Federico Anelli arriva in libreria con il giallo/noir Falso Indaco, edito da Todaro. Lo intervista per noi Roberto Pegorini.
Federico Anelli esce con Todaro con un romanza decisamente dalle tinte noir. Sia per Trama, sia per Ambientazione. Con Roberto Pegorini entriamo nel dietro le quinte di questo romanzo e per Giallo Divano abbiamo intervistato proprio Federico Anelli.
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La recensione della Ladra di Falso Indaco
Lo scorrere placido del Po ci porta in una dimensione molto lontana dalla frenesia moderna, ma non per questo meno densa di contraddizioni. L’innesco narrativo parte, così, da ritrovamento del cadavere di un giovane ragazzo tra le acque del Delta.
A indagare sul delitto il commissario Mino Fortuna che, da Salerno, vive con nostalgia il sole – e il caffè – della sua terra d’origine. A dare ritmo, però, alla trama è il co-protagonista di questa storia, Astor Benassi. L’esatto opposto dell’ottimismo solare di Fortuna, Benassi è un ex-poliziotto che ora gestisce un B&B, con un passato non troppo chiaro alle spalle, complesso di colpa compreso.
Proprio questa contrapposizione conferisce il ritmo di questo giallo/noir umido e nebbioso, fatto di opposti e di apparenze che, come spesso accade, nascondono verità scomode. Tra le acque placide e nebbiose del Po, si dipana una quiete che pagina dopo pagina si scompone nei tanti frammenti che rendono questa indagine ben calcolata e ben raccontata.
Ma se vogliamo dare un merito, vero, a Federico Anelli va, sicuramente, quello di aver scritto un romanzo dalle atmosfere perfette, riuscendo a restituire a noi lettori la forza di una narrazione che mi ha ricordato il Mississippi di William Faulkner o di James Lee Burke. Tanto che, per parafrasare lo stesso Faulkner, “Per comprendere il mondo, devi prima comprendere un posto come il Delta del Po”.