Ti consiglio un libro è “Le vie della Katana” di Piero Colaprico.
La forma del racconto è spesso una forma narrativa molto interessante. La sua brevità non toglie nulla alla complessità e, soprattutto, rende la narrazione molto più efficace di quanto non riesca, a volte, il romanzo. Ecco perchè “Le vie della katana” di Piero Colaprico è, a mio avviso, una raccolta di noir perfetti. Non solo perchè racconta storie dal DNA “noir”, ma perché, grazie alla sua necessaria brevità, riesce a raccontare gli animi più neri della nostra contemporaneità.
Da Nord a Sud, quelle di Colaprico sono storie di una umanità alla ricerca di un riscatto sociale e personale. Umanità che il nostro tempo ha messo ai margini, relegandoli senza dare loro una seconda possibilità. Umanità che ha deciso di prendersela ad ogni costo questa seconda possibilità. E, come dice Carlo Lucarelli nella prefazione di questa prima edizione: “Piero Colaprico è uno Scerbanenco che usa i punti”.
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📚Le vie della Katana
🖋️Piero Colaprico
Mettetevi comodi, perché in quest’ampia raccolta di racconti – come sempre nel miglior poliziesco – c’è da spasimare, ridere e pensare, mentre ci si immerge in tutta la complessità criminale, politica, sociale e psicologica degli ultimi cinquant’anni: la corruzione serpeggiante dalle forze dell’ordine alla politica, il ruolo dei servizi segreti in contesti nazionali e internazionali, la criminalità organizzata nel suo adattarsi al mutare dei tempi, l’immigrazione. Milano è l’ambientazione privilegiata, ma poliziotti e agenti segreti, malavitosi e nostalgici della lotta armata, politici e faccendieri, uomini e donne vessati alla ricerca di una qualche forma di riscatto raccontano l’Italia da Nord a Sud, tracciando la fitta trama geografica del Male e allargando le loro reti fino al Pakistan, alla Cina, perfino all’India di Salgari. Perché “mille sono le vie della katana per trafiggere il cuore perverso”.
Colaprico conferma la sua inventiva, in una varietà di toni dal serio all’ironico al disincantato, passando anche per accenti più intimi. Come ha scritto Carlo Lucarelli nella sua prefazione a Le vie della katana, “in ogni racconto di questa raccolta c’è la conferma della sua capacità di usare le parole per definire e scolpire i meccanismi dell’anima non solo dei personaggi ma dell’ambiente in cui si muovono. I meccanismi più profondi e contraddittori del Male e della Mala, di oggi e di una volta, e delle Criminalità Organizzate. La violenza, la paura e l’inganno, il desiderio e pure l’amore. Poliziotti e carabinieri. Semplici cittadini. No, semplici no, anche quando lo sembrano”.