Intervista a Mauro Biagini per “La belva di Via San Gregorio”.
Mauro Biagini è venuto a trovarci al Covo per raccontare il suo nuovo romanzo “La belva di Via San Gregorio”. Le trame condotte dalla sua Magliaia Delia si intrecciano con la storia nera di Milano, connettendola con un fatto di cronaca realmente accaduto: la strage perpetrata da Rina Fort proprio in Via San Gregorio nel 1946.
La trama
Milano, 30 novembre 1946. Alle prime ore del mattino, in un appartamento di via San Gregorio nel quartiere di Porta Venezia, vengono rinvenuti i cadaveri di una donna e dei suoi tre bambini. Massacrati a colpi di bastone.
Milano, 30 novembre 2024. Nello stesso appartamento, una colf scopre il corpo senza vita del suo datore di lavoro. Si chiamava Mattia Crisafulli ed era un influencer da oltre un milione di follower. Stroncato nella notte da un infarto per abuso di stupefacenti, secondo il primo referto medico. Ma non sempre tutto è come sembra. Lo sa bene Delia, la magliaia di Porta Venezia con il “vizio” di indagare, che si interessa al caso spinta dall’amica Zelda: un’arzilla vecchietta che abita da sempre nel palazzo incriminato e riconosce strane analogie con il fattaccio del 1946. E tra rievocazioni del passato, gialli di Agatha Christie, nuove morti misteriose e colpi di scena, sarà proprio la magliaia Delia a fare emergere, grazie al suo intuito e alla sua perseveranza, un’agghiacciante verità.
Dalla diretta
Piacevole ritrovare la nostra cara Delia, piacevole ritrovare il quartiere di Porta Venezia. Ancora più piacevole leggere, in questo nuovo romanzo, un Biagini legato appieno alla storia nera della nostra città. Lui stesso confessa di aver tratto spunto e di essersi ispirato agli articoli che Dino Buzzati fece, all’epoca, seguendo il caso della Fort per il Corriere della Sera. Dino Buzzati che compare anche nelle pagine storiche del romanzo di Biagini e che mostra la cura e l’attenzione storica avuta dallo stesso autore non solo nella fase di documentazione storica, ma anche nella ricostruzione del caso di Via San Gregorio.
“Lo studio delle carte processuali del delitto della Fort” dice Biagini, “mi ha condotto a conoscere lati dello stesso caso ancora irrisolti.”
E Buzzati aleggia non solo come personaggio, ma soprattutto come ispirazione che ha aiutato l’autore milanese ad agganciare i fatti storici, alla trama “fiction” creata e legata alla sua magliaia Delia. Seguiamo il passo di Buzzati che, per la prima volta nella storia del giornalismo, trattò la strage di Via San Gregorio in modo del tutto innovativo, e scopriamo due delitti, quello di cronaca e quello di fiction, che hanno in comune un elemento molto importante per Mauro.
“Sono entrambe due storie in cui le vittime soccombono senza possibilità di redenzione, tradite e usate da uomini senza scrupoli, narcisisti e crudeli; donne che cercano una rivalsa in una vita che non ha regalato loro, nulla. E nel raccontarcele, Biagini ci dice chiaramente che non hanno importanza le epoche, le culture, la società che è stata loro da sfondo, bensì che delitti come questi nascono da quella stessa mascolinità tossica, di stampo patriarcale, che trasforma le donne in proprietà nelle mani dell’uomo che le assoggetta.”
Su questa traccia, si innesta la nuova indagine della magliaia Delia che si trova coinvolta nell’omicidio di un uomo narcisista e traditore, la cui psicologia ricalca quella del Ricciardi, amante spergiuro, che aveva tradito moglie e amante nella strage di Via San Gregorio. E su questa traccia Mauro costruisce una trama dall’ingranaggio perfetto “che cita, e si ispira, ad un celebre romanzo della grande Agatha Christie” come afferma lui stesso, senza però volerci svelare il motivo di questa affezione.
Ne “La belva di Via San Gregorio” tornano vecchi amici della Magliaia e di porta Venezia, torna Delia con la sua perspicacia e lucidità, e torna la bella e piacevole scrittura di Biagini: priva di orpelli, dritta e chiara, piacevole e intrigante. Il lettore si muove tra le atmosfere nebbiose di questo nuovo caso con il piacere di ritrovare vecchie conoscenze, ma non la solita storia.
Perché se non fosse bastevole il messaggio che Biagini vuole lanciare con la sua doppia trama, a sostegno del suo nuovo romanzo c’è la capacità di aver costruito un personaggio seriale, quello della magliaia Delia e di tutto un quartiere cittadino, che non stanca mai che, pagina dopo pagina, avventura dopo avventura, si rinnova senza mai ripetersi.