali oppositori: Matteotti, Gobetti, Gramsci, Amendola, don Minzoni, Carlo e Nello Rosselli. Aveva conquistato il potere con la violenza – non solo manganelli e olio di ricino ma bombe e mitragliatrici –, facendo centinaia di vittime. Fin dal 1922 si era preso la rivincita sulle città che gli avevano resistito, con avversari gettati dalle finestre di San Lorenzo a Roma, o legati ai camion e trascinati nelle vie di Torino. Aveva imposto una cappa di piombo: Tribunale speciale, polizia segreta, confino, tassa sul celibato, esclusione delle donne da molti posti di lavoro. Aveva commesso crimini in Libia – 40 mila morti tra i civili –, in Etiopia – dall'iprite al massacro dei monaci cristiani –, in Spagna. Aveva usato gli italiani come cavie per cure sbagliate contro la malaria e per vaccini letali. Era stato crudele con tanti: a cominciare da Ida Dalser e dal loro figlio Benitino. La guerra non fu un impazzimento del Duce, ma lo sbocco logico del fascismo, che sostiene la sopraffazione di uno Stato sull'altro e di una razza sull'altra. Idee che purtroppo non sono morte con Mussolini. Anche se Cazzullo demolisce un altro luogo comune: non è vero che tutti gli italiani sono stati fascisti. E l'antifascismo dovrebbe essere un valore comune a tutti i partiti e a tutti gli italiani.
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Mussolini il capobanda. Perché dovremmo vergognarci del fascismo

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In questo libro Cazzullo demolisce un luogo comune: non è vero che tutti gli italiani sono stati fascisti. E l'antifascismo dovrebbe essere un valore comune a tutti i partiti e a tutti gli italiani. «Cent'anni fa, in questi stessi giorni, la nostra patria cadeva nelle mani di una banda di delinquenti, guidata da un uomo spietato e cattivo. Un uomo capace di tutto; persino di far chiudere e morire in manicomio il proprio figlio, e la donna che l'aveva messo al mondo». Comincia così il racconto di Aldo Cazzullo su Mussolini. Una figura di cui la maggioranza degli italiani si è fatta un'idea sbagliata: uno statista che fino al '38 le aveva azzeccate quasi tutte; peccato l'alleanza con Hitler, le leggi razziali, la guerra. Cazzullo ricorda che prima del '38 Mussolini aveva provocato la morte dei principali oppositori: Matteotti, Gobetti, Gramsci, Amendola, don Minzoni, Carlo e Nello Rosselli. Aveva conquistato il potere con la violenza – non solo manganelli e olio di ricino ma bombe e mitragliatrici –, facendo centinaia di vittime. Fin dal 1922 si era preso la rivincita sulle città che gli avevano resistito, con avversari gettati dalle finestre di San Lorenzo a Roma, o legati ai camion e trascinati nelle vie di Torino. Aveva imposto una cappa di piombo: Tribunale speciale, polizia segreta, confino, tassa sul celibato, esclusione delle donne da molti posti di lavoro. Aveva commesso crimini in Libia – 40 mila morti tra i civili –, in Etiopia – dall'iprite al massacro dei monaci cristiani –, in Spagna. Aveva usato gli italiani come cavie per cure sbagliate contro la malaria e per vaccini letali. Era stato crudele con tanti: a cominciare da Ida Dalser e dal loro figlio Benitino. La guerra non fu un impazzimento del Duce, ma lo sbocco logico del fascismo, che sostiene la sopraffazione di uno Stato sull'altro e di una razza sull'altra. Idee che purtroppo non sono morte con Mussolini. Anche se Cazzullo demolisce un altro luogo comune: non è vero che tutti gli italiani sono stati fascisti. E l'antifascismo dovrebbe essere un valore comune a tutti i partiti e a tutti gli italiani.
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La Resistenza delle donne

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L’orologiaio miope. Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sugli animali… che nessuno conosce

19,00
Spesso consideriamo inquietanti gli animali che vivono in ambienti estremi, perché non riusciamo a compararli con l'unico strumento di paragone che conosciamo: noi stessi. A volte è l'aspetto a sconvolgerci, altre volte le abitudini, altre ancora la dieta; ma rimane l'idea che più qualcosa è diverso dai nostri standard più ne rimaniamo colpiti, quasi mai in senso positivo. E così restiamo a bocca aperta, straniti che qualcosa di tanto anomalo condivida il nostro stesso pianeta, senza che nemmeno lo sospettassimo. E un po' come scoprire che gli elfi vivono in soggiorno... Ma non c'è bisogno di tanta fantasia: queste creature "inimmaginabili" - che sembrano disegnate non tanto dal famoso orologiaio cieco di Richard Dawkins quanto da uno miope e un po' distratto - esistono davvero.
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L’orologiaio miope. Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sugli animali… che nessuno conosce

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Spesso consideriamo inquietanti gli animali che vivono in ambienti estremi, perché non riusciamo a compararli con l'unico strumento di paragone che conosciamo: noi stessi. A volte è l'aspetto a sconvolgerci, altre volte le abitudini, altre ancora la dieta; ma rimane l'idea che più qualcosa è diverso dai nostri standard più ne rimaniamo colpiti, quasi mai in senso positivo. E così restiamo a bocca aperta, straniti che qualcosa di tanto anomalo condivida il nostro stesso pianeta, senza che nemmeno lo sospettassimo. E un po' come scoprire che gli elfi vivono in soggiorno... Ma non c'è bisogno di tanta fantasia: queste creature "inimmaginabili" - che sembrano disegnate non tanto dal famoso orologiaio cieco di Richard Dawkins quanto da uno miope e un po' distratto - esistono davvero.
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I sogni si spiegano da soli. Immaginazione, utopia, femminismo

18,00
Scrittrice di grande successo internazionale, associata a un genere spesso considerato d'evasione come la fantascienza, Ursula Le Guin rappresenta allo stesso tempo una figura di intellettuale anticonformista e radicale, dotata di una sensibilità pacifista, ambientalista e femminista che la colloca saldamente nella nostra epoca. In questa raccolta di saggi e discorsi Le Guin ci prende per mano e ci invita a seguirla nelle sue riflessioni. Si chiede se il modello di società maschile e competitiva in cui viviamo è l'unico che sappiamo concepire. Contesta l'ideologia del progresso tecnico che ossessiona l'Occidente, valorizzando esperienze di vita più attente all'equilibrio con la natura come quelle dei nativi americani. Denuncia il linguaggio del potere, la «lingua degli uomini» a cui contrappone una «lingua delle donne» alternativa, che possa ispirare valori di nonviolenza e solidarietà. Affronta il tabù della menopausa e tesse l'elogio della vecchiaia. Dissente da Tolstoj e riparte da Virginia Woolf. Sono pagine di libertà, dove non ci sono facili risposte ma, attraverso l'intelligenza e la letteratura, l'ironia e il canto, si prova a immaginare il posto più giusto, inclusivo e pieno di bellezza in cui molte e molti di noi vorrebbero già essere.
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I sogni si spiegano da soli. Immaginazione, utopia, femminismo

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Scrittrice di grande successo internazionale, associata a un genere spesso considerato d'evasione come la fantascienza, Ursula Le Guin rappresenta allo stesso tempo una figura di intellettuale anticonformista e radicale, dotata di una sensibilità pacifista, ambientalista e femminista che la colloca saldamente nella nostra epoca. In questa raccolta di saggi e discorsi Le Guin ci prende per mano e ci invita a seguirla nelle sue riflessioni. Si chiede se il modello di società maschile e competitiva in cui viviamo è l'unico che sappiamo concepire. Contesta l'ideologia del progresso tecnico che ossessiona l'Occidente, valorizzando esperienze di vita più attente all'equilibrio con la natura come quelle dei nativi americani. Denuncia il linguaggio del potere, la «lingua degli uomini» a cui contrappone una «lingua delle donne» alternativa, che possa ispirare valori di nonviolenza e solidarietà. Affronta il tabù della menopausa e tesse l'elogio della vecchiaia. Dissente da Tolstoj e riparte da Virginia Woolf. Sono pagine di libertà, dove non ci sono facili risposte ma, attraverso l'intelligenza e la letteratura, l'ironia e il canto, si prova a immaginare il posto più giusto, inclusivo e pieno di bellezza in cui molte e molti di noi vorrebbero già essere.
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California

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Luride, agitate, criminali. Un secolo di internamento femminile (1850-1950)

16,00
Attraverso lo studio di un'ampia campionatura di cartelle cliniche, che custodiscono le relazioni dei medici, la corrispondenza fra la struttura sanitaria e le famiglie, i rapporti di istituzioni del territorio e di pubblica sicurezza, l'autrice racconta le storie di donne rinchiuse in manicomio tra il 1850 e il 1950. Il ricchissimo materiale analizzato nella sua vitalità e complessità genera una galleria di protagoniste dalle bambine alle prostitute, dalle idiote alle immorali, dalle lesbiche alle deflorate, dalle infanticide alle uxoricide: tutte vittime di un gioco crudele in cui le famiglie e la società si adoperavano per rinchiuderle e la complicità degli psichiatri ne assicurava la permanenza a vita. La narrazione si avvale di memorie e carteggi delle internate, scritture che a dispetto del tempo, dei controlli e delle censure sono sopravvissute, quasi clandestine e che oggi, svelate, diventano la voce di Maria Vittoria che grida fino all'ultimo istante con la forza delle parole il suo diritto alla libertà, di Rosa, silente, ma che attraverso la gravidanza e la nascita del figlio reclama l'accesso alla sessualità, e infine di Camilla, esule anarchica, che resiste alla persecuzione politica e alla violenza delle pratiche psichiatriche.
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Luride, agitate, criminali. Un secolo di internamento femminile (1850-1950)

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Attraverso lo studio di un'ampia campionatura di cartelle cliniche, che custodiscono le relazioni dei medici, la corrispondenza fra la struttura sanitaria e le famiglie, i rapporti di istituzioni del territorio e di pubblica sicurezza, l'autrice racconta le storie di donne rinchiuse in manicomio tra il 1850 e il 1950. Il ricchissimo materiale analizzato nella sua vitalità e complessità genera una galleria di protagoniste dalle bambine alle prostitute, dalle idiote alle immorali, dalle lesbiche alle deflorate, dalle infanticide alle uxoricide: tutte vittime di un gioco crudele in cui le famiglie e la società si adoperavano per rinchiuderle e la complicità degli psichiatri ne assicurava la permanenza a vita. La narrazione si avvale di memorie e carteggi delle internate, scritture che a dispetto del tempo, dei controlli e delle censure sono sopravvissute, quasi clandestine e che oggi, svelate, diventano la voce di Maria Vittoria che grida fino all'ultimo istante con la forza delle parole il suo diritto alla libertà, di Rosa, silente, ma che attraverso la gravidanza e la nascita del figlio reclama l'accesso alla sessualità, e infine di Camilla, esule anarchica, che resiste alla persecuzione politica e alla violenza delle pratiche psichiatriche.
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La filosofia di Diabolik e Alan Ford

16,00
All'inizio e alla fine degli anni Sessanta uscirono in Italia due fumetti destinati a cambiare per sempre l'approccio a quel genere di lettura. I ragazzi abbandonarono i supereroi dei padri per abbracciare due nuovi protagonisti che più diversi tra loro non avrebbero potuto essere: un criminale spietato, che la faceva sempre franca, e un agente segreto "sfigato" e povero in canna. Diabolik faceva paura, Alan Ford faceva ridere a crepapelle. Entrambi uscirono per la prima volta di giovedì a distanza di sette anni l'uno dall'altro, nella città (Milano) dove si concentrava tutto (o quasi) quello che di significativo avveniva nel nostro Paese. Nonostante Diabolik abbia compiuto sessant'anni e Alan Ford abbia superato abbondantemente le cinquanta primavere, i loro personaggi sono ancora attuali e molto amati. In un'epoca che brucia tutto in fretta, questo libro cerca di capire le ragioni di un successo così duraturo.
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La filosofia di Diabolik e Alan Ford

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All'inizio e alla fine degli anni Sessanta uscirono in Italia due fumetti destinati a cambiare per sempre l'approccio a quel genere di lettura. I ragazzi abbandonarono i supereroi dei padri per abbracciare due nuovi protagonisti che più diversi tra loro non avrebbero potuto essere: un criminale spietato, che la faceva sempre franca, e un agente segreto "sfigato" e povero in canna. Diabolik faceva paura, Alan Ford faceva ridere a crepapelle. Entrambi uscirono per la prima volta di giovedì a distanza di sette anni l'uno dall'altro, nella città (Milano) dove si concentrava tutto (o quasi) quello che di significativo avveniva nel nostro Paese. Nonostante Diabolik abbia compiuto sessant'anni e Alan Ford abbia superato abbondantemente le cinquanta primavere, i loro personaggi sono ancora attuali e molto amati. In un'epoca che brucia tutto in fretta, questo libro cerca di capire le ragioni di un successo così duraturo.
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Spezzate. Perché ci piace quando le donne sbagliano

19,00
Perché ci piace guardare una donna crollare? Cosa ci attrae della sua vulnerabilità? È uno spettacolo a cui siamo abituati e da cui con difficoltà distogliamo lo sguardo. Questo saggio ci apre le porte di una galleria degli orrori in cui celebrità di ogni epoca, da Charlotte Bronté a Milev Cvrus, da Britnev Spears a Clinton, hanno scontato la colpa di non aver rispettato i limiti che la cultura patriarcale aveva imposto alle loro vite. Attingendo dalla letteratura e dalla stampa scandalistica, Doyle ricostruisce l'ascesa e la caduta di queste donne, esplorando il fenomeno sociale della "trainwreck": il deragliamento dai binari del proprio ruolo che porta a perdere tutto ciò che si aveva ottenuto. Un libro che è un invito a cambiare il proprio sguardo, a riconoscere nella un nuovo modello di emancipazione in grado di sovvertire le regole della società.
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Spezzate. Perché ci piace quando le donne sbagliano

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Perché ci piace guardare una donna crollare? Cosa ci attrae della sua vulnerabilità? È uno spettacolo a cui siamo abituati e da cui con difficoltà distogliamo lo sguardo. Questo saggio ci apre le porte di una galleria degli orrori in cui celebrità di ogni epoca, da Charlotte Bronté a Milev Cvrus, da Britnev Spears a Clinton, hanno scontato la colpa di non aver rispettato i limiti che la cultura patriarcale aveva imposto alle loro vite. Attingendo dalla letteratura e dalla stampa scandalistica, Doyle ricostruisce l'ascesa e la caduta di queste donne, esplorando il fenomeno sociale della "trainwreck": il deragliamento dai binari del proprio ruolo che porta a perdere tutto ciò che si aveva ottenuto. Un libro che è un invito a cambiare il proprio sguardo, a riconoscere nella un nuovo modello di emancipazione in grado di sovvertire le regole della società.
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Eretiche. Donne che riflettono, osano, resistono

14,00

di Adriana Valerio (Autore)
Il Mulino, 2022

Profetesse, mistiche, false sante, streghe, riformatrici, libere pensatrici animano il vasto popolo delle eretiche, di quante si sono ribellate in cerca di verità.

Le donne che hanno provocato scosse inaspettate e scardinato gli equilibri del loro tempo hanno pagato a caro prezzo le proprie scelte. Tante di loro sono state considerate eretiche e per questo condannate, perseguitate, ridotte al silenzio. L’eresia è stata studiata attraverso i protagonisti maschili, mentre poca attenzione è stata riservata alle provocatorie e alternative esperienze femminili. Per colmare questo vuoto e restituire al concetto di eresia il valore originario di scelta, Adriana Valerio ripercorre due millenni di storia raccontandoci le vite di donne – dalle montaniste a Margherita Porete, da Giovanna d’Arco a Marta Fiascaris fino alle donne dell’Anticoncilio del 1869 e alle moderniste – tutte decise a lottare, conoscere, predicare ed esercitare ministeri in nome di una nuova chiesa inclusiva e senza confini.

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Eretiche. Donne che riflettono, osano, resistono

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di Adriana Valerio (Autore)
Il Mulino, 2022

Profetesse, mistiche, false sante, streghe, riformatrici, libere pensatrici animano il vasto popolo delle eretiche, di quante si sono ribellate in cerca di verità.

Le donne che hanno provocato scosse inaspettate e scardinato gli equilibri del loro tempo hanno pagato a caro prezzo le proprie scelte. Tante di loro sono state considerate eretiche e per questo condannate, perseguitate, ridotte al silenzio. L’eresia è stata studiata attraverso i protagonisti maschili, mentre poca attenzione è stata riservata alle provocatorie e alternative esperienze femminili. Per colmare questo vuoto e restituire al concetto di eresia il valore originario di scelta, Adriana Valerio ripercorre due millenni di storia raccontandoci le vite di donne – dalle montaniste a Margherita Porete, da Giovanna d’Arco a Marta Fiascaris fino alle donne dell’Anticoncilio del 1869 e alle moderniste – tutte decise a lottare, conoscere, predicare ed esercitare ministeri in nome di una nuova chiesa inclusiva e senza confini.

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Argomentare è diabolico. Retorica e fallacie nella comunicazione

16,00
Questo libro analizza gli artifici retorici più usati nelle dispute odierne, social e non, visibili e nascosti. Un saggio per difendersi da mistificazioni e fallacie, ma anche per coloro che le vogliano usare (anche se confidiamo di persuadervi a non farlo).
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Argomentare è diabolico. Retorica e fallacie nella comunicazione

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Questo libro analizza gli artifici retorici più usati nelle dispute odierne, social e non, visibili e nascosti. Un saggio per difendersi da mistificazioni e fallacie, ma anche per coloro che le vogliano usare (anche se confidiamo di persuadervi a non farlo).
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Femminili singolari. Il femminismo è nelle parole. Ediz. ampliata

16,00
Sindaca, architetta, avvocata: c'è chi ritiene intollerabile una declinazione al femminile di alcune professioni. E dietro a queste reazioni c'è un mondo di parole, un mondo fatto di storia e di usi che riflette quel che pensiamo, come ci costruiamo. Attraverso le innumerevoli esperienze avute sui social, personali e dell'Accademia della Crusca, l'autrice smonta, pezzo per pezzo, tutte le convinzioni linguistiche della comunità italiana, rintracciandone l'inclinazione irrimediabilmente maschilista. Questo libro mostra in che modo una rideterminazione del femminile si possa pensare a partire dalle sue parole e da un uso consapevole di esse, vero primo passo per una pratica femminista. Tutto con l'ironia che solo una social-linguista può avere.
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Femminili singolari. Il femminismo è nelle parole. Ediz. ampliata

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Sindaca, architetta, avvocata: c'è chi ritiene intollerabile una declinazione al femminile di alcune professioni. E dietro a queste reazioni c'è un mondo di parole, un mondo fatto di storia e di usi che riflette quel che pensiamo, come ci costruiamo. Attraverso le innumerevoli esperienze avute sui social, personali e dell'Accademia della Crusca, l'autrice smonta, pezzo per pezzo, tutte le convinzioni linguistiche della comunità italiana, rintracciandone l'inclinazione irrimediabilmente maschilista. Questo libro mostra in che modo una rideterminazione del femminile si possa pensare a partire dalle sue parole e da un uso consapevole di esse, vero primo passo per una pratica femminista. Tutto con l'ironia che solo una social-linguista può avere.
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Morgana. L’uomo ricco sono io

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Morgana. L’uomo ricco sono io

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Chthulucene. Sopravvivere su un pianeta infetto. Ediz. plastificata

20,00
Cosa succede quando il genere umano, dopo aver irrimediabilmente alterato gli equilibri del pianeta Terra, smette di essere il centro del mondo? E nel pieno della crisi ecologica, che relazioni è possibile recuperare non solo tra individui umani, ma tra tutte le specie che il pianeta lo abitano? In questo testo denso e provocatorio, scritto in una lingua immaginifica che si ispira tanto alla fantascienza quanto alla grande lezione del femminismo radicale, Donna Haraway ci ricorda che tutto è interconnesso, tutto è contaminato, tutto ci riguarda. Contro i semplicismi delle discussioni sull'antropocene, Chtulucene immortala la centralità di Donna Haraway tra i più importanti e originali pensatori del nostro tempo.
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Chthulucene. Sopravvivere su un pianeta infetto. Ediz. plastificata

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Cosa succede quando il genere umano, dopo aver irrimediabilmente alterato gli equilibri del pianeta Terra, smette di essere il centro del mondo? E nel pieno della crisi ecologica, che relazioni è possibile recuperare non solo tra individui umani, ma tra tutte le specie che il pianeta lo abitano? In questo testo denso e provocatorio, scritto in una lingua immaginifica che si ispira tanto alla fantascienza quanto alla grande lezione del femminismo radicale, Donna Haraway ci ricorda che tutto è interconnesso, tutto è contaminato, tutto ci riguarda. Contro i semplicismi delle discussioni sull'antropocene, Chtulucene immortala la centralità di Donna Haraway tra i più importanti e originali pensatori del nostro tempo.
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Kierkegaard

10,00
Kierkegaard non soltanto ha messo in crisi una multisecolare linea di condotta filosofica obiettivante e impersonalistica, ma ha anche realizzato l'esistenzialità della ricerca filosofica. Quest'ultima non è né un lusso contemplativo, né una sublime curiosità verso l'essere, bensì l'esercizio mediante cui la realtà umana si caratterizza come tale. Vi è identità tra esistenza in senso proprio e ricerca filosofica. E ciò è stato non solo asserito, ma, più profondamente, testimoniato da Kierkegaard con la sua stessa vita.
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Kierkegaard

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Kierkegaard non soltanto ha messo in crisi una multisecolare linea di condotta filosofica obiettivante e impersonalistica, ma ha anche realizzato l'esistenzialità della ricerca filosofica. Quest'ultima non è né un lusso contemplativo, né una sublime curiosità verso l'essere, bensì l'esercizio mediante cui la realtà umana si caratterizza come tale. Vi è identità tra esistenza in senso proprio e ricerca filosofica. E ciò è stato non solo asserito, ma, più profondamente, testimoniato da Kierkegaard con la sua stessa vita.
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Iliade. Il poema della forza

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Sull’Iliade

9,00
«La forza non conosce se stessa e non gioisce di sé se non nell'abuso entro il quale abusa di se stessa, nell'eccesso entro il quale si prodiga. Questo impeto sovrano, questa folgorazione omicida, ove il calcolo, l'opportunità e la potenza diventano una cosa sola nel tentativo di forzare la condizione umana - in una sola espressione la bellezza della forza - ebbene nessuno (salvo la Bibbia che la canta e la loda solo in Dio) ce la rende più chiaramente percepibile di Omero.»
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Sull’Iliade

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«La forza non conosce se stessa e non gioisce di sé se non nell'abuso entro il quale abusa di se stessa, nell'eccesso entro il quale si prodiga. Questo impeto sovrano, questa folgorazione omicida, ove il calcolo, l'opportunità e la potenza diventano una cosa sola nel tentativo di forzare la condizione umana - in una sola espressione la bellezza della forza - ebbene nessuno (salvo la Bibbia che la canta e la loda solo in Dio) ce la rende più chiaramente percepibile di Omero.»
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Le formiche tagliafoglie. La conquista della civiltà attraverso l’istinto

20,00
«Una formica da sola, non è una formica» - Edward O. Wilson In modo speciale le attine tagliafoglie, dalle stupefacenti caratteristiche: grazie al fatto che vivono in popolazioni di milioni di individui organizzati in un elaborato sistema di caste e che possiedono uno degli apparati di comunicazione più complessi fra quelli noti nel mondo animale, le tagliafoglie sono infatti una delle espressioni più compiute del superorganismo sulla Terra. Guidati dalla mano esperta e sicura dei due mirmecologi, scopriremo come le tagliafoglie abbiano inventato una forma di agricoltura 50­60 milioni di anni prima dell’uomo, coltivando nei loro nidi un fungo con cui hanno instaurato uno dei più riusciti rapporti simbiotici in natura. Le osserveremo nei meandri delle loro metropoli sotterranee, vaste quanto un campo da calcio e con migliaia di camere collegate da un dedalo di cunicoli, o nelle spedizioni di foraggiamento, quando all’imbrunire interminabili colonie di operaie, seguendo tracce olfattive, corrono a ranghi serrati lungo piste tenute libere dalla vegetazione verso il bersaglio prescelto, spesso distante centinaia di metri. E ci sembrerà di percepire il sottofondo di stridulazioni prodotto da migliaia di mandibole che, affilate come rasoi e manovrate con precisione geometrica, ritagliano le foglie di un grande albero riuscendo in poche ore a ridurre a un nudo scheletro la sua chioma rigogliosa.
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Le formiche tagliafoglie. La conquista della civiltà attraverso l’istinto

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«Una formica da sola, non è una formica» - Edward O. Wilson In modo speciale le attine tagliafoglie, dalle stupefacenti caratteristiche: grazie al fatto che vivono in popolazioni di milioni di individui organizzati in un elaborato sistema di caste e che possiedono uno degli apparati di comunicazione più complessi fra quelli noti nel mondo animale, le tagliafoglie sono infatti una delle espressioni più compiute del superorganismo sulla Terra. Guidati dalla mano esperta e sicura dei due mirmecologi, scopriremo come le tagliafoglie abbiano inventato una forma di agricoltura 50­60 milioni di anni prima dell’uomo, coltivando nei loro nidi un fungo con cui hanno instaurato uno dei più riusciti rapporti simbiotici in natura. Le osserveremo nei meandri delle loro metropoli sotterranee, vaste quanto un campo da calcio e con migliaia di camere collegate da un dedalo di cunicoli, o nelle spedizioni di foraggiamento, quando all’imbrunire interminabili colonie di operaie, seguendo tracce olfattive, corrono a ranghi serrati lungo piste tenute libere dalla vegetazione verso il bersaglio prescelto, spesso distante centinaia di metri. E ci sembrerà di percepire il sottofondo di stridulazioni prodotto da migliaia di mandibole che, affilate come rasoi e manovrate con precisione geometrica, ritagliano le foglie di un grande albero riuscendo in poche ore a ridurre a un nudo scheletro la sua chioma rigogliosa.
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Le nozze alchemiche di Aleister Crowley. Itinerari letterari con la grande bestia

22,00
Mago e profeta del credo pagano del Thelema (la "vera volontà" del singolo), iniziato coltissimo, alpinista, viaggiatore, letterato, uomo dalle energie spaventose e senza alcun freno morale, forse agente segreto, Aleister Crowley ha impattato quanto pochi altri sull'immaginario del suo tempo; e oggi giganteggia nella cultura pop in un Sabba di riedizioni delle sue opere, saggi critici, camei in romanzi, comparsate in film. Un aspetto affascinante e assai meno esplorato di Crowley riguarda il suo rapporto con la letteratura, come scrittore ma soprattutto come personaggio. Le sue apparizioni da un lato sfidano la letteratura alta, da Somerset Maugham a Pessoa, da Hemingway a Sciascia e Consolo; dall'altro persino nelle opere popolari si aprono a questioni di ampio interesse, sia nei rapporti con altri letterati di fama (Yeats, Isherwood...) sia verso cerchie culturali e artistiche di svariatissimo genere. A monte di questa pletora di apparizioni troviamo alcune opere curiose, quasi variazioni su un unico mito, che fungeranno da filo rosso per gli itinerari qui proposti. Storie dove la Bestia incontra la Bella e dov'è trasposta in forma narrativa la complessa dialettica sul "femminile", sospesa tra le teorie di Crowley e la sua prassi di magnetico sciupafemmine (peraltro bisex). Storie di nozze chimiche tra mago ed eroina, dove s'incontrano alchimia e una fantasia febbricitante, lisergica, riscoperta proprio negli anni acidi del revival magico. Mentre lui, come in ultima fila sulla copertina di Sgt. Pepper's dei Beatles, si diverte a occhieggiare.
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Le nozze alchemiche di Aleister Crowley. Itinerari letterari con la grande bestia

22,00
Mago e profeta del credo pagano del Thelema (la "vera volontà" del singolo), iniziato coltissimo, alpinista, viaggiatore, letterato, uomo dalle energie spaventose e senza alcun freno morale, forse agente segreto, Aleister Crowley ha impattato quanto pochi altri sull'immaginario del suo tempo; e oggi giganteggia nella cultura pop in un Sabba di riedizioni delle sue opere, saggi critici, camei in romanzi, comparsate in film. Un aspetto affascinante e assai meno esplorato di Crowley riguarda il suo rapporto con la letteratura, come scrittore ma soprattutto come personaggio. Le sue apparizioni da un lato sfidano la letteratura alta, da Somerset Maugham a Pessoa, da Hemingway a Sciascia e Consolo; dall'altro persino nelle opere popolari si aprono a questioni di ampio interesse, sia nei rapporti con altri letterati di fama (Yeats, Isherwood...) sia verso cerchie culturali e artistiche di svariatissimo genere. A monte di questa pletora di apparizioni troviamo alcune opere curiose, quasi variazioni su un unico mito, che fungeranno da filo rosso per gli itinerari qui proposti. Storie dove la Bestia incontra la Bella e dov'è trasposta in forma narrativa la complessa dialettica sul "femminile", sospesa tra le teorie di Crowley e la sua prassi di magnetico sciupafemmine (peraltro bisex). Storie di nozze chimiche tra mago ed eroina, dove s'incontrano alchimia e una fantasia febbricitante, lisergica, riscoperta proprio negli anni acidi del revival magico. Mentre lui, come in ultima fila sulla copertina di Sgt. Pepper's dei Beatles, si diverte a occhieggiare.
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Il manoscritto Voynich. Il codice più misterioso ed esotico al mondo

45,00
Quando Umberto Eco visitò la Beinecke Library dell'Università di Yale, l'unico manoscritto della collezione che chiese di sfogliare fu il “Voynich”. Dal 1912, anno in cui Wilfrid Voynich, un mercante di libri rari di origini polacche, lo acquistò dai gesuiti di Villa Mondragone, vicino a Frascati, schiere di studiosi, linguisti, filologi e criptologi - persino esperti della Nasa e un software di intelligenza artificiale - hanno cercato di risolvere l'arcano di questo codice impenetrabile risalente alla prima metà del XV secolo. Questa edizione, che è una riproduzione fotografica facsimilare, realizzata per ricreare l'esperienza di sfogliare l'originale “Manoscritto Voynich”, invita i lettori a lasciarsi catturare dai caratteri indecifrabili e dalle bizzarre illustrazioni di piante, astri, figure femminili enigmatiche e diagrammi cosmologici. Il commento che chiude il volume racconta l'incredibile viaggio di questa singolare opera attraverso la storia e le chiavi interpretative a oggi proposte per illuminare il fitto mistero che la avvolge.
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Quando Umberto Eco visitò la Beinecke Library dell'Università di Yale, l'unico manoscritto della collezione che chiese di sfogliare fu il “Voynich”. Dal 1912, anno in cui Wilfrid Voynich, un mercante di libri rari di origini polacche, lo acquistò dai gesuiti di Villa Mondragone, vicino a Frascati, schiere di studiosi, linguisti, filologi e criptologi - persino esperti della Nasa e un software di intelligenza artificiale - hanno cercato di risolvere l'arcano di questo codice impenetrabile risalente alla prima metà del XV secolo. Questa edizione, che è una riproduzione fotografica facsimilare, realizzata per ricreare l'esperienza di sfogliare l'originale “Manoscritto Voynich”, invita i lettori a lasciarsi catturare dai caratteri indecifrabili e dalle bizzarre illustrazioni di piante, astri, figure femminili enigmatiche e diagrammi cosmologici. Il commento che chiude il volume racconta l'incredibile viaggio di questa singolare opera attraverso la storia e le chiavi interpretative a oggi proposte per illuminare il fitto mistero che la avvolge.
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Il cigno nero. Come l’improbabile governa la nostra vita

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La pianta del mondo

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Oltre i Nirvana

15,00
Sub Pop Records: storia di una casa discografica dal 1988 sull'orlo della bancarotta Nel 1979, Bruce Pavitt, studente e dj di una college radio di Olympia (Stato di Washington, USA), fonda una fanzine dedicata alle band indipendenti americane e la chiama "Subterranean Pop", nome che presto viene abbreviato in "Sub Pop". Alla rivista, Bruce unisce presto l'omonima compilation su musicassetta, e una rubrica su una nota rivista di musica locale. Nel 1986, Bruce si trasferisce a Seattle e lì pubblica la fondamentale raccolta Sub Pop 100. A lui si unisce il collega Jonathan Poneman e, insieme danno vita a una delle più innovative case discografiche del pianeta, base di lancio del cosiddetto grunge, e che avrà in scuderia nomi come Nirvana, Soundgarden e Mudhoney prima, Fleet Foxes, Iron & Wine, Beach House, e Low dopo. Un'avventura fatta di genialità, nuovi linguaggi di comunicazione, bancarotta in continuo agguato, drammi personali e collettivi. Soprattutto, una storia che segna la musica degli ultimi decenni.
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Sub Pop Records: storia di una casa discografica dal 1988 sull'orlo della bancarotta Nel 1979, Bruce Pavitt, studente e dj di una college radio di Olympia (Stato di Washington, USA), fonda una fanzine dedicata alle band indipendenti americane e la chiama "Subterranean Pop", nome che presto viene abbreviato in "Sub Pop". Alla rivista, Bruce unisce presto l'omonima compilation su musicassetta, e una rubrica su una nota rivista di musica locale. Nel 1986, Bruce si trasferisce a Seattle e lì pubblica la fondamentale raccolta Sub Pop 100. A lui si unisce il collega Jonathan Poneman e, insieme danno vita a una delle più innovative case discografiche del pianeta, base di lancio del cosiddetto grunge, e che avrà in scuderia nomi come Nirvana, Soundgarden e Mudhoney prima, Fleet Foxes, Iron & Wine, Beach House, e Low dopo. Un'avventura fatta di genialità, nuovi linguaggi di comunicazione, bancarotta in continuo agguato, drammi personali e collettivi. Soprattutto, una storia che segna la musica degli ultimi decenni.
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Strani eroi

18,90
di Alessandro Bongiorni L'Italia è ormai da molti anni dilaniata dalla violenza terrorista, che il 16 marzo 1978 raggiunge il suo culmine in una strada secondaria di Roma, via Fani, dove un commando delle Brigate Rosse rapisce il presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, e massacra i cinque uomini della sua scorta. È l'episodio più drammatico della storia dell'Italia repubblicana. Sono momenti terribili. Passa perciò in secondo piano quello che accade due giorni dopo, il 18 marzo, a Milano, ossia l'assassinio di due ragazzi, Fausto Tinelli e Lorenzo «Iaio» Iannucci, uccisi a colpi di pistola vicino al centro sociale Leoncavallo. I due ragazzi stavano andando a casa di Tinelli, lì vicino, al numero 9 di via Monte Nevoso. Nessuno sa che dall'altra parte di via Monte Nevoso, a sette metri di distanza dalla camera di Fausto, al civico 8, c'è un covo delle Brigate Rosse. Forse, però, sarebbe meglio dire quasi nessuno. Uno scenario drammatico e oscuro, in cui si muovono i protagonisti di questo noir serrato, spietato, a tratti travolgente. Il colonnello dei carabinieri Antonio Ruiu è un sardo silenzioso, efficiente e cattivo, caratteristiche che lo hanno fatto diventare persona di fiducia del ministro dell'Interno Cossiga. Cinzia è la protetta di un potente faccendiere, un maniaco del controllo che ha costruito la sua carriera spiando dalla serratura. E per ottenere informazioni riservate non c'è niente di meglio di una donna bellissima, sensuale e senza scrupoli. Carlo Peres, invece, le informazioni le cerca perché fa il giornalista a Milano, e si trova coinvolto nell'inchiesta sull'omicidio di Fausto e Iaio. E Peres è un bastardo vero, uno che le verità di comodo le sente puzzare da molto lontano. Ma questo, in quegli anni, non è detto che sia un vantaggio. Eccoli, gli «strani eroi» protagonisti di questo romanzo, tre personaggi pieni di passione e desiderio, di contraddizioni e paure, i cui destini finiranno per intrecciarsi nel grande, tragico imbroglio che è l'Italia degli anni Settanta, dove niente è mai quello che sembra.
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di Alessandro Bongiorni L'Italia è ormai da molti anni dilaniata dalla violenza terrorista, che il 16 marzo 1978 raggiunge il suo culmine in una strada secondaria di Roma, via Fani, dove un commando delle Brigate Rosse rapisce il presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, e massacra i cinque uomini della sua scorta. È l'episodio più drammatico della storia dell'Italia repubblicana. Sono momenti terribili. Passa perciò in secondo piano quello che accade due giorni dopo, il 18 marzo, a Milano, ossia l'assassinio di due ragazzi, Fausto Tinelli e Lorenzo «Iaio» Iannucci, uccisi a colpi di pistola vicino al centro sociale Leoncavallo. I due ragazzi stavano andando a casa di Tinelli, lì vicino, al numero 9 di via Monte Nevoso. Nessuno sa che dall'altra parte di via Monte Nevoso, a sette metri di distanza dalla camera di Fausto, al civico 8, c'è un covo delle Brigate Rosse. Forse, però, sarebbe meglio dire quasi nessuno. Uno scenario drammatico e oscuro, in cui si muovono i protagonisti di questo noir serrato, spietato, a tratti travolgente. Il colonnello dei carabinieri Antonio Ruiu è un sardo silenzioso, efficiente e cattivo, caratteristiche che lo hanno fatto diventare persona di fiducia del ministro dell'Interno Cossiga. Cinzia è la protetta di un potente faccendiere, un maniaco del controllo che ha costruito la sua carriera spiando dalla serratura. E per ottenere informazioni riservate non c'è niente di meglio di una donna bellissima, sensuale e senza scrupoli. Carlo Peres, invece, le informazioni le cerca perché fa il giornalista a Milano, e si trova coinvolto nell'inchiesta sull'omicidio di Fausto e Iaio. E Peres è un bastardo vero, uno che le verità di comodo le sente puzzare da molto lontano. Ma questo, in quegli anni, non è detto che sia un vantaggio. Eccoli, gli «strani eroi» protagonisti di questo romanzo, tre personaggi pieni di passione e desiderio, di contraddizioni e paure, i cui destini finiranno per intrecciarsi nel grande, tragico imbroglio che è l'Italia degli anni Settanta, dove niente è mai quello che sembra.
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