In questa puntata de “Gli incubi del Bonet” il nostro Alessandro ci conduce nel mondo di John William Polidori e del suo “Il vampiro”.
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🖋️John William Polidori
Talento precoce, persino per il suo tempo, JWP rimarrà per sempre negli annali della letteratura dell’orrore, per avere scritto il primo racconto dell’era moderna sui vampiri.
Laureatosi in medicina a 19 anni, con una brillante tesi sul sonnambulismo, JWP cede da subito alla sua vera passione, la letteratura. Riesce infatti a pubblicare un rivoluzionario pamphlet contro la pena di morte, all’epoca elargita con fin troppa disinvoltura. Successivamente diventa medico e segretario personale di Lord Byron, con il quale instaurerà un rapporto di amore e odio, che sarà la chiave del suo successo, e al contempo, la causa delle sue sciagure.
Sono tanti i misteri legati a JWP.
🕵️♀️I misteri di John William Polidori
Il primo è appunto il rapporto con il suo mentore e compagno di viaggio. Byron infatti, dopo essere stato colpito dalla sua cultura e dal suo temperamento irruento e focoso, una volta preso a servizio, inizierà a trattarlo con disprezzo, anche pubblicamente, dichiarandosi vittima di quel giovane arrogante, che tentava costantemente di imitarne lo stile e ne agognava la fama. Questo in parte era vero. JWP infatti considerava Byron un modello da imitare, ne abiurava l’amicizia ne pativa oltremodo il disprezzo.
Il secondo mistero che avvolge la vita di JWP è legato ad un luogo, dove nel quale, la leggenda narra che vi nacque la storia del vampiro. Villa Diodati.
Per essere esatti, Villa Diodati diede i natali a quelli che oggi consideriamo, i moderni racconti dell’orrore. Ma non ne parleremo in questa puntata. Teniamoci queste storie per future narrazioni.
Villa Diodati era (è), in una località suggestiva sul lago di Ginevra. Precedentemente ai fatti narrarti, ospitò anche John Milton, autore del Paradiso Perduto.
Byron la affittò e vi condusse in esilio (più o meno volontario), il suo compagno di viaggio JWP, Percy Bysshie Shelley e la sua futura moglie Mary, Claire Clairmont, sorellastra di Mary e amante dello stesso Byron.
Complici il tempo inclemente che fece ribattezzare il 1816 come l’anno senza estate e il coinvolgimento e il trasporto degli ospiti nei confronti di Fantasmagoriana, antologia tedesca di racconti gotici, le condizioni per la sfida posta da Byron ai suoi ospiti, si dimostrarono quanto mai propizie, ossia confrontarsi nel raccontare storie terrificanti. L’inventiva e la fantasia degli astanti fecero il resto e nel caso di JWP, vennero gettate le basi per quello che, ad oggi, è considerato il suo capolavoro; Il vampiro.
Nell’opera si narra di Aubrey, giovane rampollo di una nobile famiglia inglese e del suo rapporto con Lord Ruthven, misterioso e carismatico aristocratico dal passato oscuro.
Tra i due nasce, quella che sembra essere una sincera e fruttuosa amicizia. Aubrey e Lord Ruthven intraprendono un viaggio per l’Europa con la Grecia come meta finale. Tuttavia durante il viaggio compaiono le prime crepe nel rapporto fra i compagni, tant’è che Aubrey, turbato dal comportamento troppo dissoluto del sodale Lord Ruthven, decide di proseguire il viaggio da solo.
In Grecia, Aubrey conosce Ianthe, una avvenente fanciulla e se ne innamora. Lei gli racconta di una leggenda, famosa all’epoca in tutta la Grecia, quella dei vampiri. Esseri “non morti” che si nutrono del sangue delle creature viventi, tra le quali l’uomo.
La ragazza muore poco dopo, in circostanze misteriose. Pare, ad opera proprio di un vampiro.
La successiva ricomparsa di Lord Ruthven scatena una escalation di nefandezze e macabre scoperte.
Il vampiro è un racconto breve, denso, incalzante, capace di tenere il lettore col fiato sospeso fino al climax, nonostante sia stato scritto due secoli fa, in uno stile narrativo che ad oggi, potrebbe erroneamente essere considerato desueto e superato.
Per concludere con i misteri riguardanti la vita di JWP, uno è legato alla pubblicazione del racconto, inizialmente attribuita a Lord Byron. Sicuramente l’influenza del “poeta maledetto” ci fu, ma non sono ad oggi chiare tutte le dinamiche.
E per finire, l’ultimo mistero riguarda la morte di JWP, avvenuta prematuramente, a soli 26 anni.
JWP morì suicida, si pensa per un debito di gioco…
L’amore per la letteratura dell’orrore non può prescindere dal mistero, e il mistero non può prescindere dalla curiosità.
JWP, nella sua breve esistenza ci ha donato un capolavoro del genere, capostipite di una produzione che, ancora oggi non smette di aumentare e di stupire.
Per chi è esperto di questo genere, una rilettura non fa male. Per chi è neofita o vuole iniziarsi, il mio consiglio è di partire dai fondamentali.